Tra
il 28 giugno e il 19 luglio del 2008 sono stato con la mia famiglia in Siria e Giordania. Quello di oggi non è un articolo per raccontarvi cosa ho visto ma, principalmente, chi ho conosciuto e le mie emozioni al riguardo. Quindi non aspettatevi lunghe descrizioni di paesaggi o monumenti perché, a volte, anche solo in una semplice frase si possono nascondere torrenti di emozioni.
Atterrammo
a Damasco, dopo aver fatto scalo ad Aleppo, e mi ricordo che, mentre
ci spostavamo verso l'hotel in centro col taxi, mi era subito saltata
all'occhio una cosa: c'erano ancora delle case distrutte, come da un
bombardamento di molti anni fa, che aleggiavano come fantasmi,
invisibili ma reali, ai lati delle strade. Era la prima volta che mi
trovavo di fronte a dei segni della guerra così reali, così vicini e
all'epoca ero già abbastanza cosciente da capire il loro valore e
significato. Mi è capitato di nuovo solamente un paio di anni fa in Bosnia e non è qualcosa che ci si dimentica facilmente. Damasco era vivace e caotica nei suoi suq (i vicoli del mercato) che portavano
alla magnifica moschea centrale, una delle poche al mondo ad essere
affrescata. Lì vicino si trova pure la tomba del celebre generale
Saladino, una figura rispettatissima da parte degli stessi crociati.
Una cosa ci tengo a precisare subito: mia madre ha girato col capo
scoperto tutto il tempo, tranne che nelle moschee ovviamente, e
nessuno ci ha mai detto qualcosa: ecco quello che succede a "non
rispettare le loro usanze a casa loro" come blatera certa gente
che, evidentemente, in certi posti non ha mai messo piede. Comunque, la città, abbastanza carina
nel suo insieme, presentava il giusto mix tra oriente e occidente, si
percepiva che lo stile di vita era, comunque, modellato su canoni
Europei per buona parte. Il traffico, simile a quello del sud Italia,
non ci ostacolò nel muoverci autonomamente per il paese.
Non
mi metterò a raccontare ogni posto visitato ma solo qualche località
significativa. Aleppo è, sicuramente, una di queste. Ho un vivido
ricordo della bellissima cittadella che si erge al suo centro, tutta
bianca e circondata da un liscio fossato che non lasciava scampo a chi ci finiva dentro.
Scambiammo qualche parola anche con il guardiano che, orgoglioso, ci
mostrò come avesse accolto e conosciuto Assad e consorte. Il suq,
molto particolare, era pieno di quel famoso sapone a base di olio
d'oliva che viene venduto nelle nostre profumerie: oggi questi vicoli sono andati a fuoco, divorati da un gigantesco incendio. Facemmo la conoscenza di
una famiglia francese che aveva lì una bellissima casa dove si recava per
l'estate: probabilmente è andata distrutta durante gli scontri. Tra i vicoli più moderni si trovava uno dei migliori
ristoranti di tutta la Siria che serviva il celebre Kebab (carne
saltata nel piatto, non il panino) con le ciliegie. Tantissima la
gente di cui facemmo conoscenza, i volti e le piccole storie che
potevano nascere anche da un'occhiata lanciata di sfuggita.
La
meravigliosa Palmira, invece, si stagliava all'orizzonte su un
panorama lunare intervallato da qualche antica colonna. Ricordo
chiaramente l'astronomica temperatura pomeridiana di 51° che
bloccava qualunque tipo di attività umana all'aria aperta. Il
mattino dopo visitammo le incredibili tombe sotterranee, dei veri e
propri buchi in quel deserto roccioso. Ricordo indelebile la
cittadella su una vicina collina che, al tramonto, regalava
bellissimi
giochi di luce rossastri. Allo stesso modo ho un vivido ricordo del
Krak dei templari: questa è una delle fortezze più famose al mondo
e si eleva, indomita, nel suo niveo candore sopra una vallata. Lì
facemmo la conoscenza di un italiano, fotografo di professione, che
si trovava a visitare questa meraviglia. Lui è una di quelle
innumerevoli persone, guide e chiacchieroni di cui ricordo il volto,
potrei descrivervi il modo di fare ma di cui non so altro. Quando ci
ripenso mi chiedo se sono ancora vivi o che ne è stato di loro.
L'ultima
località di cui ci tengo a parlarvi è Hama, la cittadina da cui è,
difatti, iniziata la rivolta dei ribelli contro Assad. Famosa e
caratteristica per le noriah, le gigantesche ruote da cui i ragazzi del
posto si tuffano, lanciandosi da altezze incredibili. Alloggiavamo al Tower Hotel, altissimo, da cui si vedeva tutta la città antica, come
in foto. Di questa cittadina, oltre la giovialità e l'allegria che
la caratterizzavano, mi rimangono in mente tre cose. Un bambino che,
da dietro, ci ha volutamente urtato nel centro storico, procedendo
imbronciato per la sua strada, come se noi Europei gli avessimo fatto
qualcosa di male. Dei ragazzi che si tuffavano dalle ruote, di cui mi
chiedo cosa sia oggi. E un murales con rappresentato Assad circondato
da un prato di rose rossissime.
Questo
resoconto di viaggio si intitola, appunto, "Viaggio
Sentimentale" perché non ha, ormai, alcuna utilità turistica.
Quando vedo le oscenità che certa gente scrive su una popolazione
che non conosce, la mia mente va a quella settimana e mezza e ai
volti visti, le emozioni provate e non riesco a non chiedermi se
siano vivi o morti, magari sotto un bombardamento o sul campo di
battaglia. Io so di aver visitato posti bellissimi, ora ridotti in
macerie, che non dimenticherò mai. E finché avrò in testa quella
gente, quei luoghi e quelle emozioni non permetterò mai e poi mai
che si parli in maniera ignorante e disinformata di una realtà che,
a conti fatti, non era poi così dissimile dalla nostra. Se un certo
appoggio lo potevo anche dare ai primi ribelli, sicuramente questi
sostenitori dell'Isis non hanno affatto la mia approvazione:
comprendo le loro ragioni, determinate non soltanto dal fanatismo
religioso, ma ne condanno i modi e i propositi. Il mio pensiero va
solo e solamente alla Siria e ai suoi civili che si sono visti
distruggere, sotto i loro occhi, un paese bellissimo.
Con
questo articolo vi saluto e vi do appuntamento a dopo Natale.
Infatti, come chi mi segue su Facebook sa bene, nelle prossime tre
settimane, dal 4 fino al 26, sarò in a Bangok e in Birmania. Diciamo
che mi prendo una piccola pausa prima di riprendere, a pieno regime,
col festeggiamento dei due anni di blog il 27! Come l'anno scorso ho
già in mente di scrivere un mio racconto ma, per rimanere
aggiornati, vi consiglio di controllare la pagina Facebook! Detto
ciò, buone feste, buon Natale, buon tutto e ci si vede alla
prossima!
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