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<<Salve a tutti! Cominciamo oggi la pubblicazione dei miei piccoli brani e allora, perché non partire proprio con uno dei temi più sottovalutati degli ultimi decenni, le favole?>>
<<Le
favole? Ma son stronzate per bambini, ma chi se le caga? In fondo che vuoi che
siano? Sono solo dei raccontini senza troppo senso in cui gli animaletti belli
parlano, cantano e aiutano il protagonista a incontrare la sua amata,
eccheppalle!>>
<<Ecco,
se pensate che le favole siano come ve le hanno sempre raccontate o come ci
sono state presentate da celebri cartoni animati, sappiate che per tutti questi
anni non vi hanno che propinato nient’altro che misere ombre di quell’insieme
di storie e tradizioni portatrici di sapere popolare trasmesse oralmente di
generazione in generazione e i cui temi sono tutt’altro che casti, puri e
immacolati!
Questa volta
faccio riferimento in particolare alle favole raccolte in giro per tutta la
Germania nel corso degli anni dai due fratelli Grimm nei primi decenni dell’800.
Ma, prima di parlare del motivo che spinse due giuristi rivoluzionari come loro
a intraprendere una delle più ardue campagne di raccolta dati della storia
della letteratura, bisogna quantomeno accennare prima al gran casino che
regnava in quegli anni nel centro Europa.
I nostri
fratelli nascono vicino a Francoforte verso la fine del ‘700, un periodo molto
turbolento per le loro zone: infatti la Germania, come noi oggi la intendiamo,
ancora non esisteva! O meglio, se la popolazione si riconosceva tutta come
appartenente allo stesso gruppo culturale, sulla carta le cose non stavano
esattamente così. Ma vediamo meglio la situazione con un MAGICO…
TUTTORIAL!
Occorrenti:-
un tavolo da cucina
-un tagliere di legno
-un biscotto di quelli
digestivi tondi o comunque molto friabili
-un mattarello o una mazza,
un oggetto lungo e duro insomma (tutti ridono)
Istruzioni:-ponete
il tagliere sul tavolo; dunque adagiate sopra di esso il biscotto
-afferrate saldamente la mazza o il
mattarello
-date un forte colpo secco con
la mazza sul biscotto(attenti a beccarlo)
-dividete le briciole in due
gruppi che però non siano distinti l’uno a destra e l’altro a sinistra, per
dire, ma facendo in modo che ci siano come delle isole di un gruppo circondate
da pezzi di un altro e…
Avrete la vostra Germania dei primi
dell’800!
No,
seriamente, ai tempi era tutto un casino gigantesco: non un’unica entità
politica ma un agglomerato di staterelli e città indipendenti che più o meno
alla fine formavano due gruppi: la Confederazione degli Stati Uniti della
Germania da una parte e la Prussia dall’altra. Diciamo che se il primo gruppo non
è che fosse chissà quale gran cosa, l’altro al contrario era talmente potente
da essere chiamato “un esercito con uno stato” e aveva a capo ai tempi
addirittura un sovrano illuminato, cosa rara per quell’epoca: non si
intende una lampadina da comodino (tutti ridono ancora più forte), quanto un
uomo che regnava basandosi su ideali illuministici.
L’Illuminismo è la più
grande corrente di pensiero del ‘700 Europeo e si rifaceva a una eccessiva
razionalizzazione delle cose: invece di vedere il mondo con il cuore e il sentimento
la gente cominciò ad analizzarlo usando occhi e cervello e, in Francia, di
fronte agli sprechi e eccessi di una corte gestita da un re incapace che aveva
l’arroganza di dichiararsi scelto da Dio, la classe media, ovvero la borghesia,
decise di ribellarsi in modo molto violento: era la rivoluzione francese. Dopo
una serie di aspre e sanguinosissime lotte politiche interne tra i capi del
movimento ecco che a salire al potere fu il terrore di ogni buon cattolico, il
mostro francese, la minaccia della guerra: Napoleone Bonaparte, uno dei più
grandi diffusori della politica illuminata. Forse un po’ troppo illuminata. Tra
i vari cambiamenti che apportò in Francia introdusse un codice di leggi che
portava il suo nome (non si è mai abbastanza al centro dell’attenzione un tempo
come oggi). Tale insieme di norme era basato su un utilizzo forte e sistematico
della ragione, allontanando le leggi da un ideale stato di natura considerato
primitivo e barbaro dai troppo razionali legislatori del tempo. Ma “Mister
Tamburino, rimettiamoci la maglia, che i tempi stanno per cambiare”! Infatti
ogni volta che nella storia del pensiero umano si instaura in modo solido una
certa corrente ideologica, ecco che se ne forma una nuova e assolutamente
contraria: il Pre-Romanticismo seguito poi da suo figlio, il Romanticismo. Tra
le varie caratteristiche di questo movimento molto complesso, oltre al mettere
in primo piano le emozioni rispetto al pensiero razionale, c’è pure il concetto
di spirito popolare: l’uomo non è più visto come un singolo ma come una massa
che, tutta unita da lingua, tradizioni e religione, si deve trovare sotto
un’unica nazione per volere Divino: il Risorgimento, insomma. In Germania, come
anche in Italia, il problema era molto sentito: il grande popolo unito doveva
risultare legato anche sulla carta! Ma secondo quali leggi? Secondo le leggi
naturali che regolano l’uomo fin dall’origine dei tempi: questa la presa di
posizione di un certo studioso universitario di giurisprudenza nell’attuale
Germania, tale Savigny, che compose un codice in risposta a quello di
Napoleone. E chi furono amici e collaboratori di un esperto così illustre? Ma
proprio i nostri due fratelli, Jacob (1785-1863) e Wilhelm (1786-1859), ai
tempi assidui studiosi di legge nella stessa università!
Dal temperamento molto
diverso tra di loro, serio e introverso il primo, vivace e fantasioso l’altro,
essi diedero vita a una delle più prolifiche collaborazioni della storia
realizzando un’accoppiata perfetta: non solo raccolsero e analizzarono con
metodo scientifico le favole della tradizione germanica, primi in questo genere
ad applicarsi in modo così rigoroso, ma furono anche studiosi di testi,
grammatici e anche politici. Si può infatti dire che essi fossero dei veri e
propri rivoluzionari per quell’epoca propugnando valori democratici ed
opponendosi al potere monarchico: tutti questi ideali confluirono poi negli
scontri armati del ’48 e che portarono una ventina di anni dopo, nel 1862, alla
formazione dello stato Tedesco come noi lo conosciamo oggi. Un contributo
enorme quindi, di cui anche noi Italiani oggi beneficiamo: senza anche gli
ideali risorgimentali Tedeschi qualcosa come la spedizione dei mille condotta da
Garibaldi non sarebbe mai stata concepita né tantomeno messa in atto!
Ma è proprio
nella loro raccolta di favole che l’idea di popolo tedesco si incarna con più
passione e forza: gli oltre 200 racconti brevi sono un vero concentrato di
cultura e sapere popolare rimasto immutato nei secoli e che presenta
caratteristiche comuni non solo in tutto il centro Europa, ma anche nel mondo
intero: le situazioni si ripetono, i nomi tornano e i messaggi non cambiano. Il
primo grande raccoglitore di favole è il semi-leggendario Esopo, dalla Grecia,
che presenta tratti poi riscontrabili anche nel suo successore di epoca Romana,
Fedro, e che troviamo tranquillamente coi Grimm: primo tra tutti il più noto e
famoso. Quale?? Ma la presenza di animali
parlano con gli uomini! Questo elemento proietta il lettore in un universo
parallelo, in un periodo mitico di pace e concordia tra mondo umano e animale,
dove il diritto naturale regnava sovrano. Scherzi, motteggi e indovinelli,
uniti a un insieme di caratteristiche sempre ricorrenti, si protraggono nel
corso dei secoli e sono riscontrabili in opere medievali come ad esempio il
“Novellino”, una raccolta di racconti di tradizione basso-popolare del 1200. E
non deve quindi sorprendere più di tanto se sono ben più di una le favole
riportate dai due fratelli in pieno ‘800 che presentano situazioni identiche a
quelle narrate da Giulio Cesare Croce nel ‘500 nella sua opera di estrazione
popolare “Le Astuzie di Bertoldo e la Semplicità di Bertoldino”. Si fa strada
l’idea di una saggezza insita nell’uomo che supera l’artificiosità burocratica
dei vari codici legislativi; e così è Sancho Panza, personaggio simbolo del
sapere motteggiante di carattere popolare, nel seicentesco “Don Chisciotte” di
Cervantes a essere giudice delle varie liti e contese che si svolgono
sull’isola a lui data in affidamento per gioco da due signori che lo volevano
gabbare. Nelle favole i tipi umani sono stereotipizzati e ricorrenti: il sarto
povero ma furbo, la ragazza egoista che alla fine si pente e la matrigna
malvagia solo per citarne alcuni.
Ma quando
pensate a questi racconti non vi venga in mente di immaginarveli come se
fossero saltate fuori da un film della Disney, ma dal peggiore dei film di Saw!
Cadaveri bolliti, teste che rotolano, uomini mangiati, sorelle accecate da
corvi affamati e bambini dati in pasto ai propri genitori: cose da far
accapponare la pelle! Ma pensiamo solo un attimo a Cappuccetto Rosso! Il lupo
mangia una vecchia e una bambina! Le mangia! Un lupo! Poi arriva il cacciatore
e che fa? Gli apre la pancia con un coltellaccio unto e bisunto, scava tra le
budella (immaginatevi il sangue e lo schifo), fa uscire le due inspiegabilmente
ancora vive ma tutte ricoperte di succhi gastrici, pezzi di contorno e schifo
vario, le sostituisce alla bell’emeglio con dei grossi massi ancora sporchi di
umido terriccio sporco e pieno di insetti, ricuce stomaco e pancia rimettendo
le frattaglie a posto e, quando il lupo si sveglia e si avvicina a un laghetto
per bere, ecco che per il peso precipita dentro e là muore annegato rimanendo
sul fondo tutto gonfio e blu con gli
occhi sbarrati che guardano verso la superficie…
Mioddio lo
schifo!
Ma concludiamo,
dunque, tirando le somme di questo lungo discorso che spero non vi abbia
annoiato! L’importanza avuta dai fratelli Grimm nel comporre la loro opera non
sta tanto nel genere da loro scelto o nel target che inevitabilmente tale
formato comporta, quanto nell’ideologia di fondo su cui si basa e nel background
in cui affonda le sue radici.
Personalmente consiglio l’edizione della Einaudi
(€15,00) non perché riceva dei favori dalla casa editrice, quanto perché questa
è un’edizione completa e integrale di tutte le fiabe con una traduzione
magistrale di Clara Bovero esaltata, proprio per questo suo lavoro, da Calvino
in persona! Da leggere di fila, una dietro l’altra, non nascondo che siano alla
fine pesanti e rischiano di annoiare però se avete bisogno di qualche riga
leggera per staccare i ritmi lavorativi o di studio andrà benissimo!
Ovviamente
qualunque cosa voi abbiate voglia di dire non dovete far altro che scriverla
sotto forma di commento o mandarmela come messaggio privato a cui sarei felice di rispondere! Ringrazio chiunque stia leggendo queste righe sia che abbia letto tutto,
sia che veda solo quest’ultima parte: grazie anche solo per aver perso pochi, pochissimi
secondi della tua vita, oh lettore, per aver visto il mio lavoro e… alla
prossima!>>
Riccardo.
Eccomi qui, scusami per il ritardo Riccardo, ma pensavo che il mio commento fosse arrivato, (avevo già letto questo tuo articolo).
RispondiEliminaHai fatto bene a fare un breve riepilogo su quella che era la Germania di fine 700/ inizio 800, perché, anche se non risiedeva sotto un unico stato, viveva come una grande nazione, e si sa che spirito nazionale vuol dire usi e costumi, e chi meglio dei racconti popolari può fornirceli anche dopo secoli? Tutto ciò, inoltre, ci viene anche presentato in chiave illuministica, (oserei dire quasi con rigore scientifico), da parte dei fratelli Grimm, figure divenute famose grazie a questa importante raccolta.
Penso che questo sia soltanto il primo degli articoli che tu hai scritto riguardo all'argomento. Spero di leggerne tanti altri, in un prossimo futuro.
TVRX T-T
Bhe, e hai pensato bene! A dire il vero tutta la mia tesina di maturità ruotava attorno a questo tema che tutt'ora sto studiando e approfondendo in parallelo ai miei studi "ufficiali" di giurisprudenza. Il discorso è complicatissimo e un solo articolo non basterebbe per spiegare la particolarità di un movimento culturale che percorre i secoli (e i millenni) fino ad arrivare ai nostri giorni. Oltretutto questo pezzo non è tratto dal mio lavoro per l'esame di maturità ma è un brano a parte nato da una lettura estiva svoltasi in contemporanea a un viaggio fatto per l'appunto in Germania! In ogni caso non nel prossimo brano, ma in quello ancora dopo, riprenderò questo filone con un'opera che nessuno sospetterebbe mai che proprio quella persona avrebbe potuto scrivere! per ora grazie del commento, ciao!
EliminaHo letto una buona parte delle fiabe dei Grimm, edizione integrale, attorno ai 13 anni...mi ricordo di una bambina che si era scarnificata il mignolo per usare l'osso scoperto per aprire una serratura...giusto per citarne una!
RispondiEliminaArticolo molto bello, grazie anche per l'introduzione storico-sociale!
Accidenti, bel coraggio a 13 anni! Sono veramente toste in molte parti! In un paio di favole addirittura per far risorgere una principessa morta fanno a pezzi il cadavere e poi lo mettono a bollire per staccare la carne dalle ossa e ricomporre lo scheletro. Ma quella che più d tutte mi aveva sconvolto era una di cui ora non mi ricordo il titolo e in cui la classica matrigna cattiva uccide la figliastra decapitandola chiudendole un cassetto sul collo e poi cerca di mascherare la cosa quasi cucendo il capo sul cadavere, una cosa inquietantissima... inoltre dei 3 libri il più inquietante è di certo l'appendice chiamata "Leggende per Bambini"... e ho detto TUTTO! Comunque mi fa molto piacere che ti sia piaciuto!
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