La
"Navigazione di San Brandano" è un romanzo antico di mille
anni come non ve l'aspettereste (e come non me l'aspettavo neppure
io): un mix di avventura, misticismo e meraviglia ambientato nella
verde Irlanda alto Medievale. Tuffiamoci senza indugi alla scoperta
del più diffuso ed influente racconto di viaggi di tutto il
Medioevo!
Una
premessa: Brandano è esistito davvero. Fu abate di Clonfert, in
Irlanda, e visse tra il 460 e il 577. La leggenda narra che, insieme
alla sua ciurma di monaci, si sia imbarcato alla volta di una terra
divina dall'altra parte dell'oceano: non si tratta per forza
dell'America, è un viaggio principalmente simbolico e religioso, ma
l'idea che quest'uomo di chiesa abbia affrontato un mare fino ad
allora sconosciuto su una barchetta leggera fino a raggiungere il
nuovo continente ha stuzzicato (e stuzzica tutt'ora) diversi
studiosi.
In
realtà il viaggio di Brandano è molto metaforico e basato sulla
simbologia mistica cristiana: così dovranno annualmente tornare a
visitare certe isole per festeggiarvi la Pasqua, non si affideranno
ai venti ma alla volontà di Dio e raggiungeranno la meta finale solo
quando egli lo vorrà, dandoci l'idea che i nostri eroi, quasi, si
muovano continuamente in tondo aspettando un segno. E effettivamente
è così: la terra promessa si trova al di
là di un mare di nebbia e
per raggiungerla può volerci anche molto poco tempo, come testimonia
un monaco che riporta a Brandano della sua avventura mistica. Ma una
particolarità caratterizza il nostro protagonista: egli non ha una
visione, non riceve comandi divini né un qualunque segno di
autorizzazione dall'alto. Al contrario, vinto da curiosità e senso
di avventura decide di lanciarsi nell'impresa. Questa è una novità
assoluta nel panorama della letteratura medievale, soprattutto quella
sacra, in quanto nessuno avrebbe fatto nulla senza aver ricevuto un
qualche segnale divino. Anzi, chiunque avrebbe interpretato un gesto
del genere come un affronto e una sfida a Dio stesso: un peccato
gravissimo e imperdonabile. Anche questo senso di libertà è, a mio
parere, uno degli elementi chiave del successo dell'opera ai tempi,
oltre al suo profondo simbolismo.
Infatti,
come già accennato, il racconto è da leggersi in chiave mistica.
Tutto, dal numero dei monaci che accompagna Brandano agli anni di
navigazione, presenta precisi riferimenti ai testi sacri: ogni
eccedenza dev'essere regolata per volere di Dio. Per questo Brandano
predice fin da subito una terribile fine per i tre monaci "extra"
rispetto al numero previsto di passeggeri che si sono imbucati
all'ultimo. La stessa meta è chiaramente simbolo divino e tutti gli
uccelli parlanti, giganteschi mostri marini grossi come isole e
pastori non sono da meno.
Questi
elementi del fantastico, però, si intrecciano anche col folklore
locale e con la tradizione letteraria medievale Irlandese, tutta
fondata sul concetto di viaggio. Esistevano già, infatti, sia gli
"immrama" sia gli "echtrai", rispettivamente
"racconti avventurosi di esplorazioni di terre lontane" e
"viaggi mistici nell'aldilà". Così molti elementi sono
tratti dal primo genere e fusi, assimilati e intrecciati allo stile e
al valore del secondo. Nasce così un'opera che è stata in grado di
amalgamare sapientemente tradizione pagana e misticismo cristiano,
sacro e profano. Molti i temi, in primis quello della balena-isola,
che si ritrovano in tantissime opere di quel periodo appartenenti a
culture anche molto distanti, come ad esempio nelle avventure di
Sinbad ne "Le Mille e una Notte".
Quindi
fonti incredibili, innovazione e il giusto mix tra religione (che
piaceva sempre ai Medievali) e avventura per uno dei santi più
intraprendenti di tutto il cattolicesimo. Ma questo viaggio è mai
avvenuto realmente? Brandano è effettivamente esistito e negli anni
70 si è cercato di
ricreare l'impresa per valutare se fosse
realizzabile ed è stata un (semi)successo. Ma da qui a dire che
effettivamente il monaco sia arrivato in America c'è una grossa
differenza. In molti hanno cercato nell'opera indizi che potessero
rimandare a luoghi reali (l'isola delle pecore con le Far Oer, la
cattedrale di ghiaccio fluttuante con un iceberg, le officine
demoniache con i vulcani islandesi) ma quelli che potrebbero essere
riferimenti al paesaggio provengono, in realtà, come abbiamo visto,
da una tradizione millenaria. La stessa terra promessa in cui il
tempo non scorre è figlia di racconti precedenti. Alla fine la
questione "viaggio reale o no" è di infima importanza,
certe opere andrebbero lette e studiate, a mio parere, per il valore
che rappresentano in modo originale e spontaneo, senza voler trovare
il riferimento avventuroso ad ogni costo.
L'edizione
italiana edita da "Il Cerchio" e curata dalla
preparatissima Elena Percivaldi è basata su uno dei numerosissimi
manoscritti che possediamo, tutti però di molto posteriori a quando
è vissuto il santo. Introduzione e note sono molto ben fatte e
completissime, su questo non si può dire assolutamente nulla, anche
se devo ammettere che qua e là ci sono un po' di
refusi e a volte l'impaginazione è poco curata. In ogni caso, se decideste di comprarlo/ordinarlo, vi posso assicurare che sono 20€ veramente ben spesi e non rimpiangerete l'acquisto.
refusi e a volte l'impaginazione è poco curata. In ogni caso, se decideste di comprarlo/ordinarlo, vi posso assicurare che sono 20€ veramente ben spesi e non rimpiangerete l'acquisto.
Detto
ciò vi do l'appuntamento a giovedì con una nuova video recensione e
a venerdì per una live in cui si parlerà del processo di creazione
di un CD: per maggiori informazioni e rimanere aggiornati con gli
sviluppi successivi vi lascio il link della pagina Facebook dove
spero verrete a trovarmi! Altrimenti... ci vediamo giovedì!
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