Bentornati
e benvenuti a questo 49° (no, non 49 gradi centigradi) articolo!
Oggi andiamo a parlare di nostro cugino, il maiale! Perché, se
l'asino è il nostro migliore amico (chi si ricorda quel vecchio
articolo? Non ve lo linko perché troppo brutto per me!) e la scimmia nostra nonna, molto lo dobbiamo a questo
nostro parente stretto, più di quanto possiamo pensare! Ma, dato che
non sono uno zoologo, non posso che fare affidamento a un libro.
Nello specifico vi sto offrendo le conoscenze che mi arrivano fresche
fresche da "Il Maiale" di Michel Pastoreau, una piccola
opera che troverete facilmente alla Feltrinelli edita per "Ponte
Alle Grazie" (13,90€). La visione di questo animale è
cambiata parecchio nella storia nelle stesse civiltà in base al
periodo storico: presso gli Egizi, infatti, in un primo momento era
adorato perché ricondotto, per una serie di motivi, alla divinità
benefica principale per poi passare, qualche millennio dopo, dalla
parte del malvagio Seth, spesso rappresentato come un maiale nero che
prova a divorare il Sole suo nemico.
Ma
per parlare del maiale (che non è un cinghiale addomesticato, sono
entrambi suini, e quindi della stessa razza, ma di specie diverse)
bisogna partire da un momento ovvio: quello del suo addomesticamento. Stiamo parlando, approssimativamente, di un periodo
attorno al VII millennio a.C.,
epoca a cui sono state ricondotte
alcune ossa ritrovate in Asia nella zona del mar Caspio (circa). Il
maiale addomesticato, a differenza di quello selvatico, non ha dei
denti troppo prominenti e ha le ossa modificate, spesso a causa della
castrazione: perché il passaggio evoluzionistico abbia preso
definitivamente piede ci sono voluti appena 100 anni, un'inezia se
confrontata con l'età della terra. La carne di maiale è,
sostanzialmente, mangiata ovunque e in tutte le epoche pur essendo
soggetta, a volte, ad
alcuni tabù (ma di questi parleremo più
avanti): mentre in Grecia e a Roma è molto apprezzata, Cretesi,
Fenici ed Ebrei non possono nemmenno vederla da lontano. In
particolare, nella cultura latina, era molto usato, almeno
inizialmente, come animale da sacrificio di cui mangiare la carne in
comunione con gli altri anche se, più è passato il tempo, meno la
tradizione è stata portata avanti per via del cristianesimo
imperante che, originariamente, proibiva la carne dell'animale come
alimento. Chi aiutò il suino per eccellenza a sopravvivere nel
Medioevo furono i barbari Galli e Germani che lo ritenevano, come il
cinghiale, un animale forte, coraggioso e valoroso, al pari
dell'orso: punto, questo, in comune d'altronde con i Romani che
amavano cacciarlo per dimostrare il loro valore.Un maiale Cinese vecchio di 4000 anni! |
In Grecia gli assassini si purificavano col sangue del maiale |
Dal
Medioevo non ci sono arrivati molti resti ossei, cosa che ha fatto
pensare gli studiosi di cucina che l'animale non fosse
particolarmente
apprezzato: sbagliatissimo, fu al contrario la bestia
più diffusa di tutte! In realtà il detto "del maiale non si
butta via niente" è più che azzeccato e anche le sue ossa
erano utilizzate per qualcosa: la vescica, opportunamente conciata e
gonfiata, era usata come palla da calcio! Chiunque possedeva almeno
un maiale, aveva un valore inestimabile! Infatti, checchè ne
pensiate, in quel periodo il consumo di carne fu particolarmente
abbondante, soprattuttonell'alto medioevo, quando l'influsso barbaro (popolo di tradizione carnivora per eccellenza) si sentiva fortemente. Chi viveva in campagna portava l'animale a scorrazzare nelle foreste all'ombra di faggi e querce e fin lì nessun problema, c'erano più alberi nel nord Italia che persone in Europa! Ma anche chi stava in città (che poi erano dei gruppetti di casupole), aveva il suo suino personale! Solo che, fino al 1700, alla gente non è venuto in
mente di costruire dei porcili (no, sul serio, non ci avevano pensato...)! E quindi, dove stavano i maiali? Ma per strada, ovvio! E, si sa, i simpatici suini hanno il vizio di mangiare qualunque cosa, bambini e cadaveri compresi! Che ci crediate o meno questi animali creavano molti disordini: ci è giunto un editto che imponeva di sbarrare il confine di un cimitero con un'alta palizzata perché gli animali non entrassero dentro a divorare i morti! Ma a volte la combinavano davvero grossa: il 13 ottobre 1131 Filippo di Francia, primogenito del re Luigi VI il Grosso, fu ucciso da un maiale che lo disarcionò da cavallo e lo buttò a terra, ferendolo a morte. Che fare, allora, all'animale? Ovvio, facciamogli un processo!
Nel
Medioevo si pesava che anche gli animali avessero un'anima che
poteva, come quella degli uomini, essere buona o cattiva: pertanto
attraverso un giusto processo magari l'animale poteva redimersi
oppure essere condannato a morte. Ci sono giunte diverse descrizioni
di come avvenisse la tortura e l'uccisione di queste bestie, ma vi
riporterò la testimonianza, narrataci da Pastoreau, più
particolare:
QUALORA
FOSTE FACILMENTE IMPRESSIONABILI E SENSIBILI NEI CONFRONTI DEGLI
ANIMALI NON LEGGETE!
"Il
caso meglio documentato di questo genere riguarda la scrofa di
Falaise. Agli inizi del 1386, infatti, nella cittadina della
Normandia si verificò un evento insolito. Una scrofa di circa tre
anni, vestita da uomo, fu trascinata da una cavalla dalla piazza del
castello fino al borgo di Guilbray, dove era stato montato un
patibolo nella piazza della fiera. Qui, davanti ad una folla
eterogenea, composta dal visconte di Falaise e dalla sua gente, dagli
abitanti della città, dai contadini venuti dalle campagne
circostanti e da una moltitudine di animali, il boia infierì sulla
bestia mozzandole il grugno e tagliandole una coscia. Poi, dopo
averle fatto indossare una specie di maschera dalle fattezze umane,
la appese per le zampe posteriori ad una forca di legno innalzata
appositamente, e la lasciò in quella posizione
finché non
sopravvenne la morte. Cosa che dovette avvenire da lì a poco, perché
dalle ferite del maiale colavano fiotti di sangue. Ma non per questo
lo spettacolo terminò: fu fatta tornare la cavalla e, dopo un
simulacro di strangolamento, il cadavere della scrofa venne fissato
ad un graticcio, così che potesse ricominciare l'infamante rituale
del trascinamento. infine, dopo molti giri della piazza, i resti un
po' smembrati della povera bestia furono messi su una pira e
bruciati. Ignoriamo cosa ne fu fatto delle sue ceneri, ma
sappiamo che dopo un certo tempo, su richiesta del conte di Falaise,
nella chiesa della Sainte-Trinité fu realizzata una grande pittura
murale- purtroppo oggi scomparsa- perché si conservasse
memoria dell'evento."Dietro alla rappresentazione del maiale come persona vi si cela una tradizione vecchia di millenni, di cui vi parlerò fra un attimo (anche se il discorso è ben più complesso), appena finisco di spiegarvi brevemente di come le cose, dal Medioevo al 1700, cambiarono parecchio. Se prima i boschi erano vastissimi e accessibili a tutti, col passare del tempo divennero luoghi privilegiati per la caccia dei nobili e l'allevamento del maiale fu sempre più trascurato, tant'è che il numero di suini in Europa si dimezzò rispetto ai secoli passati. Al contempo la gente iniziò a studiare meglio le varie razze e specie di suini e cominciarono a fare accoppiamenti
Ma, come potete ben
sospettare, non ho affatto finito qui! Nel titolo vi ho parlato del
maiale come cugino dell'uomo ma non vi ho ancora detto il perché!
Tutto è da ricondursi a una scienza antica più di 2500 anni: non si
riusciva, all'epoca, a capire bene che fosse il maiale. Aristotele,
il famoso filosofo Greco, fu il primo a classificare gli animali in
mammiferi, pesci, rettili e volatili ma, pur capendo che il nostro
animale fosse nel primo gruppo, non riuscì ad associarlo a nessun
altro essere: lo zoccolo era diviso ma si trattava più di unghie,
faceva un sacco di cuccioli e mangiava di tutto. Nessun altro animale
gli era simile ad eccezion fatta... per l'uomo! Uomo e maiale
divennero, al tempo, inseparabili cugini ed amici e nessuno gli era
più simile, nemmeno la scimmia! Quando ancora non si potevano aprire
i cadaveri per studiarne l'anatomia si utilizzava, per capire quali
organi
interni avessimo, i maiali che, in effetti, presentano
caratteristiche molto simili alle nostre in quel senso. Ancora oggi,
che piaccia o meno agli animalisti più incalliti, molti trapianti al
cuore avvengono grazie a parti prese ai suini senza che ci sia alcun
rigetto (anche se lì dipende sempre dal corpo, ma non entriamo nel
merito della questione). Ma questa somiglianza non l'abbiamo notata
solo noi ma anche popoli molto lontani dall'Europa: nella Papua Nuova
Guinea le donne, nelle tribù che si sono conservate ancora oggi a
uno stato semi primitivo, ancora allattano sia bambini che maialini,
ancheuno per mammella, quasi non vi fossero troppe differenze tra i due.
Bambino e maialino sono da
sempre stati molto simili e legati tra loro anche nell'immaginario
Medievale Europeo: San Nicola resuscita dei bambini uccisi da un
macellaio e venduti come pezzi di maiale. Ancora oggi abbiamo una
Peppa Pig, maialina-bambina, che ci ripresenta questo legame come
altre prima di lei (chi si ricorda di Miss Piggy?). Il maiale dei
cartoni
animati è un simbolo per rappresentare un bambino, un'astrazione concettuale che ci riporta a lui: più è diverso dalla realtà (avete mai visto un maiale che cammina su due zampe con tanto di scarpe e vestitino rosso? Se la risposta è sì vi invidio) più ci riconduce sul sentiero dell'infanzia. Anche nel Medioevo gli animali più presenti sui gonfaloni erano aquile e leoni ma, con l'andare del tempo, questi divennero
sempre più stereotipati quasi fino a sparire, pur rimanendo pieni di valore. Questo discorso
vale sia per i bambini quanto, tristemente, per gli adulti. Uno dei
tratti distintivi degli ebrei è quello di rifiutare alcuni tipi di
alimenti tra cui la carne di questo animale (e sul perché ci torno
tra breve) e animati è un simbolo per rappresentare un bambino, un'astrazione concettuale che ci riporta a lui: più è diverso dalla realtà (avete mai visto un maiale che cammina su due zampe con tanto di scarpe e vestitino rosso? Se la risposta è sì vi invidio) più ci riconduce sul sentiero dell'infanzia. Anche nel Medioevo gli animali più presenti sui gonfaloni erano aquile e leoni ma, con l'andare del tempo, questi divennero
tale scelta si oppone nettamente al mondo cristiano cattolico. Durante il periodo nazista molte furono le caricature che li vedevano trasformare in maiali, in quello che loro stessi odiavano, come forma massima di odio e disprezzo. Questa caratterizzazione è presente anche in Orwell, nella "Fattoria degli Animali", dove a trasformarsi sono gli animali in uomini e, sul finale, viceversa: quest'aurea malvagia legata al maiale non è mai scomparsa ed è presente in diversi popoli.
Ebrei e Arabi (e poi tutti i
Mussulmani) non erano gli unici popoli ad avere questo tipo di
divieto che affonda le sue radici non solo in questioni pratiche. Si
dice spesso che il tabù derivi dalle condizioni geografiche e
climatiche per cui, a causa della temperatura elevata, la carne non
la si riusciva a conservare e si disfaceva. Ma questa motivazione non
è in realtà valida: infatti veniva consumata carne anche di altro
tipo e, i popoli attorno, il suino lo mangiavano eccome e, anzi, lo
adoravano. Tra questi vi erano i Filistei, gli acerrimi nemici del
popolo Ebraico, i quali regnavano precedentemente nelle terre di
Palestina. Ecco che, dunque, la scelta del rifiuto del maiale assume
delle connotazioni strettamente culturali di opposizione a un altro
popolo, senza contare che ad essere vietati dalla
Bibbia erano tutti
quei cibi che non si riuscivano a classificare all'interno del mondo
animale (molluschi e, appunto, suini). E lo stesso discorso vale
anche per i cristiani che, inizialmente, avevano lo stesso tipo di
divieti! Fu solo con il Medioevo che si presero vino e maiale come
simboli da opporre, durante le crociate, agli infedeli mussulmani.
Infatti pure noi abbiamo sempre visto il maiale come simile all'uomo
in tutti gli aspetti peggiori come, ad esempio, l'ingordigia (è uno
dei pochi animali onnivori) e la lussuria (perché la scrofa depone
tanti cuccioli). Risale a questo periodo la visione del maiale come
sinonimo di iperattività sessuale rimpiazzando il cane, animale
impuro per gli antichi Greci e per i Mussulmani ancora oggi, perché si accoppia in pubblico senza ritegno: infatti, dare ad una donna
della "cagna" è peggio che della "maiala", tanto
per fare un esempio di come le cose cambino ma non tanto come sembra!
Questa era la breve storia del
maiale raccontata brevemente da Pastoreau e riassunta ancora di più
da me! Un consiglio? Per Natale il libro compratevelo, non costa
troppo, è scorrevole e di certo non vi annoierà! Dedico questo
articolo a Edo, "futuro magistrato antimafia", grazie al
quale mi trovo oggi a parlarvi di questo piccolo capolavoro.
Ricordatevi che la storia dell'uomo è fatta, sostanzialmente, da
queste piccole cose quotidiane più che dai grandi fatti che si
trovano sui libroni scolastici! Se vi è piaciuto quest'articolo
condividetelo e venite a trovarmi su fb per rimanere sempre
aggiornati! Noi ci si vede il 27 per festeggiare un anno di blog e...
il cinquantesimo articolo!
Conoscevo la storia del maiale di Falaise; era un'epoca in cui ferocia e superstizione dilagavano e il razionalismo era di lè da venire. Interessanti e anche divertenti gli altri aneddotti.
RispondiEliminaCome dice lo stesso Pastoreau l'ambito del processo agli animali è stato poco studiato dalla storia del diritto e l'argomento richiederebbe, a suo avviso, più attenzione. Il discorso, così risibile ai nostri occhi, acquista invece un rilievo particolare nell'ottica giuridica di quel periodo! Grazie mille per i complimenti, il mio scopo è sempre quello di divertire e interessare il prossimo!
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