Parlarvi
dell'opera che ho letto in quest'ultimo periodo non è semplice: "I
Romanzi della Tavola Rotonda" sono quell'insieme di 9 romanzi
che tutti più o meno conoscono ma che nessuno ha mai letto. Non
penso che ci sia qualcuno di voi che non abbia almeno sentito parlare
del film Disney "La Spada nella Roccia" (e se così fosse
mi chiedo dove sia vissuto fin'ora) che, ovviamente in maniera
edulcorata e "disneiana", parla dell'ascesa al potere di re
Artù, uno dei più grandi cornuti della storia della letteratura.
L'altra cosa che infatti spesso si conosce è l'amicizia, da
intendersi in senso Medievale (un po' come il "conoscersi"
della Bibbia), tra il cavaliere Lancillotto e Ginevra, la moglie del
re. Inoltre chiunque per strada ha sentito nominare, anche solo per
sbaglio, il nome di "Mago Merlino" molto conosciuto per
essere uno stregone simpatico dalla lunga barba bianca e un po' meno
per essere il figlio immortale e demoniaco di uno stupro del Diavolo
e sulla madre indifesa. A parte, forse, il nome Morgana anche se non
direttamente riferito al personaggio dei romanzi il vuoto cosmico.
In
effetti questi 9 romanzi, almeno qua in Italia, sono molto
difficilmente reperibili perché fanno parte di uno dei tanti titoli
della collana "Oscar" che la Mondadori ha "dimenticato"
di ristampare. Il cofanetto da 20€ lo potete trovare o online
(penso) o in qualche mercato dell'usato o libreria con agganci
particolari. In ogni caso se siete interessati più ai fatti che allo
stile o ai valori non rimarrete delusi: sempre la Mondadori ha
stampato un trovabilissimo "I Romanzi Cortesi" di Chretien de Troyes che narrano gli stessi fatti filtrati, però, dall'ideale
cortese del 1200: comunque per la storia in sé va benissimo. Ma
vediamo ora insieme di che parlano questi romanzi.
Le
gesta che ci vengono narrate riguardano tre generazioni di guerrieri
leggendari: quella di Uter Pendragon, quella di suo figlio Artù e,
infine, quella di Galahd, figlio di Lancillotto, e Perceval. Se il
personaggio che lega la prima alla seconda generazione è lo stregone
Merlino, è invece Lancillotto a fare da ponte tra le altre due. I
personaggi sono di pura fantasia: non è come Carlo Magno che è un
monarca realmente esistito anche se, probabilmente, un corrispettivo
di Artù ci fu. Essendo però personaggi appartenenti al mito è in
esso che vivono e non possono varcare il mondo della realtà: così
sono tutti destinati a morire o a scomparire per sempre in attesa di
tempi migliori.
I
nostri cavalieri compiono le loro gesta in una cornice atemporale e
aspaziale, viaggiando per tempi indefiniti in territori
potenzialmente infiniti. Non conoscono quasi mai la morte ma l'amore
è questione quotidiana. E attenzione, scordatevi tutti i discorsi di
sesso post-matrimoniale: i cavalieri erano noti per darci dentro come
ricci in calore con qualunque dama richiedesse i loro "favori".
Una sessualità decisamente più libera di quella che potremmo
pensare noi oggi ma che sottostà a tutta una serie di regole non
scritte: quelle della cavalleria. Tra i peccati raccomandati da
questo sistema di leggi dette e non-dette allo stesso tempo non era
prescritto l'adulterio: la regina Ginevra tradisce allegramente, fino
a 75 anni (!!!) re Artù... che a sua volta se l'è cornificata per
bene! Non solo, ma tra le sue numerose conquiste può anche
annoverare... la sua sorellastra che darà alla luce Mordret,
usurpatore e nemico mortale del padre. Una famigliola felice,
insomma!
In
ogni caso Tutti, a parte 3 eroi, saranno sporchi e impuri per i loro
peccati e non potranno nemmeno vedere il sacro Graahl, l'oggetto del
desiderio supremo (dopo la "prugna", s'intende) di tutti i
cavalieri della Tavola Rotonda. Ma di quest'ordine e di questo calice
ne ho parlato non troppo tempo fa, in un articolo che se volete
potete trovarvi QUI!
Tenete
conto, se mai vi capiterà di trovarveli tra le mani, che sono testi
che hanno alle spalle centinaia di anni ed erano intesi per una
tradizione orale, non scritta. Per questo ci saranno molti passaggi
in cui non si comprenderà
bene il perché di una determinata scelta
da parte di uno dei protagonisti, apparentemente astrusa e insensata
ai nostri occhi. Pure io, a volte, non comprendevo troppo cosa stesse
accadendo ma, per lo più, le situazioni non sono per niente
complesse, anzi molto semplici e facilmente comprensibili. Secondo me
(ma non faccio testo) è interessante leggerli proprio perché tutti
sanno cosa sono (circa) ma nessuno li ha mai affrontati e presentano
caratteri più arcaici e "rozzi", se vogliamo, della
riscrittura di Chretien de Troyes.
Lui rimane il mio re Artù preferito comunque |
So
che ho detto tutto e niente ma voleva essere solo una breve
recensione: della letteratura medievale mi occuperò non settimana
prossima ma quella ancora dopo continuando la mia collana, ferma da
mesi, della "piccolo viaggio nella storia della letteratura". Intanto
nei prossimi giorni vedremo anche che fine ha fatto Medea, che è
ferma da un po' di tempo...