Penso
lo sappiate tutti, ma nel caso sempre meglio specificarlo. Ci sono
due modi di amare una cosa/persona/animale/organismo unicellulare
ecc.: un modo sano e normale (bene) e uno malato e anormale (cacca).
Oggi, quando parlo dei "Booklovers", gli amanti dei libri, è
evidente che non mi riferisco alla prima categoria (bene) ma alla
seconda (cacca). Non faccio nomi e non faccio riferimenti: ciascuno
di voi sa, in cuor suo (o quor suo, dipende da quanto accentuato è
il vostro grado di analfabetismo di ritorno) a quale categoria
appartiene, non sta a me giudicare. Ma iniziamo con un piccolo
aneddoto, vi va?
Qualche
tempo fa sono andato a Padova. Era domenica mattina e capitai al
Prato della Valle (cercatelo su Google, è un posto bellissimo). Ora,
quel giorno era invaso da bancarelle dell'usato, la maggior parte di
quelle si occupavano di libri vecchi appena usciti da polverosissime
soffitte. Ci credete che non sono quasi riuscito ad avvicinarmici?
Un'orda famelica di signori e signore di tutte le età si era
fiondata su quei volumi, spintonando a destra e a sinistra per
arrivare per prima a quel preziosissimo, muffissimo e incredibilmente
unico e raro "Manuale di Rudimenti dell'Idraulica, Volume 4 di
17, anno 1964". Eh sì, perché di solito la qualità dei volumi
è questa! Fate conto che tra tutti i banchetti esplorati poi con
calma (e chi era con me può testimoniare che non erano pochi e
ciascuno aveva centinaia di volumi) avrò trovato si è no 4 libri.
Eppure a quella gente, che spintona per arrivare per prima a una
copertina già divorata dagli insetti, non importa cos'ha
effettivamente tra le mani, basta che si legga che sia libro che sia
volume che sia stampato che sappia di inchiostro che sia spesso che
abbia una copertina che dica cose che sia tra le loro mani tremanti
di cieco fanatismo e ardore per la carta stampata. Il libro diventa,
così, bello in quanto libro e non più in quanto "libro con su
scritte cose piacevoli". Ricordiamoci che, oggi come oggi,
quando si parla di libro si comprende un'ampia gamma di generi e
titoli: la "Divina Commedia" riposa accanto alle ricette di
Barbara d'Urso, l"Iliade" osserva sconsolata 50 sfumature di romanzi uguali tra loro dall'altra parte dello scaffale e Montale veramente non sopporta il
vicino, quell'antipatico di Fabio Volo. E attenzione, non voglio dire
che classici bene e moderni cacca, perché vi sono TANTI capolavori
scritti ai nostri giorni ma è inevitabile che, coll'alzarsi del
livello di alfabetizzazione, molta più gente abbia iniziato a
scrivere per un pubblico sempre più vasto ed eterogeneo. E nota
bene, non è che tutti dovrebbero mettersi a leggere Manzoni, questo
mi sembra abbastanza scontato, ma chi ama i libri è sicuro di amarli
veramente tutti? No, perché li vedo un giorno acquistare con foga
romanzi rosa del 1971 e l'altro condannare al rogo le 50 sfumature...
"Oh Oh Oh, quanto amo leggere: sono una persona così ORIGINALE!" |
Altri
esempi? Come chi mi segue su Facebook saprà, una volta ho letto di
una signora che orgogliosamente dichiarava di leggere 600-700 pagine
ogni due giorni. Ora, anche i meno ferrati di voi in matematica (non
siete i soli, le divisioni a due cifre non so farle), sapranno che
questo vuol dire sulle 300/350 pagine al giorno. Mi chiedo io: quando
la signora solleverà la sera la testa dal volume dopo che ha
iniziato a leggere alle 9 del mattino, si ricorderà chi è? E cos'ha
letto? Saprà dire se le è piaciuto un libro oppure no? Si sarà
goduta i paesaggi e le ambientazioni o i dialoghi ricchi di pathos?
Mi potreste dire "Eh, ma magari sono romanzi leggeri, mica
devono essere per forza robe impegnative!" e potreste aver
ragione ma, a parte che sono comunque 300 pagine al giorno come
minimo, in ogni caso non sono un po'... tante? "Eh, ma se uno
non ha niente da fare ed è in pensione?" Non rispondo nemmeno a
quest'affermazione, tanto lo sappiamo tutti che nessuno non ha nulla
da fare per 24 ore, tantomeno chi non lavora più. "Eh, ma chi
sei tu per giudicare? Uno non è libero di..." Certo, certo, per
carità, faccio come Ponzio Pilato, do un giudizio ma me ne lavo le
mani, tanto non sono io a dover capire dove son girato a fine
giornata...
"Booklover"
malato è quello che ha il coraggio di riempire la propria libreria (intesa come negozio) solo ed esclusivamente di autori indipendenti di case editrici
indipendenti condendo il tutto con quello che più gli piace: non a
caso di vedono tante copertine tutte uguali in uno spazio già
ristretto di suo. E fidatevi, non è di certo una bella vista! Che
poi, è la stessa gente che, non sapendo come riempire lo spazio, decide di esporre fieramente la "Raccolta Completa dei Diari di
Gramsci" da 130€ perché non sa che altro mettere, come se ci
fosse da essere indecisi quando si hanno 3 o 4 copie tutte uguali dell'Odissea!
Librerie che sembrano negozi di scarpe: tanti begli scaffali,
copertine dai colori accattivanti e poi... libri giganti sulle navi?
Volumetti di 30 pagine a 7€? Guide turistiche della Moldavia
nord-occidentale a 25€ perché di carta strafiga con solo due copie
stampate in tutt'Italia? Libri da colorare a prezzi improponibili?
Ma... stiamo scherzando? Questa per me è una libreria poco seria,
piena di belle parole sulla "bellezza della lettura" ma
poi... in sostanza? Aria fritta che esce dalla bocca di chi dice
"soldi" e non "passione"!
Tirando
un pelo le somme: i "booklover" malati sono quelli che
amano indistintamente leggere, non si fanno domande su quello che
hanno tra le mani. Ignorano che qualcosa possa essere scritto prima
di quello (non per forza devono leggerlo, proprio nemmeno se lo
figurano), considerano il loro autore un genio indiscusso visionario
("guarda, non ha messo la punteggiatura, com'è ribelle e
rivoluzionario!" quando in realtà la gente lo
fa da 250 anni).
A questi individui non interessa il leggere ma il dire di aver letto
(ho conosciuto gente che, dopo aver sfogliato le prime 50 pagine,
dichiarava letto un libro), non il comprare libri belli ma comprare
libri (la stessa persona ha affermato fiera di aver comprato due
borsate piene di libri in francese a Parigi senza sapere il
francese), accumulandoli fino ad invadere la casa. Queste persone
mancano di senso critico per quello che stanno facendo, cervelli
impazziti completamente allo sbaraglio come un cavallo che galoppa
solo nel deserto dei Gobi. Macchine da leggere fabbricate dagli
obbedienti colletti blu del mondo dell'editoria, un mondo popolato da
teneri maialini e furiosi t-rex assetati di sangue. Trovare l'opera
bella e valida diventa sempre di più un'impresa, l'orda si muove
compatta: tutti Bukowski, tutti "L'Insostenibile Leggerezza
dell'Essere", tutti Murakami (me compreso per un certo periodo).
Oh, e così non usi la punteggiatura? Ma che carino che sei... |
Ehm, scusa se te lo dico ma... guarda che sappiamo tutti leggere! |
Ma
questi sono "booklover" malati ed esagerati: fortunatamente
conosco un sacco di persone che, posso affermarlo tranquillamente,
sono pienamente consapevoli di quello che leggono, fanno e pensano,
ciascuno con la propria testa. E voi, vi siete rivisti in quello che
ho scritto o no? Fatemelo sapere qui sotto o su Facebook se vi va! Quest'articolo non lo considero un vero articolo ma
più un mio scritto, una mia riflessione: spero vi sia piaciuta!
Secondo me gli eccessi non vanno mai bene e spesso leggere diventa quasi un lavoro per alcuni, soprattutto blogger. Mi capita spesso di leggere su Facebook post del tipo "E chiedo scusa agli autori e agli editori che mi hanno mandato i loro libri da qualche settimana ma sono pienissima (perché tutte le volte era una blogger, mi spiace) e non sono riuscita a starci dietro, ma risponderò a tutti, pubblicherò tutto, leggerò tutti". Va bene, fai un respiro profondo e renditi conto che non frega a nessuno, si tratta di emergenti o editori che vedono in te un modo per farsi pubblicità quindi rilassati. Questo non lo capisco, leggere dovrebbe essere un piacere, un passatempo, soprattutto in questi casi. Ma qui si tratta di darsi un tono, di sentirsi importanti, di far pensare agli altri "oh ma guarda, che figa!". Beh no, io non definisco figo uno che pensa di essere un brillante recensore e in realtà è solo una passiva vetrina in mano a tutti i neo-scrittori o editori approfittatori. Stesso discorso per l'accattonaggio compulsivo, diretta conseguenza di questo: compro tutto o mi faccio mandare tutto gratis perché voglio tanti tantissimi libri, ma di che libri stiamo parlando in effetti? Sarò io, ma non comprendo.
RispondiEliminaQuello di cui parli tu è un altro aspetto ancora di amore perverso per i libri che non avevo considerato! Alla fine quello che facciamo noi non è un vero lavoro ma un hobby e come tale andrebbe considerato. Alla fine non siamo persone speciali o straordinarie: siamo lettori con la voglia di raccontare di base ma spesso certa gente si dimentica di non essere l'unica a saper leggere!
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