martedì 20 ottobre 2015

Speciale Halloween (1): Yokai, i Mostri Giapponesi!



Ogni cultura, anche la più lontana dalla nostra, ha sviluppato, nel corso dei secoli, e continua tutt'ora, a sviluppare un immaginario fantastico. Con "immaginario fantastico" intendo una serie di figure inventate che popolano le menti della gente immersa nella banalità e povertà quotidiana per farle evadere dalla realtà. Queste forme, che possono avere le origini più disparate, hanno due caratteristiche fondamentali: l'eternità e l'assorbimento
Tofu Kozo
inconscio. L' "immaginario fantastico" è in continuo movimento e formazione, creandosi e annullandosi col passare del tempo: si generano costantemente nuove immagini mentre altre si perdono. Un esempio? Il mostro di Frankenstein, da noi sempre associato ad Halloween o, in generale, all'immaginario macabro Europeo viene accostato al lupo mannaro che, invece, nasce già al tempo dei romani. Altre figure, invece, si sono perse più o meno completamente: Barbablù si è trasformato da mostro a fatto di cronaca. L'assorbimento inconscio, invece, si spiega abbastanza da sé e, in parte, ne ho già accennato prima. Il mostro di Frankenstein, sempre. Quanti di voi hanno letto il romanzo di Mary Shelley? Non tutti, ma TUTTI sanno chi sia questa creatura e che aspetto abbia, non c'è bisogno di raccontarlo. Così, per dire, se in giro vediamo il disegno di un personaggio con due viti nelle tempie cogliamo immediatamente la citazione, senza doverla interpretare.

Miage-Nyudo
Questi presupposti, magari un po' noiosetti e apparentemente inutili, sono fondamentali per poter comprendere che cosa sono gli "Yokai". Potremmo tradurli in vari modi e ciascuno sarebbe, a suo modo, solo parzialmente corretto: mostri, demoni, spiriti tutti, però, di origine Giapponese. Il fenomeno, infatti, è importante notare come sia proprio di questa terra profondamente tradizionalista e che fino al 1843 è rimasta chiusa in sé stessa. Questo ha portato a un rafforzamento notevole delle tradizioni locali e a un fortissimo assorbimento nell'immaginario fantastico collettivo. Per questo molti riferimenti nell'arte o nei fumetti possono sembrarci confusi o insignificanti mente per loro sottendono un insieme di significati molto forti.

Come detto, non esiste una traduzione univoca perché possono essere di tantissimi e numerosissimi tipi. I più famosi sono i Tanuki e i Kappa, il primo un procione trasformista, il secondo una sorta di folletto anfibio che vive negli stagni. Ma, in realtà, possono anche essere oggetti dimenticati che si animano (Bakezori), figure demoniache (Kageonna), mostri terribili (Satori) ma anche spiritelli dispettosi (Betobeto San) e creature mistiche (Baku). Al di là di tutti i mostri che si possono incontrare (sono più di 200 e con lunghe descrizioni!) è interessante chiedersi come nascono e perché sono così importanti nella società Giapponese.
Satori
La maggior parte nasce, molto "banalmente", per spiegare fenomeni sconosciuti che, infatti, spesso avvenivano la notte quando non si vede nulla. Così uno yokai nuvoletta che si nasconde nei campi e imprigiona i piedi dei malcapitati che lo calpestano non è che un cumulo di melma particolarmente denso, una distesa di mani che ti accarezza delle canne
Namahage
smosse dal vento e una trave volante che schiaccia le persone un tragico incidente. Come potete intuire da questi esempi la stragrande maggioranza degli yokai popola la campagna, buia e oscura, e ogni avvenimento che non si riesce a spiegare è attribuito a un essere speciale. Questo vale anche per sensazioni spiacevoli come quella di essere seguiti (Betobeto San) o per luoghi poco piacevoli in cui stare al buio come le latrine (soprattutto se non ci sono fogne). Altri spiriti ancora sono la concretizzazione di moniti o atteggiamenti da seguire o meno: il demone dell'accidia che perseguita chi non fa il proprio dovere (stiamo sempre parlando del Giappone, non a caso) e l'orchessa che si nutre dei bambini che, in città, si rivolgono agli sconosciuti sono ottimi esempi. Altri tipi di yokai sono quegli esseri che provengono dal mare: come nel Medioevo in Europa, anche in Giappone vi era molto timore delle creature che abitavano le profondità marine. Curioso il fatto che vi sono, inoltre, creature molto simili tra le due culture: anche loro hanno le sirene e i "monaci di mari", una sorta di tritoni dalla parte superiore simile a un religioso. Infine, categoria quasi a sé stante, quella dei vecchi oggetti dimenticati. Anche questi hanno, per gli orientali, una loro anima che reclama attenzione: potenzialmente TUTTO può essere uno Yokai!

Hashi Hime



Per oggi mi sembra di aver messo molta carne al fuoco ma non temete che martedì prossimo tornerò sull'argomento parlando dei riferimenti a questi Yokai nei manga. Ne parlo nel prossimo articolo, ma già vi anticipo, se volete, dove trovare tutto quello che vi serve su questi mostriciattoli. La Kappa Edizioni ha pubblicato "L'Enciclopedia dei Mostri" di Shigeru Mizuki, un grandissimo mangaka (autore di manga) che è anche la più grande fonte per quest'articolo. In questo bel volumetto troverete raccolti gli yokai in ordine alfabetico con bellissime illustrazioni (quelle di quest'articolo) e lunghe descrizioni! Altrimenti, per conoscerli tutti assieme, da qui fino al 31 ogni giorno a mezzanotte pubblicherò sulla pagina Facebook uno yokai con tanto di descrizione: venite a trovarmi oppure ci si vede martedì prossimo!


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