Ogni
cultura, anche la più lontana dalla nostra, ha sviluppato, nel corso
dei secoli, e continua tutt'ora, a sviluppare un immaginario
fantastico. Con "immaginario fantastico" intendo una serie
di figure inventate che popolano le menti della gente immersa nella
banalità e povertà quotidiana per farle evadere dalla realtà.
Queste forme, che possono avere le origini più disparate, hanno due
caratteristiche fondamentali: l'eternità e l'assorbimento
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Tofu Kozo |
inconscio.
L' "immaginario fantastico" è in continuo movimento e
formazione, creandosi e annullandosi col passare del tempo: si generano costantemente nuove immagini mentre altre si perdono. Un esempio? Il mostro di
Frankenstein, da noi sempre associato ad Halloween o, in generale,
all'immaginario macabro Europeo viene accostato al lupo mannaro che,
invece, nasce già al tempo dei romani. Altre figure, invece, si sono
perse più o meno completamente: Barbablù si è trasformato da
mostro a fatto di cronaca. L'assorbimento inconscio, invece, si
spiega abbastanza da sé e, in parte, ne ho già accennato prima. Il
mostro di Frankenstein, sempre. Quanti di voi hanno letto il romanzo
di Mary Shelley? Non tutti, ma TUTTI sanno chi sia questa creatura e
che aspetto abbia, non c'è bisogno di raccontarlo. Così, per dire,
se in giro vediamo il disegno di un personaggio con due viti nelle
tempie cogliamo immediatamente la citazione, senza doverla
interpretare.
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Miage-Nyudo |
Questi
presupposti, magari un po' noiosetti e apparentemente inutili, sono
fondamentali per poter comprendere che cosa sono gli "Yokai".
Potremmo tradurli in vari modi e ciascuno sarebbe, a suo modo, solo
parzialmente corretto: mostri, demoni, spiriti tutti, però, di
origine Giapponese. Il fenomeno, infatti, è importante notare come
sia proprio di questa terra profondamente tradizionalista e che fino
al 1843 è rimasta chiusa in sé stessa. Questo ha portato a un
rafforzamento notevole delle tradizioni locali e a un fortissimo
assorbimento nell'immaginario fantastico collettivo. Per questo molti
riferimenti nell'arte o nei fumetti possono sembrarci confusi o
insignificanti mente per loro sottendono un insieme di significati
molto forti.
Come
detto, non esiste una traduzione univoca perché possono essere di
tantissimi e numerosissimi tipi. I più famosi sono i Tanuki e i
Kappa, il primo un procione trasformista, il secondo una sorta di
folletto anfibio che vive negli stagni. Ma, in realtà, possono anche
essere oggetti dimenticati che si animano (Bakezori), figure
demoniache (Kageonna), mostri terribili (Satori) ma anche spiritelli
dispettosi (Betobeto San) e creature mistiche (Baku). Al di là di
tutti i mostri che si possono incontrare (sono più di 200 e con
lunghe descrizioni!) è interessante chiedersi come nascono e perché
sono così importanti nella società Giapponese.
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Satori |
La
maggior parte nasce, molto "banalmente", per spiegare
fenomeni sconosciuti che, infatti, spesso avvenivano la notte quando
non si vede nulla. Così uno yokai nuvoletta che si nasconde nei
campi e imprigiona i piedi dei malcapitati che lo calpestano non è
che un cumulo di melma particolarmente denso, una distesa di mani che
ti accarezza delle canne
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Namahage |
smosse dal vento e una trave volante che
schiaccia le persone un tragico incidente. Come potete
intuire da questi esempi la stragrande maggioranza degli yokai popola
la campagna, buia e oscura, e ogni avvenimento che non si riesce a
spiegare è attribuito a un essere speciale. Questo vale anche per
sensazioni spiacevoli come quella di essere seguiti (Betobeto San) o
per luoghi poco piacevoli in cui stare al buio come le latrine
(soprattutto se non ci sono fogne). Altri spiriti ancora sono la
concretizzazione di moniti o atteggiamenti da seguire o meno: il
demone dell'accidia che perseguita chi non fa il proprio dovere
(stiamo sempre parlando del Giappone, non a caso) e l'orchessa che si
nutre dei bambini che, in città, si rivolgono agli sconosciuti sono
ottimi esempi. Altri tipi di yokai sono quegli esseri che provengono
dal mare: come nel Medioevo in Europa, anche in Giappone vi era molto
timore delle creature che abitavano le profondità marine. Curioso il
fatto che vi sono, inoltre, creature molto simili tra le due culture:
anche loro hanno le sirene e i "monaci di mari", una sorta
di tritoni dalla parte superiore simile a un religioso. Infine,
categoria quasi a sé stante, quella dei vecchi oggetti dimenticati.
Anche questi hanno, per gli orientali, una loro anima che reclama
attenzione: potenzialmente TUTTO può essere uno Yokai!
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Hashi Hime |
Per
oggi mi sembra di aver messo molta carne al fuoco ma non temete che
martedì prossimo tornerò sull'argomento parlando dei riferimenti a
questi Yokai nei manga. Ne parlo nel prossimo articolo, ma già
vi anticipo, se volete, dove trovare tutto quello che vi serve su
questi mostriciattoli. La Kappa Edizioni ha pubblicato
"L'Enciclopedia dei Mostri" di Shigeru Mizuki, un
grandissimo mangaka (autore di manga) che è anche la più grande
fonte per quest'articolo. In questo bel volumetto troverete raccolti
gli yokai in ordine alfabetico con bellissime illustrazioni (quelle
di quest'articolo) e lunghe descrizioni! Altrimenti, per conoscerli tutti assieme, da qui fino al 31 ogni giorno a mezzanotte pubblicherò sulla pagina Facebook uno yokai con tanto di descrizione: venite a trovarmi oppure ci si vede martedì prossimo!
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