Bentornati
a questo breve viaggio attraverso la storia della letteratura
occidentale. Sfortunatamente, avendo così tanti argomenti da
proporvi, questa collana sfugge un po' in secondo piano ma, come
sempre, serve da tenersi lì, qualora qualcosa non torni o si voglia avere qualche tipo di inquadramento culturale. Vi ricordo, quindi, che non troverete
grandi approfondimenti sul periodo analizzato, questo volo d'uccello
superficiale serve giusto per rinfrescare qualche nozione liceale,
cosa che non fa mai male. Ora non perdiamo altro tempo e andiamo a
vedere insieme l'umanesimo e il rinascimento!
L'ultima
volta avevo concluso con il Medioevo e la nascita della lingua
italiana (potete recuperare QUI), trattata come argomento un po' a parte. Infatti abbiamo
parlato di Boccaccio e Petrarca che, a conti fatti, sono tra i primi
umanisti. In realtà il periodo che vediamo ora non è molto
definito: umanesimo e rinascimento sono a volte utilizzati come
sinonimi, altre volte si nega la loro esistenza o, in generale, le
date che li delimitano sono così vaghe da non permettere di
inquadrare un periodo specifico. Giusto per farci un'idea, potremmo
sistemare l'umanesimo tra il 1300 e gli ultimi anni del 1400, mentre il
rinascimento dalla scoperta dell'America fino al concilio di Trento.
Io in primis non sono d'accordo con questa divisione ma, almeno per
oggi, teniamocela buona!
Cosa
cambia rispetto al tardo Medioevo? In realtà molto poco, almeno
inizialmente. Il punto cardine è lo studio del greco antico e la
riscoperta di testi e frammenti che servono da ispirazione ai vari
autori. Testi, questi, provenienti anche da una tradizione latina non
ufficiale, non riportata dalla
copiatura dei monaci amanuensi.
Troviamo così una serie di studiosi come Poggio Bracciolini,
Coluccio Salutati e altri che diventano degli "Indiana Jones"
a zonzo per l'Europa, alla ricerca di novità e informazioni in ogni
ambito. Il fenomeno più importante, tuttavia, lo si ebbe solo nel
1453 con la presa di Costantinopoli da parte degli Arabi. Ciò diede
via a una "migrazione" di studiosi alessandrini verso
occidente che portarono una moltitudine di testi che la gente, fino a
poco prima, nemmeno si poteva immaginare. Era la nascita del primo
movimento filologico nel senso più moderno del termine (Lorenzo
Valla, un nome sopra tutti). Era la nascita di un pensiero nuovo, il
Rinascimento appunto.
Poggio Bracciolini |
Quest'ondata
di cultura e informazione portò maggiore consapevolezza negli
studiosi e pure nelle corti che iniziarono a sostentare diversi
individui di spicco in un gioco di rivalità culturali. Firenze,
Ferrara, Mantova e Napoli divennero il teatro di "sfide"
culturali tra Pico della Mirandola, Ariosto, Machiavelli e tantissimi altri. Ho citato
tre studiosi appartenenti a tre ambiti diversi (filosofia,
letteratura e politica) perché queste discipline, da questo momento
in poi, si fusero ancor più che nel Medioevo, portando alla nascita
di studiosi a tutto tondo, consci del loro ruolo e della cultura di
cui si facevano carico.
In
questo senso divenne sempre più forte la spinta a vedere l'uomo al
centro del mondo e dell'universo: un antropocentrismo che si opponeva
a un teocentrismo Medievale, con Dio centro dell'universo. Ciò
portò, almeno inizialmente, a una laicizzazione del sapere
influenzata dalla nuova filosofia greca di Platone che si incanalava
nella scuola dei neoplatonici fiorentini di Marsilio Ficino, poi
portata avanti dal già citato Pico della Mirandola. L'uomo divenne
anche centro della vita quotidiana e molti architetti iniziarono a
progettare le città sempre più a misura d'uomo. Iniziarono così
gli studi per la città ideale di cui, ad esempio, Leonardo da Vinci
fu un cultore. Ma con l'idea di persona si sviluppa anche quella di
cittadinanza e la politica entra, quindi, a pieno titolo tra le
scienze di grandissimo rilievo: citare "il Principe" di
Nicolò Machiavelli è quasi superfluo!
In
ambito letterario la riscoperta dei poemi medievali d'arme e d'amore
influenzò gli scrittori di corte a tal punto da far loro comporre
nuove opere, simili ma dai tratti completamente diversi: "Orlando
Innamorato" di Boiardo prima e "Orlando Furioso" di
Ariosto poi ne sono un esempio lampante! Amore, avventura e mistero,
spesso accompagnati da una buona dose di ironia, erano i cardini base
su cui si muoveva la letteratura. Tuttavia, parallelamente, a volte
incrociando il sentiero di queste opere maggiori, la cultura popolare
trovava spazio sia come poema eroicomico ("Morgante" di
Pulci, "Baldus" e "Orlandino" di Teofilo Folengo
due grandi esempi), sia come poesia pura (il Burchiello e Lorenzo de
Medici per citare qualcuno), ma soprattutto nel teatro che vide
fiorire moltissime opere di eccellenza. "La Mandragola" di
Machiavelli, "la Secchia Rapita" di Tassoni, le opere di
Ruzante, Ariosto e Giulio Cedare Croce fanno da modello in
quest'ambito, per non parlare dello scomodo Pietro Aretino! La vita
di corte, che andava intensificandosi e complicandosi, come abbiamo
visto, richiese sempre più un codice di regole comportamentali:
nacquero così "Il Galateo" di Della Casa e "Il
Cortigiano" di Castiglione.
Ovviamente
questo non è che uno scialbo elenco di nomi e di opere di cui, però,
non è questa la sede per parlarvi approfonditamente. Il Rinascimento è un
periodo complicatissimo, di risonanza Europea, non solo italiana, e
come abbiamo visto investe tantissimi ambiti che si mescolano e
intrecciano tra di loro. Se volete, quindi, che mi soffermi
particolarmente su un determinato autore ditemelo e vedrò cosa posso
fare, pur tenendo presente che, comunque, non ho approfondito ancora
tutto quanto per ovvi motivi di tempo! In ogni caso sentirete parlare
spesso di questi autori nei miei articoli in futuro...
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