E
buongiorno a tutti quanti, dopo un tempo incredibile che non ci
sentivamo! Oggi, come avrete capito dal titolo, non sono qui per
parlarvi di libri ma di una mia esperienza di viaggio. Prima di
iniziare con qualunque tipo di premessa però 2 cose. 1) Questo
brano, per mantenere fresca e genuina (come una mozzarella Vallelata)
l'esperienza di viaggio, lo sto scrivendo di getto=non rileggo ciò
che scrivo=ci saranno errori di battitura e non solo=non è che sono
scemo o altro se vedete degli strafalcioni lessicali o cose simili,
non abbiatene (come se anche nei brani che controllo non ci fossero
erroracci schifosi, ma vabbè). Altra cosa: voglio ricordare a tutti
quanti del raduno del blog che si terrà SABATO 10 MAGGIO AL
SALONE INTERNAZIONALE DEL LIBRO DI TORINO ALLE ORE 14:00 E DI CUI VI
PARLO qui. I dettagli li
trovate tutti nel link che vi ho messo ma se non vi è chiaro
qualcosa chiedete pure o fatemi sapere robe!
Detto
ciò iniziamo... con un'altra premessa! Chi non segue permanentemente
il blog ed è qua per caso e vuole leggersi questo stracazzo di
articolo (scusate il francesismo) lo può trovare al paragrafo
successivo mentre qui due righe per chi mi segue più assiduamente.
Ok, sappiate che non sono impazzito: so che il blog si chiama
Letterarte (il che fa pensare a dei libri circa di solito) e che
fin'ora abbiamo trattato prevalentemente di libri MA, se vi
ricordate, nel primissimo articolo scritto vi avevo detto che questo
è un blog di CULTURA e non solo di LETTERATURA. Così ho deciso di
regalarvi la mia esperienza di un viaggio, seppur piccolo, da legare,
se così si può dire, alla collana "Abordodilibro".
Perchè? Perchè viaggiare con i libri, con le letture,
sfortunatamente non basta: per quanto ci si possa immedesimare nel
protagonista (e nel prossimo articolo della collana lo faremo molto
bene) il viaggio rimane un'esperienza sensoriale da vivere in prima
persona incontrando la gente, gli odori, i sapori e ascoltando i
rumori tipici di una città lontana dalla nostra che porta una
ventata di fresca novità (no, non lavoro per un'agenzia turistica
comunque). E così, come fin'ora vi ho regalato brani informali di
opere serie ho pensato di condividere questo mio piccolo viaggio con
tutti voi! Spero vi possa divertire e spero vi invogli a viaggiare ed
esplorare culture diverse dalla nostra!
Questa
invece è un'avvertenza per tutti che non sarebbe necessaria in un
clima di pace mondiale ma che sul web, dove giornalmente si combatte
una guerra mondiale digitale fatta di insulti e di minacce, è bene
fare. In questo articolo si parla di Serbi e Bosniaci, due etnie che
molto recentemente sono entrate in guerra (di quelle serie, non come
in Ucraina ora che ci sono, al confronto, solo poche scaramucce) e vi
accennerò anche al periodo comunista di Tito in Jugoslavia. Ora, io
sono un classe '94, non fo vissuto, visto o sperimentato NULLA, dal
punto di vista storico, di quello di cui vi parlerò. Anche a scuola
l'argomento viene trattato poco e la mia fonte si informazione è
piuttosto vaga (mio padre che di queste cose comunque se ne intende
un po'). Quindi di sicuro (ma non è che lo faccio per tirarmela, è
un di sicuro seriamente) CI
SARANNO FORTI IMPRECISIONI DAL PUNTO DI VISTA STORICO E PER QUANTO
RIGUARDA DATE E INTENZIONI DELLE PARTI IN CAUSA NON POSSO ASSICURARE
NULLA: FATTO STA CHE CERCHERO' IN TUTTI I MODI DI RIPRODURRE LE COSE
A GRANDI LINEE COME SONO ANDATE (NON SCRIVO TUTTE E SOLO PUTTANATE,
QUESTO E' IL SENSO). IL GIUDIZIO CHE POSSO DARE E' DEL TUTTO
PERSONALISSIMO E NON E' VOLTO AD OFFENDERE NESSUNO NELLO SPECIFICO MA
E' UN SEMPLICE PUNTO DI VISTA, NULLA DI PIU'!!! NON SONO CONTEMPLATI
O TOLLERATI RAZZISMI E DISCRIMINAZIONI DI ALCUN TIPO PER QUANTO
RIGUARDA LE ETNIE E LE RELIGIONI COINVOLTE; MIRO SOLO A DARE UNA
VISIONE PIU' OGGETTIVA POSSIBILE (spero
si essere stato chiaro!!!!!!). Ma detto questo, iniziamo!
Innanzitutto
chiariamo dove e per quanto sono stato nei vari luoghi: partiti
venerdì per la serba Belgrado ci siamo diretti domenica nella
bosniaca Sarajevo da cui, dopo un' escursione giornaliera a Mostar
martedì, mercoledì siamo tornati a Belgrado per poi tornarcene in
Italia il venerdì dopo (insomma dal 25 fino a ieri, il 2).
Non vi riporterò il nome di ogni singola chiesa/monumento perchè:
1) questa vuole essere un'esperienza di viaggio condivisa, non una
guida vera e propria; 2) scrivo tutto sul momento e non ricerco tutti
i nomi precisi anche perchè alcuni me li ricordo; 3) le due capitali
non sono enormi e le cose, se ci andate, le troverete da soli; 4) non
posso ricordarmi i nomi di tutte le moschee di sarajevo perchè non
ho familiarità con l'arabo.
In ogni caso se volete poi delle indicazioni più precise scrivetemi
o in privato o qua sotto in commento e ovviamente vi riempio di link
e indormazioni. Io ho viaggiato con i miei genitori (2+1=3) e siamo
andati da soli, non in gruppi o con guide locali di sorta ma anzi
armati di guide turistiche prese in prestito e non proprio
dettagliatissime.
Dunque,
cerchiamo di dare questo stramaledetto quadro storico? Senza
complicarci troppo: c'erano i romani, poi i barbari, poi l'impero
romano d'oriente (ortodosso) che si è trasformatp anche lì in regno
ottomano (mussulmano). Per diversi secoli il territorio è rimasto il
loro finchè, almeno per un po', non sono arrivati gli austriaci
(cattolici). In parte il tutto era sotto l'impero austro-ungarico, un
po' era semi indipendente ma fatto sta che nella regione della
Bosnia, circa verso la Serbia, c'è una piccola fascia montuosa in
cui vivono diversi serbi, seppur in territorio bosniaco, che vogliono
l'indipendenza. Tra questi vi è Gavrillo Princip,
colui che nel 1914 sparò a Sarajevo all'arciduca Ferdinando Emanuele
Filippo Salvatore Ermanno (mi sembra si chiamasse proprio così)
facendo scoppiare la prima, e così di consguenza anche la seconda,
Guerra Mondiale (anche se l'assassino viene in quella regione adorato
come eroe nazionale dell'indipendenza).
Finisce la II G.M. (Giovane Marmotta) e tutti quegli stati balcani
passano sotto il partigiano Tito che aveva scacciato Tedeschi e
Italiani fascisti da quei territori. Tito è un comunista un po'
ribelle e, finchè c'è Stalin, non lo accetta. Poi passa sotto il
controllo dell' U.R.S.S. pur facendo un po' di testa sua: infatti è
uno degli stati fondatori (quello Jugoslavo, non Tito) della
federazione dei paesi non allineati nel blocco che divise in due il
monso durante la guerra fredda. E
fu così che, seppur sotto l'ala comunista, riuscì in una magnifica
impresa diplomatica non solo con i paesi occidentali come gli U.S.A.
ma anche con i territori interni alla Jugoslavia che stavano tutti
belli uniti. Ma questa pace non era destinata a durare: nel 1980 Tito
muore e, quando poi cade il muro di Berlino, ogni stato vuile la sua
indipendenza. Alcuni, come
la Slovenia, la trovano facilmente per via di confini naturali,
mentre altri stati cominciano a farsi la guerra tra di loro.
Questo è il caso di Croazia, Serbia, Montenegro, Kossovo e Bosnia ed
Herzegovina (una regione della Bosnia più verso il mare). Serbia e
Montenegro hanno dapprima mosso la guerra bombardando le isole della
Croazia e compiendo stragi in Bosnia per via di quella porzione di
terra già vista col Gavrillo (che poi in quei monti comunque sono
pochissimi i Serbi che ci vivono).
Miloseviç, il leader super conservatore serbo, non si fa scrupoli a
bombardare dalle alture circostanti Sarajevo per 3 mesi e mezzo
facendo circa 10 mila morti (sono stato su quelle alture e bombardare
da lì era uno scherzo, si vede tutta la città). Ovviamente hanno
colpito scuole e vari edifici storici come il vecchio comune che
conteneva tantissimi manoscritti andati ora perduti!
Ma questo non è nulla rispetto al massacro compiuto da loro a
Sebrenizva (non
so se si scrive così, non credo, ma questa è la pronuncia).
Un generale Serbo ha attaccato ferocemente questa cittadina un tempo
conquistata dai mussulmani a scapito degli ortodossi bizantini (tutto
fiero parla di "vendetta") per cui la gente è dovuta
fuggire in massa verso i monti (si sta parlando di civili quindi
anche bambini, donne incinte e non e anziani).
Da lì tre possibilità: 1) consegnarsi ai Serbi che avevano promesso
di risparmiare chi si fosse arreso (cosa falsa perchè hanno
giustiziato sommariamente interi furgoni pieni di gente scaricando i
corpi in fosse comuni); 2) scappare per le montagne nascondendosi coi
Serbi che catturavano e ammazzavano chi incontravano (e ne hanno
uccisi diversi); 3) andare alla base della NATO (che non faceva nulla
anche per via dell'influsso dell'ex unione sovietica)
dove però un plotone di soldati Olandesi che non vedevano di buon
occhio i cittadini (il graffito "No
teeth? A moustache? Smells like shit? Serbian Girl!"
penso parli chiaro)
ha fatto entarre in quest'are a sicura solo 5000 tra donne e bambini
allontanando gli altri (anche loro scappati per i monti e molti
intercettati). Quello di Sebrenizva è il più grande massacro
sistematico in Europa dopo quello Nazista che ha causato più di 8000
morti (alcune fosse comuni non sono ancora state riesumate).
Tutto questo pensate 20 anni fa e per motivi alla fine di carattere
prettamente religioso. La NATO intervenì con diverse sanzioni ma la
Serbia se ne fottè e dichiarò, sempre con Miloseviò, guerra al
Kossovo. A questo punto la NATO, e l'Italia con lei, intervenne
mandando delle truppe: sono quei soldati che ancora oggi muoiono di
leucemia perchè la Serbia ha utilizzato PALLOTTOLE AL PLUTONIO (O
URANIO ARRICCHITO) contravvenendo a non so quante migliaia di
trattati internazionali.
La soluzione da prendere fu una sola: Belgrado venne per 3 mesi
bombardata. Miloseviç però con dei brogli continuava a rimanere al
potere finchè nel 2000 una rivolta popolare non l'ha cacciato.
Condannato dal tribunale dell'Aia è morto in carvere nel 2006. E
così finisce questa "piccola" introduzione storica.
Nell'articolo immediatamente successivo invece parlo dell'esperienza
di viaggio in sè, seguitemi!
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