Tutti
noi, almeno una volta nella vita, siamo venuti a contatto con Cirano
de Bergerac: vuoi leggendo delle versioni ridotte da bambini, vuoi
andando a vedere spettacolini alle medie o rimandi al personaggio in
vari cartoni animati per non parlare di Guccini, Depardieu e altri
riferimenti culturali sparsi. Lui e il suo "nasone che lo
precedeva di mezz'ora" sono sempre stati presenti in molti
momenti, in maniera più o meno evidente, nel nostro immaginario
romantico. Ma chi è veramente Cirano (o Cyrano) de Bergerac? Scopriamolo
insieme facendo un piccolo tuffo indietro nel tempo.
Depardieu che fa cose tra un vinello e l'altro |
Edmond
Eugène Alexis Rostand (1868-1918) era un drammaturgo come tanti in
Francia e aveva composto, prima del 1897, giusto qualche opera
teatrale e una raccolta di poesie (tranquilli, tanto in Italia non avranno tradotto nulla, inutile cercare). Poi scrisse il "Cirano de
Bergerac".
Quando, alla fine del primo tempo, il pubblico si
alzò in piedi ad applaudirlo senza sosta Edmond capì che, quella
volta, aveva fatto un colpaccio. Addirittura dietro le quinte venne a
fargli visita un ministro che si staccò la spilla della legione
d'onore e gliela affibiò senza troppi giri di parole. Rostand si
aspettava una carriera rose e fiori che lo incoronasse a genio della
letteratura francese e... così non fu. Come accade a molti ancora
adesso che, fatta una grande opera, vengono prima omaggiati come
divinità scese in terra e poi spariscono nel nulla, così il nostro
autore compose, certamente, diverse altre opere ma nessuna ebbe mai
l'onore di essere anche solo minimamente comparate col "Cirano
de Bergerac", nemmeno il suo ultimo lavoro, il più complesso,
quello a cui aveva dedicato uno sforzo maggiore, "Chantecler"
(il gallo del pulito), fu un vero e proprio fiasco. Ora di Rostand
non rimane che un cognome anonimo
scritto a lato di una delle più
toccanti e romantiche (nel senso stretto del termine) opere teatrali
del 1800: ma perché?
Un drammaturgo come tanti... |
... ma con dei baffi (e una pelata) mica da ridere! |
Il
messaggio del Cirano è, oramai, diventato scontato a parole come il
"ti amo più di ieri e meno di domani" dei Baci Perugina
ma, nei fatti, pare che la gente (ragazzi e ragazze nessuno escluso)
se ne sia dimenticata insieme, spesso, al buon senso: che tu sia
brutto o che tu sia bello l'importante è che tu sia una persona che
sappia amare e non uno stoccafisso sotto sale per quanto fisicamente
attraente. Cirano non è bello, ha un naso gigantesco, ma sa comporre
poesie che fanno sciogliere il cuore di chiunque si trovi nei dintorni a
sentirlo declamare, maschio o femmina che sia, ed è leale e sempre
pronto a prendersi gioco di spocchiosi leccaculo dimostrando un
coraggio da leone e una grinta senza pari. Cristiano, invece, il
suo rivale in amore ma, allo stesso tempo, amico è bellissimo, un
vero eroe sul campo di battaglia di Venere e di Marte, ma non sa
spiccicare due parole senza impantanarsi come un trattore nel fango.
SPOILER!
(non
è essenziale leggersi quest'orribile riassunto per gustarsi
l'articolo, quindi evitate pure)
Cirano,
per amore di Rossana (sua cugina, tra l'altro) che pensa non lo vorrebbe a causa del suo naso,
decide di aiutare l'amico Cristiano, altrettanto cotto della bella
signora, e compone al posto suo lettere d'amore per l'amata e
discorsi pieni di affetto e tenerezza. I due giovani si fidanzano ma
vengono presto divisi dalla guerra e la scena si sposta sul fronte.
Qui il nostro romantico protagonista rischierà spesso la vita per
consegnare le lettere da spedire a Rossana da parte di Cristiano
(sempre scritte da lui): tutto sembra andare per il meglio, se così
si può dire, finché lei non giunge al fronte e intuisce chi è il
vero autore di quelle missive anche se Cirano, fino alla fine,
negherà l'accaduto nonostante Rossana si dica disposta ad amarlo,
nonostante il naso, se egli fosse il vero autore di tutte quelle
dolci parole che le sono arrivate. La tragedia romantica non è,
tuttavia, che appena iniziata: Cristiano infatti muore ferito da un
proiettile tra le braccia dell'amata senza aver il coraggio di
rivelare chi fosse l'autore di tutte quelle lettere. La scena si
sposta, per l'ultima volta, a Parigi dove Rossana sta in convento e
Cirano, ferito dalla guerra e ormai vecchiotto, le fa visita
quotidianamente. Un giorno, però, viene assalito da un gruppo di
nemici che lo feriscono a morte: riesce a stento a giungere al
convento dove morirà non prima di aver ripetuto a memoria una delle
lettere del periodo della guerra che aveva scritto per Cristiano.
Rossana capisce che la persona che ha sempre amato era Cirano, il
vero compositore di quelle bellissime parole, ma ormai è troppo
tardi e la tragedia si conclude qua...
Non ho resistito... |
FINE
SPOILER!
La
tragedia è bella, per carità, ma perché riscosse un successo così
clamoroso? La fine del 1800, si sa, non fu proprio il periodo più
romantico della storia della letteratura e, anzi, la donna non era
vista dagli autori del tempo come una tenera amante ma come una
conquistatrice inflessibile,
spietata dominatrice. La realtà è che
un vero e proprio "romanticismo" in Francia non v'era mai
stato! Tutto quel periodo di inizio 1800 che vedeva le emozioni e gli
ideali posti su un piedistallo al di sopra della scienza e della
ragione era arrivato in ritardo (rispetto non solo all'Europa ma
anche all'Italia, il che è tutto dire) a causa, principalmente, degli influssi di una
rivoluzione ancora non troppo distante nel tempo e nello spazio. Nel
momento in cui un certo bisogno di espressione di sentimenti non
viene soddisfatto e rimane sopito si trasforma in una pentola a
pressione rotta piena di vapore: quand'è troppo esplode!
La donna-sfinge per Moreau |
E
così i Parigini, o meglio i Francesi, avevano bisogno di tornare ad
amare di quell'amore che oggi è tanto stereotipato (la frase del
bacio come apostrofo delle parole "t'amo" da dove pensate
che venga?) ma che loro sentivano come vero e proprio, fin quasi
nazionale. E, veramente, per il resto il Cirano non ha alla fine
molto altro da aggiungere o da darci: un'opera semplice, se vogliamo,
intrisa di un romanticismo ricercato che però non lascia spazio a un
serio approfondimento dei personaggi. Cirano, ad esempio, è molto
più complesso e articolato nella canzone di Guccini che in tutta
l'opera! Che non vuol dire che sia un male, ma che si è voluto
puntare ad altro. Il Cirano più che un'opera bella in sé (e non
fraintendete, è veramente geniale) ci appare così ricco e
straordinario perché ha avuto un'importanza da non sottovalutare
nella nostra concezione di amore e di affetto verso il prossimo.
Ma
siete sicuri che Cirano de Bergerac sia solo un personaggio
bidimensionale di una tragedia francese? E se invece vi dicessi che
Cirano de Bergerac è esistito veramente? E se vi dicessi che Cirano de Bergerac fu uno
scrittore e alchimista? E se vi dicessi che Cirano de Bergerac morì in circostanze
misteriose? E se vi dicessi che ve ne parlerò sabato prossimo, di Cirano de Bergerac?
Lunedì alle 14, intanto, se fossi in voi darei un'occhiata alla pagina FB...
Paint level: Masterchef! |
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