Ammetto
che, quando la mia ormai ex professoressa del liceo mi regalò
"L'Affaire Moro" di
Sciascia, rimasi un po' perplesso e dubbioso di fronte all'opera. Non
che non mi fidassi di chi me l'aveva dato oppure della nobiltà del
tema o del valore dell'autore ma, per una serie di motivi, non sapevo
come avrei potuto reagire di fronte a un libro del genere: ci avrei
capito qualcosa? Sarei stato in grado di tener testa a un periodo
storico che, per motivi anagrafici, non conosco quasi per nulla (la
prima edizione del libro ha la mia età, per intenderci) ? Sciascia,
al contrario del suo "Candido",
mi avrebbe catturato, stavolta? Aprii il libro una sera di inizio
marzo e, dopo un paio di giorni scarsi, lo richiusi: l'avevo divorato
in sole due serate di lettura.
"L'Affaire
Moro" è, sicuramente, un
libro molto particolare: l'autore stesso l'ha sempre definita "opera
di verità" e non "opera letteraria" e, sinceramente,
non posso che dargli ragione!
Non è un bel libro perché scritto bene (anche se lo è, a conti fatti) ma perché
il suo intento è quello di riportare la verità. Anzi, più
precisamente, l'autenticità e umanità di sentimenti di un essere
umano come tutti: l'Aldo Moro di Sciascia non è un politico ma un
Uomo. Un Uomo disperato di fronte a una morte feroce e spietata, un Uomo disperato di fronte a chi gli ha voltato le spalle.
E, in quanto Uomo, egli è il protagonista, insieme all'Italia
intera, della Storia che fa più che altro da sfondo alla vicenda. La tragedia umana recita da sola sul palcoscenico della vita.
E
quindi, proprio per questo motivo, sullo svolgersi delle vicende, non
ho intenzione di fare alcun riassunto: non è l'argomento veramente
centrale nell'opera e, sinceramente, non mi sento di sintetizzare, cosa spesso Molto pericolosa, fatti
o avvenimenti di cui non mi sento sicuro. Però, in breve, le cose si
sono svolte così: il 16 marzo 1978 il politico Aldo Moro viene rapito dalle
Brigate Rosse, un gruppo si estremisti terroristi di estrema
sinistra, ed è tenuto in ostaggio fino al 9 maggio, quando fu
ritrovato il suo corpo. I sequestratori avevano chiesto un riscatto
che i colleghi della vittima, appartenenti alla Democrazia Cristiana,
capeggiata da Giulio Andreotti, non hanno voluto mai consegnare nella
"speranza" (sincera o meno che essa fosse, emerge chiaramente il fatto che il nostro protagonista stesse diventando un personaggio scomodo) di ritrovare il loro compagno che, nel
frattempo, scongiurava che si scendesse a patti coi criminali: a
quale dei due gruppi essi appartenessero dovete deciderlo voi.
9 maggio 1978 |
E
non è che, a dire il vero, abbia tanto da aggiungere: il mio vuole
essere l'invito alla lettura di un'opera che dev'essere affrontata e
non raccontata dal momento che esprime dei sentimenti e delle
emozioni. Più che ordinarvi consigliarvi caldamente di comprarlo
che posso fare? Mi dispiace non aver potuto dire di più ma aspetto,a
tal proposito, le Vostre opinioni su questo libro: che ne pensate?
Mi scuso ancora per la brevità scandalosa e
imbarazzante di questo
articolo dovuta sia alla sua natura (è proprio uno di quei libri da leggere e gustarsi appieno) sia a problemi di organizzazione interna (chi mi conosce lo sa) ma mi farò perdonare: ho in mente, per sabato prossimo,
qualcosa di MOLTO speciale: non so come uscirà, se singolo o in più
parti, e quanto sarà lungo ma vi assicuro che è qualcosa di
Monumentale! Nel frattempo vi invito anche a venirmi a trovare su Facebook perché in settimana annuncerò delle importanti novità! A sabato prossimo!
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