Ci
sono dei punti fissi nella nostra cultura occidentale che, anche
senza averli affrontati nel dettaglio, rappresentano un bagaglio
culturale per tutti noi: tra questi vi è l'Odissea (un uomo viaggia
per mare), la "Divina Commedia" (Dante si fa una vacanza
nell'oltretomba) e "Romeo e Giulietta" di Shakespeare (due
tipi si innamorano e muoiono) per citare i più noti. Magari non li
abbiamo approfonditi (io, ad esempio, non ho mai letto nessuna delle
opere citate in versione Integrale) ma ne conosciamo, anche solo in
maniera raffazzonata, la trama e sappiamo riconoscerne, per dire, una
parodia. Tutto il mondo, nel 2015, è paese ma ogni cultura mantiene,
tuttavia, un suo patrimonio personale: anche quella orientale. E
l'opera che, a conti fatti, è più significativa e incisiva per
molti aspetti oggi in Cina e Giappone è il romanzo "Viaggio in
Occidente" di Wu Cheng'En.
|
Il nostro autore |
Per
conoscere quest'opera non è indispensabile sapere molto del suo
autore: Wu Cheng'En (1500 d.C. - 1582 d.C.) non è famoso per altre
opere e ha tratto la trama del suo capolavoro da una serie di
leggende precedenti che ha legato assieme creandone un romanzo.
L'effettivo merito di questo mediocre scrittore è di aver saputo
unire mito, religione, satira ed avventura cucendo assieme racconti
popolari sotto forma di una trama unica (un po' come è accaduto da
noi con l'Odissea e l'Iliade) che ha un senso e presenta pure una
certa evoluzione dei personaggi (seppur minima) strada facendo.
Il
romanzo, di 100 capitoli, è diviso in due parti: la prima,
"Scimmiotto in Cielo", è composta dai primi 6 mentre gli
altri costituiscono il vero "Viaggio in Occidente". La
storia si svolge in una Cina fantastica di migliaia di anni fa e
popolata da personaggi religiosi e mitici (santi immortali, draghi e
divinità) che convivono tranquillamente con contadini,
|
"Monkey King" è l'ultimo film su questa parte |
briganti e
imperatori. In questa terra tutto può accadere: si può continuare a
vivere per un tempo praticamente infinito ma anche cambiare forma,
camminare sulle nuvole, creare potentissime magie, combattere schiere
di orchi armati fino ai denti, destreggiare armi sacre,
teletrasportare montagne e tanto altro ancora. Ed è in questo mondo
magico che un giorno, da un uovo di pietra, nasce Scimmiotto,
conosciuto come Sun Wukong o come Son Goku (ricorda nulla?), in base
alla tradizione. Subito si dimostra un essere decisamente fuori dal
comune: divenuto re di un gruppo di scimmie parlanti (come quasi
tutti gli animali) sul Monte dei Fiori e dei Frutti, la creatura
decide che vuole diventare una divinità del cielo. Dopo essersi
addestrato presso un immortale ed aver appreso l'arte delle 72
trasformazioni, si reca presso un drago marino per richiedere delle
armi e lì trova un bastone di metallo che si ingrandisce a suo
piacimento e che nessuno, tranne lui, riusciva a spostare tanto era
pesante (era servito per appiattire la Via Lattea, giusto per
intenderci). A quel punto sale nel cielo e viene ricevuto
dall'Imperatore di Giada, il custode supremo del mondo ultraterreno,
che per liberarsene (quella sbarra era MOLTO pericolosa) gli assegna
una carica misteriosa: quella dell' "equipuzio". Scimmiotto
ci mette un po' di tempo a capire che "equipuzio" significa
"stalliere", carica infima anche tra i mortali, e a quel
punto
|
Guanyn diventerà, in seguito, un'alleata formidabile |
minaccia di mettere a soqquadro il paradiso delle divinità.
Prontamente bloccato, gli viene proposta un'altra carica, quella di
controllore del "Giardino delle Pesche dell'Immortalità"
che, però, gli fanno da banchetto dopo poco tempo. Braccato e
rincorso da vari ufficiali, riesce a vincere molte divinità importanti nell'arte del combattimento corpo a corpo ma, alla fine, si vede
costretto a cedere: viene catturato dal Lao Tzé (il fondatore del
Taoismo) e dalla Pusa Guanyin (una divinità Buddhista che sarà di
vitale importanza per le vicende future). Provano a scuoiarlo, a
bruciarlo nel forno alchemico di Lao Tzé in cui si produce il
cinabro (un elisir di immortalità in pillole) ma nulla, si arrossano
solo gli occhi (un tratto distintivo insieme alle pupille d'oro):
d'altra parte tra pesche dell'immortalità e quintalate di cinabro
che si è inghiottito è diventato a tutti gli effetti immortale
senza contare che, in precedenza, si è pure recato all'inferno per
cancellare il suo
nome dal registro dei morti! Alla fine è costretto
ad intervenire Buddha in persona che lo fa precipitare sulla terra
con uno schiaffo e lo incatena sotto le montagne dei cinque elementi
per 500 anni dandogli da mangiare solo ferro fuso bollente: questa la
punizione per chi infrange l'ordine celeste.
|
Scimmiotto non può nulla contro l'immenso potere di Buddha! |
La
seconda parte è quella che dà il nome all'opera. 500 anni dopo la
ribellione e l'imprigionamento di Scimmiotto, Buddha e Guanyn notano
che in Cina, regno orientale, si è persa la vera fede. Allora fanno
sì che il re, dopo una serie di vicende, mandi il giovane monaco
Tripitaka fino al regno
|
Tripitaka |
occidentale del Budda situato sul monastero
del Monte degli Avvoltoi, nell'attuale India, per prendere un po' di
testi sacri (sutra). Sulla via il monaco incontrerà e recluterà Scimmiotto
(che controllerà tramite dei cerchi magici datigli da Guanyn per
stringere la testa del burrascoso allievo causandogli forti mal di
testa), un drago che si trasformerà in un cavallo bianco,
Porcellino, un essere con la testa di maiale che mangia per dieci e
che è sempre pronto a farsi beffe dei suoi compagni, e Sabbioso, un
orco un po' taciturno. La via per il Paradiso Occidentale è Molto
lunga (tra andare e tornare passano 14 anni) e irta di pericoli: una
miriade di demoni vuole mangiare la carne di Tripitaka che, pare,
possa donare molti anni di vita. Ogni volta, però, i tre
condiscepoli riescono a salvarlo con uno schema apparentemente sempre
uguale (maestro rapito - primi scontri non riusciti - richiesta di
aiuto ad altre divinità) ma che in realtà cambia da situazione a
situazione. Spesso sono costretti a chiedere l'intervento di Guanyn
o, come nel caso del Demone Toro, di tutte le forze celesti in uno
scontro epico che sconvolge la Terra. Finalmente, a fine romanzo,
Tripitaka e Scimmiotto diventano Buddha mentre gli altri 3 discepoli
riescono comunque ad elevarsi anche se con ranghi minori.
La
storia, come avrete capito, se riassunta così può sembrarvi
leggermente (giusto un pochino...) confusa se non sapete anche solo
dell'esistenza delle 3 religioni Cinesi: Buddismo, Taoismo e
Confucianesimo. Tutte e tre sono presenti (anche se l'ultima, molto
diversa dalle altre, non la si trova spesso) e convivono
pacificamente anche in Cielo: non c'è giusto o sbagliato, tutto
convive e coesiste in perfetta armonia. L'autore privilegia, comunque, il Buddismo (anche
se viene, in certe occasioni, preso di mira anch'esso) sia per ovvie
esigenze di trama (anzi, spesso i taoisti sono demoni sotto falso
aspetto) sia per motivi di censura.
|
I tre patriarchi: Buddha, Confucio e Lao Tzè |
Censura?
Perché un romanzo a sfondo religioso dovrebbe essere censurato? La
visione del mondo divino per i Cinesi è molto diversa dalla nostra
che si può riassumere con: "Sulla Terra le cose fanno schifo?
In Paradiso tutto è bello". Si basa sul concetto di
"trasposizione": c'è un re sulla Terra? c'è un re in
Cielo. Qualcosa non funziona sulla Terra? Qualcosa non funziona anche
in Cielo. Stessa cosa, dunque, anche per temi come corruzione ed
eccessiva burocrazia, due piaghe che affliggevano la corte imperiale
del tempo. Si rischia di essere esiliati per l'eternità perché un giorno, a uno dei
numerosi banchetti, si fa cadere per sbaglio una coppa per terra!
Questi aspetti ridicoli vengono evidenziati ed enfatizzati ogni volta
che si parla dell'imperatore di Giada, il grande regnante celeste, e
della sua corte che finisce sempre per fare delle figure ridicole. Ma
anche figure religiose come Buddha e altri presentano caratteri MOLTO
umani e materiali (Guanyn, personaggio fondamentale nel Buddismo,
viene definita "vecchia zitella").
Ma,
di tutti gli aspetti interessanti dell'opera, quello che sorprende di
più è la... Storicità dell'opera! Eh già, che pensavate, che
Tripitaka non fosse mai esistito? E invece sì! Egli, che in realtà si chiamava Xuanzang (602 d.C. - 664 d.C.), impiegò 17 anni
per recarsi in India (14 nel libro) a recuperare
|
Il Vero Tripitaka |
delle sacre scritture che ci sono
giunte fino ai nostri giorni. Inoltre, tanto per rincarare la dose di
storicità della vicenda, lo stesso Wu Cheng'En inserisce traduzioni
di preghiere da parte del nostro protagonista create dalla sua
controparte vera e, inoltre, un elogio che l'imperatore della Cina
gli fece una volta tornato a casa.
Viaggio
in occidente ve l'ho voluto appositamente presentare in modo Molto
semplice perché voglio che rimanga una sorta di esperienza immediata
e d'impatto: se c'è un libro da leggere, anche non per forza per
intero, è questo. Potrebbe benissimo essere paragonato a un manga di
combattimento moderno ma senza immagini misto a scene di poesia
paesaggistica ripetitiva ma molto bella. Di tutte le opere lette
fin'ora questa, come persona, è quella a cui sono, forse, più
legato. In Italia, infatti, ve ne sono principalmente tre edizioni:
una della Kappa che, sebbene MOLTO ridotta, è comunque decisamente
gradevole (letta alle medie), una magnifica dell'Adelphi concentrata
in 30 capitoli (letta alle superiori) e infine una della Luni
integrale (letta di recente alle superiori): sono cresciuto, insomma,
in
questi ultimi 8 anni, accompagnato in fasi diverse della mia vita
da questo capolavoro che è aumentato, progressivamente, di
difficoltà: non vi nascondo, dunque, la mia emozione nel finire, il
30 dicembre, questo capolavoro per l'ultima volta. Sono cresciuto con
il romanzo e con lui ho compiuto un importante percorso di crescita
che mi ha portato ad essere quello che sono: una specie di parente
sempre presente, insomma!
|
Il "viaggetto" che si è fatto Xuangzang in 17 anni |
Come
già detto, però, non ho intenzione di esaurire qui l'argomento!
Sabato prossimo doppio articolo con Angelo "Sommobuta"
Cavallaro, esperto di manga e famoso blogger e Youtuber, in cui
parleremo delle influenze della letteratura (e non solo) sul mondo
dei fumetti giapponesi. Si parlerà, tra i vari titoli, di capolavori
quali Dragon Ball, Naruto, Bleach, One Piece ma anche di JoJo, Seven
Deadly Sins, Toriko e Pokémon! Tengo molto a questo progetto e spero
di potervi trasmettere tutta la mia eccitazione! Venite a trovarmi su Facebook per avere continue informazioni! Altrimenti ci si vede lunedì prossimo!
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaPenso proprio che lo leggerò nella sua edizione integrale! Darà un senso e una base a tutte quelle opere che ho conosciuto in questi anni!
RispondiEliminaLa scena con il palmo distruttore di Buddha (oltre ad essere fighissima) ricorda un sacco Asura's Wrath, gioco che mi sa che ha preso molto spunto da quest'opera
Conosco il gioco di nome ma non di fatto! Il libro, in ogni caso, dell'editore Luni è reperibile online ma occhio al costo: 60€ ben spesi ma sono comunque 60! Sulla mano di Buddha ci sarebbe molto da dire, particolare nello stesso "Viaggio in occidente" la prova cui sottopone scimmiotto sul suo palmo!
Elimina