Luciano di Samosata |
Una
sorpresa è una sorpresa sempre, anche mentre leggi: a volte ti
capita di girare la pagine e di vedere l'origine di qualcosa che
ritenevi scontato fin da quand'eri piccolo. Questo è quello che mi
è successo l'altro giorno. Stavo affrontando, la sera prima di un
esame, "I Patiti della Menzogna ovvero lo Scettico", un
dialogo di Luciano di Samosata inserito nel volume "Racconti
Fantastici" della Garzanti di cui vi parlerò tra qualche
giorno. Si tratta di un testo satirico che prende di mira le false credenze e
i santoni (tra cui Gesù, a detta di Luciano!!) che circolavano
all'epoca dell'autore. A un certo punto un tale di nome Eucrate parla
di uno stregone di nome Pancrate a cui ha
fatto da discepolo e che seguiva in giro di città in città. E
a un certo punto ci racconta...
"Ogni
volta che arrivavamo a una locanda, prendeva il catenaccio della
porta, la scopa oppure il pestello, lo ricopriva con un mantello,
pronunciava una formula magica e lo faceva camminare, in modo che
tutti lo ritenevano un essere vivente. Non solo, ma andava
anche ad attingere acqua dal pozzo, preparava da mangiare, metteva in
ordine, insomma era un servo abile e scrupoloso in tutto;
Pancrate, poi, quando non ne aveva più bisogno, con un'altra formula
magica ritrasformava la scopa in scopa e il pestello in pestello."
Pancrate, tuttavia, è geloso
del suo potere e non trasmette le parole magiche all'allievo Eucrate, invidioso di tanto potere. Allora, una volta, si nasconde nel
buio e riesce a cogliere la formula del maestro. E così...
"[...]
il giorno dopo, mentre Pancrate si occupava dei suoi affari al
mercato, prendo il pestello, lo vesto come faceva sempre lui,
pronuncio le sillabe magiche e gli ordino di portare l'acqua.
Ritorna con l'anfora piena e gki dico <<Basta, non portare più
acqua e ridiventa pestello>>; ma quello non mi ha badato
affatto, e continuava con l'anfora finché ci ha riempito tanto di
acqua da allagare la casa. Allora io, non sapendo come rimediare .
temendo che Pancrate, al suo ritorno, se la prendesse con me -
agguanto un'accetta e spacco il pestello a metà; ma ciascuna delle
due metà ha preso un'anfora e si è messa a portare acqua."
Fortuna
che dopo poco tornò Pancrate il quale riuscì a risolvere la
situazione!
Lo stesso episodio viene proposto paro-paro nel cartone Disney "Fantasia" (1940), quello che da piccoli ci facevano sempre vedere perché ci addormentassimo subito. Topolino stregone ha il cappello e non la formula ma sempre quello rimane! Metto qua la scena per quelle due o tre persone che non l'hanno mai vista:
A essere sincero
non avevo idea che Topolino Stregone avesse un'origine così antica e
particolare! E voi? Lo sapevate già? Conoscete altre fonti da cui la
storia potrebbe essere tratta? Fatemelo sapere con un commento qua
sotto (sono aperti a tutti) oppure su Facebook! Noi ci vediamo lunedì
verso le 18 con la recensione di questi "Racconti Fantastici"
e in serata, alle 21 e 15 per chi vuole, in live sul canale Youtube con ospite Sabaku no Maiku! Vi lascio QUI il link all'evento e troverete anche qui, un 10 minuti prima, il collegamento col video che poi potrete rivedere anche più tardi con molta calma. Alla prossima!
Beh, tenendo conto che ogni Classico Disney è una riproposizione di un racconto o personaggi del passato... ci sta tutto.
RispondiEliminaPoi un Luciano di Samosata in uno scritto mezzo sconosciuto non è malaccio! Di sicuro una citazione più nascosta del "Libro della Giungla"....
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