Ciao
a tutti! Prima di iniziare, qualche piccola parola di presentazione
di quello che avete davanti. Il blog, come sempre detto, è un
cantiere e, come tale, costruisce e fa cose
col tempo. Nessuna sorpresa, quindi, che ci
sia anche un'evoluzione nello stile, nelle idee e negli intenti.
Quando iniziai a scrivere ero Assolutamente inesperto e lo stile ne
ha risentito
molto. Per questo motivo, dunque, ho deciso
di riscrivere i primi articoli. Non
sarà una cosa sistematica ma un po' quando capita,
tipo una volta al mese, per cui i pezzi
nuovi non mancheranno di certo. Il progetto prevede, per ogni
articolo: 1) riduzione della lunghezza 2) correzioni di possibili
errori e sviste 3)
modifica dello stile 4)
aggiunta di immagini e
pure qualche informazione in più, se ci incastra. Tuttavia la storia
non è fatta solo di cose belle e, quindi, i vecchi articoli
rimarranno ma con una scritta posta prima in alto che rimandi a
quelli nuovi: non posso ammazzare i miei poveri figli! In fondo! Scusate se vi ho annoiato con questa
introduzione: ora
mi levo e andiamo a riscoprire le Fiabe dei fratelli Grimm!
Wilhelm Grimm |
Fiabe
e favole, innanzitutto, non sono la stessa cosa: le prime hanno come
protagonisti i soli esseri umani mentre, nelle seconde, abbiamo
animali/oggetti parlanti. Queste
si sono trasmesse oralmente per secoli passando di padre in figlio
(alcuni elementi hanno riferimenti
che risalgono a più di 4000 anni fa!) e
costituiscono una vera e propria cultura unicamente popolare.
Questa volta faccio riferimento in
particolare alle fiabe raccolte
in giro per tutta la Germania dai due fratelli Grimm nei primi
decenni dell’800, anche
se molti altri autori si sono dedicati alla raccolta di questi
racconti (Fontaine e Andersen sono tra i più famosi, ad esempio).
Jacob
(1785-1863) e Wilhelm (1786-1859)
Grimm furono dei grandissimi studiosi di
diritto e cultura folklorica tedesca. Ai tempi la Germania,
frammentata e divisa in tanti staterelli com'era, aveva bisogno di
ritrovare delle radici culturali comuni dal
momento che voleva riunirsi sotto un unico stato: proprio come
durante il nostro risorgimento. Quest'idea si lega a un movimento
culturale e di pensiero, il Romanticismo, che metteva in primo piano
i sentimenti e le radici folkloriche di Nazioni che, per motivi
politici, erano divisi in staterelli. E a questo movimento, sotto la
guida del famoso giurista Savigny, aderirono anche i nostri due
fratelli.
Jacob Grimm |
Dal
temperamento molto diverso tra di loro
(serio e introverso Jacob, vivace e
fantasioso Wilhelm) essi
diedero vita a una delle più prolifiche collaborazioni della storia
realizzando un’accoppiata perfetta: non solo raccolsero e
analizzarono con metodo scientifico le favole della tradizione
germanica, primi in questo genere ad applicarsi in modo così
rigoroso, ma furono anche studiosi della lingua (compilarono il primo
Dizionario di lingua Tedesca), grammatici e anche politici.
Infatti potremmo
quasi definirli una sorta di rivoluzionari
per quell’epoca, propugnando
valori democratici ed opponendosi al potere monarchico:
il loro contributo, unito a quello di molti
altri sognatori, porterà a una Germania unita solo nel 1862.
Ma
è proprio nella loro raccolta che l’idea di popolo tedesco si
incarna con più passione e forza: le
oltre 200
fiabe
costituiscono un
concentrato di cultura e sapere popolare,
immutato nei secoli,
che presenta caratteristiche
comuni nel
mondo intero: le situazioni si ripetono, i nomi tornano e i messaggi
non cambiano. Oggi
conosciamo questi racconti grazie ai film
della Disney che ce ne presentano una versione bambino-friendly ma,
in realtà, almeno originariamente i racconti erano MOLTO crudi.
Cadaveri bolliti, teste che rotolano,
uomini mangiati, sorelle accecate da corvi affamati e bambini dati in
pasto ai propri genitori: cose da far accapponare la pelle!
E quella che trovate di solito in Italia è
l'ultima edizione rivista dai Grimm, quella che loro
stessi
modificarono per essere più mite e meno
splatter.
Il
lavoro dei Grimm fu fondamentale in quanto mise in luce la presenza
di una cultura tedesca comune e per il fatto che cristallizzò e
fissò una tradizione prima solamente orale e che rischiava di
perdersi col tempo. Personalmente
consiglio l’edizione Einaudi (€15,00) perché completa di tutte
le fiabe con una traduzione magistrale di Clara Bovero.
Come
vi è sembrata questa prima riedizione? Piaciuta? Fatemelo sapere qui
o sulla pagina Facebook! Domani, invece, vi parlerò di un evento che
si terrà il 16 a Torino: chi di voi sa già a cosa mi riferisco?