lunedì 20 aprile 2015

La Tavola Rotonda: piccola storia di una piccola rivoluzione.

I tavoli possono avere tante forme e dimensioni: rettangolari, quadrati, ovali, triangolari, a L ecc... ma, allora, qual'è la rivoluzione dietro a una tavola rotonda? Senza seguire l'emozionante e imprevedibile storia di questi elettrizzanti mobili, andiamo a scoprirlo nel Medioevo!

La tavola rotonda di cui stiamo parlando, come i più arguti di voi avranno capito, non sono due assi di legno qualsiasi ma è La Tavola Rotonda, quella di Re Artù e dei suoi Cavalieri. Quest'oggetto è stato introdotto in tutti quei poemi Medievali di cavalieri sanguinari, fanciulle dagli accesi pruriti intimi e draghi striscianti che si ritrovano nell'antica tradizione bretone. Trovare una data di riferimento per queste leggende è difficilissimo in quanto si sono trasmesse prevalentemente in forma orale, cantate dai bardi alle corti o tra il popolo, e solo successivamente, intorno al 1200, sono state trascritte e, a volte, pure in più versioni non coerenti l'una con l'altra. In ogni caso, giusto per riassumere come passassero le giornate, ricordiamoci che il loro compito era quello di cercare il Sacro Graal, il calice con cui Gesù avrebbe celebrato l'ultima messa (o una cosa simile, comunque). Per far questo, invece di farsi a pezzi a vicenda non appena si incontrano su un sentiero, decidono di unirsi tutti quanti: era la nascita del Circolo della Tavola Rotonda guidato da Artù, il re dei Bretoni.

"My name is Arthur, King of the Britons, and we're the knights of the Round Table!"

A creare il mobile circolare, pare, fu Mago Merlino, il buffo personaggio reso famoso dalla Disney e amico di Albus Silente, come ci riportano vari poemi più moderni. Il tavolo poteva aveva dodici posti sempre occupati da cavalieri (tra i quali, a volte, spunta lo stesso Merlino) più uno a cui nessuno osava nemmeno avvicinarsi: il misterioso "tredicesimo posto del prescelto". Nessuno aveva il coraggio di sedersi lì perché solo il prescelto che avrebbe trovato il Graal avrebbe potuto apporre le sue cavalleresche terga sulla sedia. A colui che non fosse stato degno, Dio avrebbe mandato terribili punizioni e sventure a non finire. Capite bene, quindi, che piuttosto che sedersi lì i cavalieri avrebbero volentieri aspettato nell'anticamera la fine della seduta del sacro ordine pur di rischiare che uno zot li incenerisse all'istante! Tuttavia, a un certo punto, un cavaliere riuscì nella famigerata impresa: in base alle versioni furono o sir Galahad o sir Perceval che ebbero l'onore di vedere questo leggendario bicchiere calice. Ma ciò che fa della Tavola Rotonda un simbolo importante è la funzione e pure la forma stessa!



Per spiegare questo dobbiamo partire dal presupposto che la società Medievale era Fortemente gerarchizzata: ogni classe sociale, soprattutto nell'alto Medioevo, era staccata l'una dall'altra pur non formando delle caste. In ogni caso, secondo la concezione classica della società, la popolazione era divisa in Oratores (il clero), Bellatores (i guerrieri) e i Laboratores (tutti gli altri), tutti sottomessi a re, imperatori e papi. Ma all'interno di ciascuna classe, a sua volta, vi erano delle sottocategorie assegnate in vario modo che davano origine a una serie di privilegi anche abbastanza intricati tra di loro. Così, ad esempio, come dice lo storico della cucina M. Montanari, la carne non veniva servita casualmente sulla tavola: si riceveva un preciso pezzo dell'animale in base alla posizione sociale, al valore e alla virtù (e ovviamente anche secondo criteri di carattere politico). Non a caso, infatti, il ruolo del "tagliatore di carni" era molto prestigioso e comportava una conoscenza di tutti questi metri e parametri Molto approfondita. Come potete immaginare, quindi, in una società del genere anche dove uno si sedeva era importante e non indifferente: stare accanto al re era il massimo onore, ma non sempre era possibile. Il concetto di "vicino" non era sufficiente, si doveva vedere a quanti posti di era distanti dal regnante secondo il valore anche degli altri commensali e degli eventuali ospiti: insomma, un CASINO! Da qui la genialità della Tavola Rotonda...




Infatti dovunque ci si sedeva si era all'incirca equidistanti dal re o comunque lo si poteva vedere in volto chiaramente e parlarci ALLA PARI, concetto assolutamente rivoluzionario per i tempi. Il parere dei cavalieri aveva lo stesso valore e il re accettava il loro consiglio senza esitazioni. Questo clima di serenità utopica si riflette poi nella stessa corte di Camelot, descritta come un posto di gioia e armonia e non di rancoroso astio: una rivoluzione decisamente felice quella di Merlino, Artù e dei suoi uomini! Certo, non si può definire Artù certamente un "comunista" ma di sicuro un'innovatore, cosa che assume un significato particolare per quei tempi.



Questo breve articolo, un po' leggero e senza pretese, finisce qui e mi permette di salutarvi dandovi l'appuntamento a mercoledì per un appuntamento un po' speciale, in attesa della prossima "recensione lampo" che, se riesco, vi faccio arrivare venerdì oppure lunedì! Se l'articolo vi è piaciuto e la materia vi affascina, per altri approfondimenti o anche solo per farmi sapere che ne pensate venite pure a trovarmi su Facebook! Ciao e alla prossima!

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