martedì 17 novembre 2015

"Letterarte's Meaning of Life" (02): il Vero Amore Esiste?


Ciao a tutti e benvenuti a questo secondo appuntamento con "il Senso della VIta", la rubrica in cui esprimo il mio irrilevante parere su questioni cruciali della nostra esistenza. Oggi, dopo aver visto la scorsa volta se la nostra vita è, effettivamente, inutile (qui), parliamo di amore. E non di amore qualunque ma del Vero Amore, quello che dura in eterno, totale incondizionato, che può portare fino alla morte. Tutti ne cantano, tutti ne parlano riempendosi la bocca di baci alla Nutella e guai a dire che non lo si è mai provato. Ma esiste veramente? Secondo me NO, e oggi vi spiego il perché.



Esatto, avete capito bene, per me non esiste il Vero Amore (e non ho paura a dirlo). Ma questo non significa che non esista in altre versioni meno pure. Questa mia affermazione parte dall'esperienza sensibile. Prendiamo un soggetto A e uno B il cui sesso non ci interessa. A ama B, e viceversa, in modo, a detta loro, purissimo. Ora, passa di lì un giorno C. A non smette di osservare C, è stato completamente conquistato, non capisce il perché ma lo trova molto più desiderabile di B: sarà il modo di parlare, quella grossa curva sul davanti o lo spazio vuoto accogliente come un caldo abbraccio... fatto sta che B, per quanto abbia delle belle forme, non è più il partner perfetto per A. Questo non vuol dire che lo odia ma, semplicemente, a rigore, C>B. E C, dal canto suo, stravede per A a tal punto da mollar tutto e andare con lui: celebrano l'unione e vivono felici e contenti per sempre. A, dunque, vivrà un'esperienza di vita migliore che con B nonostante reputasse questa insuperabile fino a poco tempo prima. B, dal canto suo, tutto triste per l'abbandono di A, pensa che non troverà mai nessuno come lui, con quella punta in cima così acuminata. Ma ecco che, un giorno, incontra D, l'opposto di quel bastardo di C. Subito se ne innamora e, corrisposto, inizieranno una nuova relazione. Tuttavia C non si trova bene e, ancora una volta, si lascia con D: il suo A è proprio insuperabile! Passa il tempo per il povero B che, però, un giorno fa la conoscenza di E che, di punte, ne ha ben tre! Ecco che arriva la felice conclusione anche per queste due lettere dell'alfabeto: entrambe non avrebbero potuto trovare di meglio, ora sì che sono perfettamente appagate!

Questa piccola storiella sull'alfabeto che simula un caso normale, al limite della banalità, per provarvi che il vero amore non esiste di per sé ma, al massimo, si può pensare di provarlo. Al mondo siamo tanti, tantissimi, come possiamo avere la certezza che da qualche parte non ci sia un compagno più consono a noi? Come facciamo a essere sicuri e a dare garanzia, anche al nostro partner, che non li tradiremo Mai e poi Mai, che non subentrerà la noia o una persona più interessante? Semplicemente non possiamo, non ci è dato saperlo ma non solo per un mero gioco di statistiche. Facciamo finta che l'amore, frutto di un'equazione complessa tra diversi fattori, sia quantificabile con un numero. I numeri sono infiniti, questa non è un'opinione, e i fattori possono sempre aumentare di valore. Non esiste un limite alle emozioni o, se esiste, non possiamo individuarlo, quantificarlo, e farlo nostro.

Mi potreste dire che i sentimenti non sono, però, "misurabili" o "calcolabili" e che, al contrario, sono il frutto del nostro istinto, di una parte irrazionale. Vero, vi risponderei, ma ne siete così sicuri? Allora, se volessimo metterla su questo piano di irrazionalità, è questa che spinge A ad andare con C e non un "calcolo matematico". Arrivati a questa conclusione, dove siamo arrivati se non al punto di partenza? A va con C perché "irrazionalmente" sente che è preferibile a B ma, comunque, il risultato sarà in tutto per tutto identico! Questo non vuol dire, però, che l'amore non esista in forme anche molto forti e pure, sia chiaro! Senza dei paletti la nostra vita è destinata, come un torrente che scende lungo il pendio della montagna, a correre giù sempre più rapida e tumultuosa, scoordinata tra gli argini dell'esistenza, fino a infrangersi tragicamente al suolo come una bellissima cascata e, da lì, perdersi e disperdersi in mare.


La vita è troppo breve e triste per non amare, magari non in maniera Perfetta e Vera, per carità, ma alla fine che importa quando hai qualcuno al tuo fianco?

3 commenti:

  1. A parte la tua dimostrazione inoppugnabile, Ho una sola cosa da dire: Io credo che amore puro e vero sia da considerare quello nel quale i partner provano un sentimento inqualificabile l'uno verso l'altro, che li portano a pensare: "Non posso trovare di meglio". É questo che non li spinge a dire di poter trovare uno migliore, ed é questa convinzione che secondo me lo porta ad essere un vero e puro amore

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    1. *li spinge a dire di non poter trovare

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    2. Ho capito il tuo discorso e lo approvo: esatto, direbbero così perché fermamente e ciecamente convinti, tutti noi, nel nostro intimo, lo siamo o cerchiamo di esserlo. E se poi le cose non si rivelassero così? D'altra parte, come diceva qualcuno, i sensi sono fallaci, no?

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