Salve,
e bentornati tutti quanti all' "Anima dell Riscoperta", la
serie in cui riscrivo, in versione più accurata,
i
vecchi articoli. Oggi è il turno della "Justine" di De
Sade
(1740-1814)
cercando,
se possibile, di essere meno volgare
della
volta scorsa (che, appositamente, non vi linko) !
Per essere raffigurato circondato da diavoli il "divin" marchese era visto proprio bene dai suoi contemporanei! |
La
trama, in realtà, è molto semplice: Justine e Juliette,
giovanissime,
si
ritrovano improvvisamente
orfane
e senza soldi. Mentre la prima cerca di rimanere casta e pura,
l'altra si prostituisce e
concede
ad
ogni tipo di corruzione, dall'infanticidio alla frode: così facendo
diventa ricca e felice, in barba a bigotti e perbenisti!
La
sorella che, invece, cerca di mantenersi virtuosissima incappa in
ogni tipo di disavventura: accusata di crimini che non ha commesso,
stuprata e torturata ripetutamente, finisce in balia dei più
grandi
pervertiti della Francia
del
1700, ovviamente tutti nobili o ecclesiastici. Le sue disavventure
sono un susseguirsi di catastrofi e disperazione, sofferenze e
avversità,
finché
non si imbatte di nuovo in Juliette. Questa ha pietà della povera
ragazza e la ospita trattandola
al
meglio delle proprie possibilità, dandole tutto quello di cui la
vita l'ha privata.
Ma
per Justine la pacchia dura poco (e
qua son costretto a dirvi il finale ma, credetemi, è molto
importante e, se non volete rovinarvelo, chiudete immediatamente la
recensione)
: infatti, durante un temporale,
Dio
(o la Natura) lancia un fulmine che la centra in pieno: la nostra
protagonista morirà carbonizzata
all'istante,
lei che non aveva mia fatto male nemmeno al più spietato dei suoi boia.
Il
messaggio di fondo mi sembra chiaro: la morale
è
relativa ma, a volersi mantenere sempre e comunque casti, puri e
ingenui, si finisce male;
soprattutto
quando si ha a che fare con
una
società corrotta dove, come diceva il filosofo inglese Hobbes (1588
d.C-1679 d.C), “Homo
homini lupus”
ossia
“ogni
uomo è per l’altro uomo come un lupo” e
non ci si può fidare di nessuno. La sorella Juliette,
invece,
priva di ogni scrupolo morale e ben educata all’ arte del
piacere,
vive tranquillamente e felicemente, ricca e desiderata. Come è meglio
atteggiarsi,
dunque?
Santa ma martire o peccatrice e felice? La risposta non è così
semplice:
De Sade ha voluto fornirci un modello di vita da seguire o,
piuttosto,
un
anti-modello?
Il
volume si apre con una dedica fatta dall’ autore a una sua cara
amica, in cui dice di aver voluto sottolineare che, se condite da
disavventure e mali, le virtù hanno un valore molto più elevato:
“-Oh,
come mi rendono più fiera di amare la Virtù questi episodi del
Crimine! Come essa è sublime tra le lacrime! Come la abbelliscono le
sventure!-
Oh
Constance!
Se pronuncerai queste parole le mie fatiche saranno coronate!”.
Ora,
dobbiamo veramente credere al nostro sadico romanziere? D’altra
parte, nelle ultimissime righe,
egli
esclama rivolto ai lettori:
“Possiate
convincervi, al pari di lei, che la vera felicità si trova solo in
seno alla virtù e che se Dio, secondo piani che non sta a noi
sondare, permette che essa sia perseguitata sulla terra, è solo per
risarcirla in cielo con più dolci ricompense!”
Sebbene
questa
frase parli chiaro, non è così esplicita la sua vera morale. Quasi
tutte le sue opere, volutamente generalizzando, sono raccolte di
perversioni sessuali senza un messaggio di fondo "positivo": possibile che abbia
voluto concentrare tutta la questione in così poche righe? Oppure
sono da leggere in senso ironico? Oppure è da leggere in senso
ironico tutta la sua produzione letteraria? Oppure l'introduzione è
stata scritta per pararsi da possibili attacchi? Eppure, alla fine,
fu condannato e incarcerato comunque e non per le sue opere...
Riscrivendo
l'articolo, dopo più di un anno, non sono riuscito a trovare una
risposta: aiutatemi voi con un commento qua sotto e venendomi a
trovare sulla mia pagina Facebook!
La
“Justine”, come qualunque opera di De Sade, è consigliabile solo
a un pubblico strettamente adulto, che abbia lo stomaco forte e non
si scandalizzi di fronte a certi temi Le scene di sesso sono più che
abbondanti ma, data la crudezza dei fatti descritti e la loro
inverosimiglianza, non provocano un eccessivo eccitamento. L’edizione
BUR
è
venduta a
€8,00
mentre quella della Garzanti €13,00, entrambe facilmente
reperibili!
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