giovedì 4 giugno 2015

Medea la Folle: l'Odio e la Vendetta

Una piccola premessa per chi si fosse perso la puntata precedente. In questa piccola serie di tre articoli voglio ricostruire le vicende di Medea ponendovi di fronte a un quesito finale: vi sareste comportati come lei se foste stati nei suoi panni? Ovviamente il gioco è di immedesimarsi con l'eroina nel suo tempo e nella sua epoca. Quindi sono molto più che benvenuti i vostri commenti qui sotto, aperti a tutti anche senza account Google Plus, oppure sulla pagina facebook!

Medea è un personaggio molto controverso. L'altra volta aveva fatto letteralmente a pezzi il fratello per fuggire con l'amante Giasone abbandonando il padre, il re Eeta, e la sua patria, la Colchide, una terra completamente diversa dalla Grecia dove si sta dirigendo e di cui non conosce nulla. Se vi ricordate Giasone e i suoi 50 erano stati costretti dal re Pelia, zio di Giasone, a prendere il vello d'oro per poter allontanare il più possibile il nipote, nella speranza che morisse tra atroci sofferenze in quanto legittimo erede al trono che aveva conquistato con l'inganno. Tuttavia, appunto, l'eroe torna sano e salvo ma il tiranno non gli vuole cedere il potere. Allora Medea escogita un trucco: convince le figlie di Pelia a farlo a pezzi (una cosa che alla nostra eroina piaceva molto, a quanto pare) e a bollire le sue carni dopo avergli fatto bere un intruglio: ne sarebbe rinato ringiovanito. Ovviamente così non fu e i due sposini si trovano a fuggire precipitosamente da Iolco (#Yolco) per rifugiarsi a Corinto. Ed è da qui che il tragediografo Euripide inizia la sua tragedia (la "Medea", appunto) e da qui che riprendiamo la nostra eroina...

Le figlie di Pelia si accingono a "ringiovanirlo"


Ritroviamo i nostri personaggi con qualche anno in più e due figli sul groppone, due bellissimi maschietti. Mentre Giasone è ben visto dalla comunità (rimane comunque un eroe con origini divine), Medea, da brava donna nell'antica Grecia proveniente da un paese straniero, non solo se ne sta chiusa in casa come tutte ma viene anche mal vista, tanto da risultare una presenza decisamente scomoda nella città: in fondo diciamo che ha, al momento, giusto qualche morto sulla coscienza, un po' di diffidenza è pure comprensibile. La situazione diventa sempre più tesa finché il re di Corinto, Creonte, offre in sposa la figlia Glauce a Giasone, nonostante egli sia già impegnato con Medea. E lui? Che fa? Accetta, ovvio no? E Medea? Ha fino all'alba del giorno dopo le nozze per lasciare la città!

Incomparabile l'espressione di pura follia di Medea
Ora, come potete ben immaginare, Medea ci rimane, giustamente, un po' di merda: sola, in un paese sconosciuto, è abbandonata dall'uomo che le ha fatto tradire la sua patria (dove tutti la odiano comunque) per amore e che le ha dato due figli. In più se ci aggiungiamo il fatto che è una giovane donna sui vent'anni in una Grecia al 100% maschilista... bhe, diciamo che ci sono state situazioni migliori! Che fare allora? Perché non escogitare una tremenda Vendetta? Si finge disposta ad accettare il fatto che dovrà abbandonare marito, figli e terra e invia in dono alla sposa un mantello e un diadema per la festa. Ovvimente non stiamo parlando di una donna qualunque ma di una maga accecata dalla follia omicida: infatti si tratta di doni avvelenati e appena vengono indossate da Glauce questa prende fuoco come una fiaccola. Il padre Creonte si slancia sulla figlia per salvarla ma anch'egli "s'accende" e non di passione: muoiono così in preda ad atroci dolori sotto gli occhi della corte e di Giasone. Questi non fa in tempo a capire che dietro a tutto questo c'è Medea e a raggiungerla che scopre che ormai è accaduto il peggio...


Medea infatti HA FATTO A PEZZI I FIGLI e sta fuggendo su un carro trainato da draghi volanti. Allora, fa letteralmente a pezzi i figli di fronte agli occhi del suo, ormai ex, amato. Decisamente una soluzione... estrema! Ma voi, sinceramente, cosa avreste fatto? Sì, il gesto è estremo e lei accecata dall'ira ma teniamo conto anche della sua posizione in quel momento e di cosa ha dovuto passare prima. Il gesto di Giasone è imperdonabile ma... addirittura uccidere i figli innocenti? Vero anche che se fosse stata lei a morire, suicidandosi, non avrebbe inferto un colpo così duro al marito. L'idea di voler sterminare ogni legame di sangue è molto arcaica e riflette un ordine non solo umano ma anche divino. Che abbia fatto bene a punire Giasone perché si è rivoltato contro la morale comune? Che questo gesto sia stato "infuso" in lei dalle divinità? Più che Medea condivisibile qui la domanda è... Medea è perdonabile? A voi la risposta...


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