Amsterdam
è una città delle più curiose, divisa in maniera ambigua tra vizio
e virtù. L'antica Oude Kerk (chiesa vecchia) riposa accanto alle
vetrine delle prostitute e a un basso rilievo che raffigura un seno
palpato, i coffee shop della Bulldog vomitano turisti sulle sponde
dei placidi canali e la sporcizia insozza le strette stradine del
centro di primo mattino. Difficile, a mio avviso, trovare una poesia
ad Amsterdam diversa da quella ispirata dai suoi
canali su cui si
affacciano le case sbilenche dalle facciate in mattoni dalle mille
sfumature. Piazza Dam, sede del palazzo reale, è attraversata da una
strada trafficata, invasa dai tram e da folle di turisti mentre la
Museumplein, la zona in cui sono situati i musei principali, è
occupata da turisti tanto, troppo, intenti a farsi una foto con la
grande scritta "I am Sterdam". Paragonata con altre
capitali nordiche visitate negli scorsi anni (Bruxelles, Parigi,
Copenaghen, Londra e Stoccolma), Amsterdam assomiglia terribilmente
al formaggio tipico di quella zona: insipido al gusto di chi ha
sperimentato altro. Con questo non voglio dire che sia una brutta
città: mi ha entusiasmato non poco ed andarci era uno dei sogni
della mia vita ma, diciamo, un po' di amaro in bocca rimane quando si
fa un confronto con altre località.
Il
concetto dietro ad Amsterdam è abbastanza chiaro: i soldi. Scambi
mercantili che si affollano da secoli, apertura mentale per aumentare
gli introiti e l'arte di sapersi vendere bene hanno reso grande una
nazione che, di per sé, non è in grado di fornire prodotti
eccezionali. "Holland has got nothing", come mi disse uno
studioso al museo di archeologia Allard mentre analizzava i resti di
una fossa biologica di un'abitazione del 1600, mostrandomi resti di
cibi tropicali e mediterranei che una terra così fredda e buia mai
avrebbe potuto produrre. Questa dedizione per gli affari ha fatto in
modo che, non troppo tempo dopo la riforma protestante calvinista,
l'Olanda perdesse la propria cultura religiosa: ad oggi non esistono
vere cattedrali nella capitale e tutto ciò che è sacro è relegato
e ridimensionato a una categoria commerciale o di impegno sociale
volto a guadagnare prestigio e, da qui, cariche politiche e potere.
L'anima della città non si è persa ma si è incanalata in un'altra
via, quella del successo, che ha posto le basi per una forte
tolleranza.
Amore
per il potenziale lavorativo degli immigrati, abbattimento di ogni
barriera morale pur di fare affari e il distacco da ogni potere
religioso hanno reso grande una nazione con i suoi pregi e difetti.
Legalizzazione della prostituzione e, in parte, di alcune droghe:
Possibile? Amorale? Necessaria? Ovviamente non sono qua per fornire
una risposta che non segua la mia etica e ideali ma vi posso dire
che, nel bene o nel male, il tutto funziona. O,
almeno, questo è
vero finché non si va a sbattere con la realtà dell'abuso dei
coffee shop, quei locali in cui è consentita la vendita di diverse
droghe leggere. La maggior parte dei turisti, vi risulterà presto
chiaro, si reca in Olanda solo ed esclusivamente per quello,
ignorando completamente qualunque aspetto culturale possa offrire la
città. Ciò può provocare un certo fastidio solo nel momento del
confronto con alcuni connazionali o quando si percorrono certe strade
molto affollate del centro ma, in generale, regna un clima di totale
serenità. Se non fosse per il forte odore, voi non vi accorgereste
di loro e loro, credetemi, di certo non si accorgeranno di voi!
Una
città moderna, divisa tra tradizione e innovazione, che ha un
disperato bisogno di risorse esterne per sopravvivere. Un angolo di
mondo sotto i riflettori costanti della stampa internazionale per le
sue scelte audaci. Un luogo di grande cultura, sì, ma spesso
importata con lo scotto di perdere la propria identità o, ancora
peggio, di appiattirla. Una città non facile, complessa nel suo
funzionamento, dalle mille sfaccettature e dai numerosi lati oscuri
misti al fascino dell'inventiva.
La
città del vizio o della libertà?
Sta
a voi deciderlo!
Per
consigli e trucchi sulla visita alla città venite pure qui!
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