Piazze,
monumenti e cattedrali, in Italia e per l'Europa, sono testimoni
immortali di grandi eroi, gesta straordinarie e avvenimenti storici
di assoluta importanza. Ma tutto ciò fa riferimento solo alla
cultura occidentale quando, in realtà, a centinaia di migliaia di
chilometri di distanza, altre popolazioni subivano uno sviluppo
analogo. Oggi non parliamo di lussuose corti arabe, non di cavalieri
della steppa Kazaka né di intrepidi samurai Giapponesi. È,
finalmente,
giunto il momento di parlare di "In Riva all'Acqua", uno
dei quattro classici della letteratura cinese.
La
cosa più particolare è sicuramente che "In Riva all'Acqua"
non è un romanzo. Non uno solo almeno. Potremmo dire che vi sono due
sezioni distinte: una prima parte
del XVII secolo che fa da
introduzione, quasi, alla seconda composta da un insieme indefinito e
infinito di canzoni, ballate e storie raccontate a lume di candela
dal popolo da tempi molto
remoti.
Oggi, in questo primo articolo, ci concentreremo sulla
struttura dell'opera mentre, la prossima volta, avremo modo di
occuparci dei grandi temi trattati.
Ling Zhen "Tuono Spaccatutto" |
"In
Riva all'Acqua", nella versione di Jin Shengtan, narra come si è
andata a formare quella banda di briganti che popola le leggende
folcloristiche locali. Cerca di dare un senso compiuto, dunque, a
delle vicende episodiche e autoconclusive. Per questo viene
considerata, di solito, la parte migliore del complesso dell'opera:
elegante e raffinata, intesse una trama complicatissima e intrecciata
con arguzia. Sostanzialmente il romanzo racconta di come si siano
conosciuti e uniti in una grande alleanza 108 briganti, a loro volta
incarnazione dei 108 demoni (36 celesti + 72 terrestri) che
rappresentano le stelle della costellazione delle Pleiadi.
Dopo 930 pagine si riuniscono tutti in un forte sul monte Liang
circondato da acque paludose e da lì combattono le truppe imperiali
che cercano, inutilmente, di sottometterli.
La provenienza dei protagonisti è varia ma, come filo conduttore
approssimativo per tutti, si può dire che il motivo principale per
cui si sono uniti sotto un'unica bandiera è l'avversione per la
corruzione della corte imperiale e la sete di giustizia, quella vera
e giusta, che non riescono a trovare per vie legali.
Una sorta di Robin Hood dagli occhi a mandorla, si potrebbe dire, che
non ruba per dare ai poveri ma per avere più giustizia per chi si è
comportato sempre rettamente.
Come andrà a finire? Ne potremo parlare la prossima volta...
Oggi
mi piacerebbe approfondire un po' quali sono i caratteri essenziali
di quest'opera. Perché, appunto, come già detto ha una struttura
episodica, quindi composta di avventure a sé stanti quasi fini a sé
stesse, dal momento che comunque includono di norma l'ingresso di
nuovi briganti nelle vicende. Inoltre è particolare notare la regia
a volo d'uccello e
chi ha visto
"Birdman"
sa di cosa parlo:
si
segue un brigante per un po', poi questo
incontrerà un altro
personaggio, inizieremo a seguire lui, poi incontrerà un altro
protagonista ancora che diverrà il centro delle nuove avventure e
così via. Grazie a questa
tecnica la narrazione,
agile e veloce, diventa anche molto intrigata,
considerando che si può incontrare la stessa persona anche a
distanza di centinaia di pagine e decine di capitoli ma in un altro
luogo. Questo il motivo per cui si considera l'opera di Jin Shengtang
molto raffinata e complessa, con un'abilità di scrittura
superlativa! Riesce a dar senso logico-temporale-spaziale a
vicende evidentemente
narrate a voce da generazioni. Sembra, quasi, vi sia stata anche una
sua ricerca dietro: se alcuni briganti sono molto caratterizzati
psicologicamente, altri in realtà sembrano per finire nella banda
quasi per caso: che l'autore non sia riuscito a reperire racconti
convincenti sulle loro origini?
Un altro carattere
significativo che deriva da quest'origine popolare della vicenda sta
nella fine di ogni capitolo che si concluderà sempre con un
cliffhanger, un colpo di scena, la sospensione al limite di una
situazione.
Shi Jin "Drago Blu" |
Lin Chong "Testa di Leopardo" |
Questa
struttura, gli appellativi fantasiosi dei briganti e la natura stessa
del romanzo possono farci paragonare l' "Odissea" a "In
Riva all'Acqua". Tuttavia mi preme sottolineare la differenza
pregnante tra i due capolavori: il primo è frutto di una raccolta
successiva non attribuibile a un autore solo, cosa che non avviene
con Jin Shentang. Cambia il modo di operare e l'intento delle due
opere: una tendenza raccoglitrice e ragionata da entrambe le parti,
con elementi di distacco tra le due opere. Quel che è certa è
l'importanza di questo romanzo per la cultura letteraria cinese e, di
rimando, Giapponese. Tuttavia questo testo ha avuto una fama, almeno
all'estero, assai minore rispetto a "Viaggio in Occidente",
per quanto, se non ha influenzato un mostro sacro come Dragon Ball, è
stata, comunque, punto di riferimento per "Saint Seya: i
Cavalieri dello Zodiaco".
E
con questo per oggi è tutto! Non appena leggerò la seconda parte
avrete il seguito di quest'articolo, con analisi di temi e contenuti.
Mi dispiace, infatti, essermi limitato questa volta con le cose da
dire ma trattandosi di un lavoro enorme (e non solo come numero di
pagine) preferisco affrontarlo poco alla volta ma bene! Per il resto
vi do appuntamento o alla live di domani sera (QUI potete vedere di
che si tratta) o al prossimo articolo martedì prossima con...
Apollinaire!
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