sabato 23 agosto 2014

Collana "A Bordo di Libro" (extra 2): sorprese, delusioni e consigli a Parigi.

Ed eccoci, anche oggi, a un nuovo articolo! Questo, per chi non lo sapesse (se volete sapere, che è una cosa bella sempre, seguitemi sulla pagina fb), sarà un articolo un po' particolare. Ho trascorso, infatti, una decina di giorni a Parigi (l'originalità) in vacanza e, come per ogni viaggio all'estero che faccio, volevo farvi una sorta di resoconto (come quello della Serbia e della Bosnia ed Erzegovina di cui vi linko la prima di due parti, casomai ve ne fregasse qualcosa). Solo che questa volta, invece di scrivervi tutto quanto di getto, ho optato per qualcosa di più... particolare. Parigi, diciamocela tutta, è una meta abbastanza comune e ancora abbastanza accessibile date le mille offerte di voli che ci intasano la mail. Però rimane pur sempre anche la capitale di uno stato europeo e, quindi, fottutamente costosa, ragion per cui chi ci va magari ha la possibilità di farlo solo per qualche giorno, nulla di più. E allora, ho pensato, perchè raccontarvi di cosa ho visto al Louvre che tanto ci andate tutti e non delle cose più particolari viste che magari i più ignorano? Sia ben chiaro, non sono parigino nè parlo francese: in questa città vi sono stato prima di questa vacanza solo quando avevo 6 anni e, quindi, esperienza 0. I posti particolari visitati li ho trovati su una banalissima Lonely Planet monotematica sulla città e sono dunque ricercabili da tutti. Quello che vi voglio dire è: non siate banali e scontati ma, al contrario, visitate, scoprite e perdetevi tra le strade dove la gente di tutti i giorni passeggia per respirare l'atmosfera tipica di un luogo.

Quindi, per tornare all'articolo, sarà diviso in sezioni ad elenco puntato. Non sono delle posizioni, quindi non dovete leggerle come dalla cosa più bella in giù o viceversa: l'ordine è casuale, perchè dover forzosamente fare delle preferenze tra le emozioni? Dato che l'articolo si è fatto un bel po' lungo metto prima un breve indice così che, se già sapete qualcosa o cercate robe specifiche, già sapete che saltare e cosa no. Ma, detto questo, iniziamo con le cose che più mi hanno sorpreso.

Le 5 sorprese: Catacombe; Museo Guimet; Museo del Medioevo; Museo
                        Quai Branly; le "Ninfee" dell' Orangerie.
Le 3 delusioni: Pantheon; Museo Marmottan Monet; Versailles.
I 5 consigli: Gratis, Franprix; Metropolitana; Belleville; Cimiteri.



LE 5 SORPRESE PARIGINE

) Le Catacombe di Parigi. Non ve lo negherò, ho un certo gusto necrofilo-romantico per i cimiteri e tutto ciò che mi riporta all'idea di morte (rovine di palazzi abbandonati, luoghi sperduti e cripte poco illuminate). Quindi, quando ho sentito nominare queste catacombe ero tutto un fremito ma le mie aspettative erano un po'limitate (un po'come le capacità di comprensione della razza umana, ma questo è un altro discorso...): qualche galleria poco illuminata, delle vecchie tombe in cui riposavano tristi scheletri anonimi e miriadi di bambini spaventati. Invece, quando arrivai alla fermata della metro di Denfert-Rocherau (linee M4, M6 e RER B) e vidi la fila di gente che aspettava di entrare dal piccolo cabinotto posto in mezzo alla rotonda capii che qualcosa non tornava. L'attrazione, infatti, aveva richiamato più visitatori di quelli previsti (in fondo le mete classiche di Parigi sono altre) e, dopo """"sole""" 4 ore di coda abbondanti (recatevi sul posto ALL'ALBA perchè fanno entrare solo 200 persone alla volta), capii il perchè di tanta ressa. Scesi numerosi gradini, attraversati tunnel claustrofobici e ignorate sculture di poca utilità, tutto il mio fremito necrofilo è stato soddisfatto COMPLETAMENTE: dopo una piccola porta che recita "ossarium" ho visto qualcosa di incredibile. In questa sfilza interminabile di corridoietti le pareti sono LETTERALMENTE coperte di cataste e cataste di ossa ammassate da cui escono i teschi digrignanti di chi, un tempo, aveva conosciuto tempi migliori. Lo spettacolo è incredibile e vale sia la lunga attesa sia i 10€ del biglietto (8 se siete dei giovani ed attraenti studenti). Le proporzioni di questa località turistica attiva fin dai primi anni del 1800 sono indescrivibili e le poco foto da me scattate non rendono giustizia a un luogo maestoso come questo (anche perchè sono un pessimo fotografo). Quando poi si risale in superfice è come passare da una dimensione all'altra. I resti, oltretutto, sono stati trasportati lì dai vari cimiteri di Parigi 200 anni fa e, quindi, risalgono tutti anche agli inizi del 1700. Che altro dire? ANDATECI!

♠♠) Il Museo Guimet. "Ecchè?" mi direte voi. Si tratta del più grande e completo museo di arti asiatiche di Parigi (e ampi dintorni presumo). Ebbene sì, in una delle più grandi e magiche città europee vi suggerisco di andare a spendere un paio di orette in un museo che parla di arte così lontana nel tempo e nello spazio: sono proprio uno stronzo! Ci arrivai sabato 2, il mio primo giorno in città, dopo aver visitato i Campi di Marte, essermi fatto a piedi la Torre Eiffel, visitato un cimitero vicino al Trocadèro e essermi sorbito il Museo Marmottan Monèt (il tutto svegliandomi alle 4 del mattino): no, ma non ero stanco, figuratevi. Tuttavia non appena io e la persona con cui ho viaggiato varcammo l'ingresso rimanemmo allibiti, con la bocca spalancata, mentre sentivamo il cuore (sì, pure io ne ho uno) pulsare fortissimo nella nostra cassa toracica: gigantesche statue di divinità Buddiste provenienti dalla Cambogia ci accoglievano in tutta la loro solenne magnificenza. Non sapevamo che dire, le parole non ci uscivano ma, come bambini emozionati perchè viene loro regalato un gioco nuovo, abbiamo iniziato a girare come dei matti per il museo impossessati da un'energia che non credevamo possibile a quel punto della giornata. Bellissime le sezioni su Cambogia, Vietnam e Laos al piano terra e mirabili anche le decine di reperti tibetani che, con i loro colori entusiasmanti e le espressioni colorite dei vari demoni, scuotano sempre il turista anche più esperto e abituato a certi spettacoli. Assolutamente un posto da visitare e che la maggior parte dei turisti ignora. 
Casomai non lo si fosse capito, questa statua è ABNORME

♠♠♠) Il Museo del Medioevo (museo Cluny). Sì, lo ammetto, in questo caso sono un pochino di parte perchè, come sapete, l'argomento mi interessa e affascina molto MA, in questo caso, il suggerimento va al di là del gusto personale. Oltre alla ricchissima varietà di oggetti presenti è la stessa struttura che merita una visita. L'esposizione si articola in due costruzioni diverse: da una parte l' Hotel du Cluny, un ricco palazzotto medievale che, grazie a un ottimo lavoro di restauro, si è conservato benissimo e dall'altra i resti delle antiche terme romane di cui il "frigidarium" (la zona dove ci si immergeva nell'acqua fredda), che ospita alcuni oggetti esposti, rimane la più grande ed evidente testimonianza a Parigi del vecchio impero che con Giulio Cesare si spinse fin nell'attuale Inghilterra più di 2000 anni fa. Ma il meglio del museo ve lo devo ancora dire pur premettendo una cosina: a me non piacciono per nulla gli arazzi (quella sorta di tappetoni a parete con pochi colori sbiaditi) e ho lo schifo quando ne vedo uno. Però qui, al museo del Medioevo di Parigi, si trovano gli unici che, sinceramente, sono riusciti quasi a commuovermi. 6 sono le composizioni che formano il ciclo della "Dama e l'Unicorno" rappresentanti i 5 sensi più un'altra enigmatica raffigurazione. Il colore rosso, raro nel Medioevo, mette in risalto le forme di mille fiori e animali che, con un'attenzione degna del miglior Botticelli ne "La Primavera", formano un insieme enciclopedico e armonioso che mi ha lasciato di stucco. Un'esperienza di cui preferisco non dire altro per non rovinarvi nulla. Andateci. Ora.
        
Uno dei sei arazzi, giusto per intenderci

♠♠♠♠) Il Museo Quai Branly. Ai piedi della Tour Eiffel riposa un grande e lungo edificio rosso che, come un animale che riposa, si estende su un giardino pieno di erbe selvatiche provenienti anche da posti molto lontani. Dentro, saliti per una passerella che ricorda un fiume, si arriva in uno spazio roccioso in cui una statua esotica di un androgino ci saluta: è l'ingresso del museo Quai Branly delle arti extraeruropee. "Ma come- direte- hai già parlato del Guimet, che bisogno c'è di questo?" e non avreste tutti i torti se si trattasse, questo, di un museo come gli altri. Infatti sì, ho parlato di "arti" extraeuropee ma, forse, sarebbe meglio dire "culture e popolazioni". A essere messo in luce è, infatti, per ciascun continente, il modo di abbigliarsi, atteggiarsi e le usanze così lontane geograficamente ma vicinissime nelle origini. In particolare ad avermi stupito è stata tutta la sezione relativa alla popolazione autoctona dell'Oceania che, troppo spesso, riconduciamo tutti (me compreso) alla mera Australia (e Nuova Zelanda quando capita) mentre, in realtà, vi sono miriadi di popolazioni che fino ai tempi più recenti si sono mantenute a uno stato quasi primordiale. Notare come le forme delle loro maschere tribali, i riti e le decorazioni confermino e ribadiscano le scoperte degli antropologi mi ha dato un enorme senso di soddisfazione, come chi vede confermate le proprie ricerche che compie da tempo (e così è, in parte). Anche le altre sezioni mi sono piaciute, in particolar modo è stato interessante notare come l'arte in Africa sia, a tutti gli effetti, molto più varia di quello che si può credere. Giovane, moderno e interattivo: mi ha decisamente conquistato!


♠♠♠♠♠) Le Ninfee de "L'Orangerie". Di fronte al Louvre si estende, lungo Rue de Rivoli, il magnifico parco delle Tuileries che porta, seguendo la Senna, fino a Place de la Concorde (e poi, da lì, sorpassati il Petit e il Grand Palais, continuando per gli Champse d'Elisè, si arriva fino all'Arco di Trionfo). In questo parco, oltre alle celebri giostre, si trova un piccolo ma rinomato museo: quello de "l'Orangerie". Premetto che non sono proprio un grande fan degli impressionisti (che non vuol nemmeno dire che vomito quando vedo un loro quadro però) e, infatti, ho solo discretamente apprezzato la mostra permanente del museo che sì, ha tante opere di autori famosi come Modigliani e Cezanne, ma non mi ha fatto impazzire. E perchè, allora, ve lo consiglio? In questo spazio, al piano terra, vi è una delle opere più impressionanti viste in questa settimana (e ho avuto modo di vederne parecchie, credetemi): le "Ninfee" di Monet. Fino a quel momento avevo avuto modo di osservare, dal vivo, solo degli studi o copie sempre sue ma "più in piccolo" (il secondo punto delle "delusioni" sarà più chiaro). Qui, invece, in queste due ampie stanze ovali si confondono un insieme di colori così perfetto e toccante da trasportarti immediatamente al tramonto, in riva a uno stagno, con il vento che ti accarezza i capelli. La gente non è un problema, ti sembra di essere solo tu e il paesaggio: un vero e proprio angolo di natura artificiale tra le più convincenti mai viste fin'ora. Che aspettate a tuffarvi in queste sale?

LE 3 DELUSIONI DI PARIGI

) Il Pantheon. Questa gigantesca torta ricoperta da un sovrabbondante strato di glassa bianca è, attualmente, in restauro. Il cupolone non si vede, sembra ricoperto da un enorme preservativo bianco e, dentro, fino al 2016, il celebre "Pendolo di Foucault" sarà assente. In realtà, come appare abbastanza evidente, questa grande dimostrazione scientifica che la Terra ruota su sè stessa altro non è se non un mero riempitivo di uno spazio vuoto di significati e, sostanzialmente, spoglio. Vi è una statua che ricorda la rivoluzione francese ormai inutile nella nostra era (non fraintendetemi, non è che non apprezzi il valore storico della cosa, solo artisticamente ho visto cose più dense di significato) e poche altre scritte alla memoria di illustri morti lì non seppelliti (sì, avete letto bene) frammiste a quadri ben poco stupefacenti. Sotto vi è una cripta dove riposano i resti di grandi personalità come Rousseau, Voltaire, Zola, Hugo e i radioattivissimi signori Curie per non contare il signor Braile: tutti, chi più chi meno, rinchiusi in anonimi sarcofagi di pietra. Alla faccia dei due grandi pensatori illuministi, il primo che disse "Non sarò mai abbastanza lontano da Parigi" e l'altro sepolto in una (ormai ex) chiesa: OTTIMO!
Vista del mega preservativo dalle torri di Notre Dame

♦♦) Museo Marmottan Monet. Come già detto non sono un grande fan dell'impressionismo anche se posti come il Museo d'Orsay e l'Orangerie non mi hanno di certo deluso. Questo museo invece lo ritengo una perdita di tempo. L'unica opera veramente importante contenuta al suo interno è "L'Impressione sul Sole Nascente" di Manet (che ha comunque dato il via al movimento artistico più importante della seconda metà del 1800) e nient'altro. Tantissime le opere di Monet tra cui molte "Ninfee" che elogio parlando dell' "Orangerie" se non fosse che... Sono tutti studi. Sì, dei MALEDETTISSIMI studi tutti uguali se non con qualche variazione di colore. Non trasmettono nessun significato, non sono particolari, non sono splendidi ma, al contrario, rappresentano un chiaro esempio di come un artista continui a riprodurre sempre la stessa opera quando capisce che il genere piace alla gente (prova ne è anche un quadro di Cezanne viso in 3 musei diversi): ah, vil denaro! Volete evitare di buttar via 2 ore della vostra vita? Andate a visitare il museo del sesso a Montmatre (oltretutto abbastanza carino), questo lasciatevelo abbondantemente indietro.

♦♦♦) Versailles. Sì, proprio il palazzo reale che dalla seconda metà del 1600 ha ospitato la famiglia reale Francese e, con lei, buona parte dei nobili. I giardini per carità, bellissimi, anche se delle tanto agognate fontane musicali ne funzionava solo una mentre le altre non spruzzavano che un piccolo getto d'acqua (se andava bene) e niente musica. Al che potete darmi del pretenzioso, del cagacazzo e del rompiballe e avreste del tutto ragione almeno in atri contesti MA stiamo pur sempre parlando di Versailles, cazzo, non del parco giochi dietro casa mia! I giochi d'acqua di per sè sono carini più che altro perchè sfruttano un meccanismo antichissimo però... dai, eh! Ma è dentro al palazzo che veramente non mi è piaciuto. A parte la folla che ha provato a soffocarmi un paio di volte ma, soprattutto, la maggior parte delle stanze era chiusa e, a parte le poche più famose mostrate, trovo che altri palazzi reali siano tenuti molto meglio (da quello asburgico a Vienna alla torinese Venaria Reale). Poi, per carità, di sicuro di per sè non sono brutte, non dico questo, ma le condizioni di visita sono se non precarie quantomeno molto poco efficienti!

I 5 CONSIGLI SU PARIGI

) Gratis. Se siete degli studenti di meno di 25/26 anni ANDATE SUBITO a Parigi. Il perchè? Semplice: la maggior parte dei musei se non è gratis (e ripeto GRATIS) adopera delle forti riduzioni per questa fascia di persone. Stesso discorso vale anche per la metro che, nei weekend, mette a disposizione dei biglietti giornalieri CONVENIENTISSIMI. E non datemi del taccagno a caso perchè vi posso assicurare che come città è costosa come il fuoco e risparmiare qualche soldo in questi casi non è mai un male!

♣♣) Franprix. Parigi è cara e, dovunque voi andrete, vi troverete male per i prezzi eccessivamente elevati. Se poi a pranzo ti vuoi sedere da qualunque parte a mangiare in un bar all'angolo qualcosina è la fine! Il mio consiglio è quello, quando sentite un certo languorino allo stomaco, di allontanarvi a piedi di pochi passi dai grandi centri turistici, fermare un indigeno a caso e chiedergli gentilmente dove potete trovare un Franprix che è la loro catena di supermercati (da pronunciare "supermarscè Franprix"). Dentro troverete numerosi panini già fatti e succhi di frutta e altre bevande fresche: con 6€ vi fate pranzo, bibita e pure merenda (magari con delle particolari patatine al gusto di formaggio di capra che troverete solo in Francia!). Per sedervi cercate pure in giro i numerosi parchetti pubblici in cui la gente ama, nei momenti di pausa, mettersi su una panchina a prendere un po' di sole!

♣♣♣) Metropolitana. La metro di Parigi è tra le più incasinate in Europa e, quindi, con questo punto volevo spiegarvi una piccola cosa che per un bel po' non ho capito io stesso. Le linee sono 2: la M e la RER. Quest'ultima, in particolare, è quella che vi porterà anche agli aereoporti e, più che una vera propria metro, è più un treno. Ma per questo non fate come me, non cascateci come dei polli! In realtà se fate un biglietto giornaliero questo varrà ANCHE per questa RER nelle aree prestabilite, non solo per la M: fate attenzione però che, essendo treni, passano un po' più raramente.

♣♣♣♣) Belleville. La topaia in cui si stava noi era nel quartiere di Belleville, quello descritto da Pennac nel suo ciclo della famiglia Maloussen (che troverete edita da Feltrinelli) e che è storicamente sede di svariati gruppi di immigrati. Ebbene, vi dirò la verità: è il quartiere in cui mi sono sentito più a casa di tutta Parigi! Ormai è ben lontano dall'essere un posto brutto e magari anche poco sicuro e, al contrario, è frequentato da una moltitudine di giovani tranquilli che trascorrono la serata ad un bar davanti ad un buon bicchiere di vino. Che aspettate ad immergervi in quest'area così VERAMENTE parigina?

♣♣♣♣♣) Cimiteri. Tanti sono i cimiteri di Parigi che accolgono le salme di gente morta da ormai tanti anni. In ogni caso hanno tutti un'unica caratteristica comune: sono grandi e incasinatissimi. Quindi, se state cercando il luogo di sepoltura di qualche personaggio famoso non dimenticatevi di procurarvi una mappa dei siti con su segnate le posizioni delle varie tombe perchè se no potreste anche passarci le giornate senza venirne a capo! In particolare al Perè Lachaise non se ne trovano nei week end (ufficio del turismo interno chiuso) ma potrete trovare tutto quello che vi serve all'edicola appena fuori dall'uscita della metro: senza rinunciate ad addentrarvi in questo fitto reticolo di tombe che non si fanno trovare, a volte, manco con le cartine (non è vero Chopin? Nè Modigliani?)!

Bho, detto ciò mi sembra che possa bastare. Ovvio poi, questa non è mica una guida dettagliata e completa, ma una raccolta di consigli e cose varie che, se mi avessero detto prima, magari sarei stato anche più felice. Se volete sapere altro non esitate a commentare qua sotto oppure a mandarmi un messaggio privato sulla pagina fb del blog a cui risponderò più che volentieri. E mentre vi saluto per un po' con il blog (la pagina fb continua la sua attività tranquilla) vi rimando al prossimo appuntamento che sarà... verso fine settembre quando, tornato dal mio viaggio in Georgia e Armenia di un paio di settimane, avrete un altro resoconto di questa mia nuova avventura.
Vorrei concludere il tutto copincollandovi un post, con annessa foto, che ho pubblicato sulla mia pagina fb e che, spero, vi faccia riflettere. Ciao!

"Il Cavaliere dei Fiori" (1894)- Georges Rochegrosse (1859-1938).

Questo grande quadro mi ha colpito subito quando l'ho visto. Si trova in una stanza mezza abbandonata del Museo d'Orsay, quella dedicata ai pittori simbolisti stranieri (e sì che lui è francese!). A contemplatre questa meraviglia eravamo in due mentre la folla, come mosche sul miele, succhiava linfa vitale dai capolavori che tutti conoscono e che vengono considerati "belli" perchè qualcun'altro, prima di loro, li aveva giudicati tali. Non fermatevi mai di fronte alle apparenze, non pensate che quello che vi viene sempre proposto sia il meglio: esplorate voi stessi, cercate opere bellissime nascoste agli occhi della massa, non fatevi fottere dalle illusioni poste lì da qualcun altro. Questo per i quadri, per i libri, per la musica e qualunque altra cosa. Siate critici e spietati, non accontentatevi mai di ciò che avete: tutti, insieme, cercate (e cerchiamo) di migliorare noi stessi per star meglio con chi ci circonda. E, tanto che ci siete, ammirate, estasiati, con me questa bellissima e coloratissima tela!