domenica 2 ottobre 2016

L'abbraccio Toscano (Potpourri Orbetellano in salsa Maremmana)

È da quando sono andato ad Amsterdam per Pasqua che non ho fatto grandi viaggi. La settimana passata però sono tornato dopo 2 anni in Toscana, più precisamente a Orbetello, in Maremma. Non so se l'ho mai detto qua, ma affondo parte delle mie radici proprio in questa cittadina alla base del Monte Argentario. Per molti anni ho passato vacanze e festività qui, sviluppando un certo senso di appartenenza con la zona. Tuttavia non ho mai sentito l'esigenza di parlarne se non con qualche post su Facebook e quindi, oggi, eccomi qua con qualcosa che non vuole essere un racconto di viaggio e nemmeno la descrizione di un paesaggio. Quando torno in Maremma ci sono dei punti fissi, delle piccole certezze, che mi fanno sentire a casa: chiamatele emozioni, sensazioni o illusioni, per me rimangono comunque importantissime. Non posso che parlare di Orbetello e del Monte Argentario con Porto Ercole e Porto Santo Stefano in questo modo. Non è una guida di viaggio ma, al tempo stesso, lo è. Prendete questo racconto per qualcosa di molto personale, nella speranza vi piaccia.

La prima cosa che si nota, soprattutto viaggiando in treno, è il cambio repentino e fluido di paesaggio. La Pianura Padana con le sue verdi risaie scorre via, nella luce del primo pomeriggio, e dopo qualche galleria, intervallata da flebili respiri montani, lascia il posto alla scoscesa Liguria, piena di fiori lillà e palme da un lato, dall'altro il mare, piatto come una tavola. Le montagne spariscono, un ultimo tunnel e poi una pianura di erba verde puntellata di alberi e canneti, inizio di un cambiamento ben più radicale. Più si scende più compaiono cespugli, rovi, arbusti e poi lei, la pianta più rappresentativa di tutte: il pino marittimo. Larghi ombrelli verdi dal caratteristico profumo, costeggiano le strade d'asfalto grigie mentre il caldo, secco e gradevole, accarezza la pelle. Il tappeto ramato di aghi secchi, le piccole pigne come punti scuri, le radici che scavano il terreno e spaccano il cemento. Ho imparato ad apprezzare i mutamenti della flora solo col tempo, ma dopo 20 anni riesco, finalmente, a percepire la poesia di un albero che muta aspetto.


Dalla finestra del soggiorno si vede il Monte Argentario, massa di roccia verde che si erge in mezzo al mare, collegata alla terraferma da due strisce di sabbia. Le lagune che racchiude, enormi vasche di acqua salata, ne rispecchiano la forma dolcemente declinante verso il mare. Sopra Port'Ercole, tra i forti spagnoli che osservano la baia, numerosi ulivi, coi loro riflessi, donano il nome alla zona mentre in lontananza è possibile scorgere l'isola del Giglio. Il vento soffia tra le strade del borgo Spagnolo . Tutto tace. Nel porto sottostante, riparate dalla baia, le barche dei pescatori ondeggiano vuote.

La sera, le mura di Orbetello, si affacciano sullo specchio nero delle lagune, rotto dai riflessi infuocati dei lampioni accesi. Il rimestio delle onde accarezza la dolcezza della sera e l'odore salmastro dell'acqua salata solletica il naso. Intorno il silenzio, qualcuno lontano passeggia chino, dietro niente auto. Il mulino riposa. poco distante, invisibile tra le acque.

Sulla spiaggia calda di fine settembre si rompono le onde cristalline di un mare quasi piatto. L'estate si allontana e con lei molte certezze: tutto cambia, anche ciò che può sembrare eterno. Nel profumo della pineta dietro di me ritrovo una sicurezza nelle cose di sempre a lungo sottovalutata. Come ritornare a casa dopo tanto tempo, guardarsi indietro e capire che fino a quel momento non si ha sbagliato ma da ora in avanti non bisogna mai mollare. Viaggiando si possono creare tante case se si sa apprezzare e comprendere il valore di quello che ci circonda.



Postilla


Per motivi personali ci ho messo un po' a scrivere questo breve articolo e per me ha completamente cambiato di significato. Capita di affrontare momenti un po' particolari. Non per forza confusi, quest'ultimo nello specifico non lo è stato, ma è comunque stancante. Tuttavia, come passa la tempesta per lasciar posto alla luce del mattino, così con un sorriso sulle labbra affronto il futuro, finalmente fiducioso e senza ansie. Grazie a tutti voi che mi seguite e avete letto l'articolo.