venerdì 27 marzo 2015

Bar Sport (01): Dolce, Gabbana ed Elton John: la bellezza della libertà di pensiero e la famiglia moderna.

Oggi, tanto per cambiare un po', vi dico la mia su un fatto di cronaca avvenuto di recente: le dichiarazioni sulla famiglia fatte dai famosissimi stilisti Domenico Dolce e Stefano Gabbana e della risposta polemica di Elton John. Perché se questo è un blog letterario vi trovate di fronte un articolo del genere? Più che lecito chiederselo ma, prima di chiudere la pagina, aspettate che vi risponda un attimo. Non sono un grigio giornalista ma un blogger e un essere umano con una personalità, delle idee e opinioni: amo discutere di fatti di attualità e confrontarmi anche con persone che la pensano diversamente da me. Per questo ho deciso di chiamare quest'angolo "Bar Sport" in onore al mitico (e mitologico) Stefano Benni: quasi a ricreare un posto di ritrovo, anche se virtuale, in cui io e voi possiamo discutere in pace e allegria di questioni anche leggere e non per forza di libri. Quindi, se vi va, sedetevi pure al tavolino che, intanto, ordino qualche caffè da berci tutti assieme, d'accordo?


Ricapitoliamo brevemente che è successo. I due stilisti hanno detto, in poche parole, che la famiglia "cristiana" (padre+madre+bambini vari ed eventuali) è l'unica modello che dovrebbe essere permesso e che i gay,
Non chiedetemi chi sia Dolce e chi Gabbana, non ne ho idea!
quindi, non dovrebbero poter adottare e crescere dei bambini. Oltretutto hanno condannato anche la fecondazione assistita e in vitro che porterebbe alla nascita di "bambini sintetici". Hanno dunque espresso un loro punto di vista, cosa c'è di strano? Niente, se non per il fatto che sono una notissima coppia gay, in parte simbolo di una comunità LGBT che, invece, si batte da anni per cercare di ottenere la possibilità di adottare dei bambini anche per le coppie di fatto. Anzi, in generale la notizia è stata presa così negativamente che il celebre cantante gay sir Elton John, seguito da una serie di personaggi più o meno famosi (da Madonna a Heather Parisi, tanto per intenderci), ha invitato tutti quanti a boicottare i prodotti dei due stilisti. Dopo non troppo tempo, comunque, sono arrivate le scuse da parte dell'artista che, ha ammesso, è stato un po' troppo precipitoso nel suo giudizio. Detto ciò, come la penso?

I simboli rappresentativi delle coppie di fatto
Per quanto non sia in sintonia con determinati punti di vista, sono contento che Dolce e Gabbana abbiano espresso liberamente la loro opinione. Infatti, è la riprova che ormai, nel 2015, l'Individuo è sempre più indipendente da obsolete schematizzazioni riguardanti il sesso di appartenenza o l'orientamento sessuale. Non si può, e non si Deve, parlare di una comunità gay unita perché composta da tante, tantissime, persone che la pensano in modo anche diverso l'una dall'altra. Diciamo forse "comunità etero"? No, perché non siamo tutti sulla stessa linea d'onda e abbiamo visioni differenti. Allo stesso modo è quasi doveroso che emergano punti di vista diversi in un gruppo di persone che, per ignoranza e scarso interesse, viene definito tutto unito e indistinto. Tuttavia questo tipo di dichiarazioni mi sembra, a volte, un po' costruito solo per far parlare di sé quando non si è più interessanti per il grande pubblico. Ma non entriamo nel merito della questione.

Che poi, volendo Ironizzare, la famiglia Cristiana in teoria è composta da madre vergine+ divinità trina+ bimbo speciale+ vecchio marito che sta a guardare
Ma si può, effettivamente, parlare ancora di "famiglia cristiana" nel 2015? A mio parere la famiglia tradizionale, infatti, non esiste più! Da quando abbiamo istituti come il matrimonio civile, l'adozione e l'aborto è materialmente impossibile pensare che la famiglia come veniva concepita anche solo cent'anni fa esista ancora. Ormai da una settantina d' anni siamo pienamente "investiti" da una globalizzazione così forte e violenta che è stata in grado di modificare profondamente ogni rapporto umano come l'abbiamo sempre conosciuto. Vi sono tantissime situazione sempre diverse che esulano ormai dalla concezione classica di famiglia: pensiamo anche solamente al caso di una ragazza madre o di una vedova diventata tale durante la gravidanza o, piuttosto, al contrario, un uomo che alleva suo figlio piccolissimo perché la moglie è morta per delle complicazioni durante il parto, per citare solo alcuni esempi. In questi casi, e in tantissimi altri, la persona può essere costretta ad allevare il proprio figlio da solo: chi direbbe che una cosa del genere è "sbagliata"? Poter rimanere accanto al proprio bambino, nonostante le disgrazie che ci possono accadere, penso sia un diritto che nessuno si vorrebbe vedere negato. Poi sulla questione "coppia gay che alleva un bambino" e possibili conseguenze non mi voglio esprimere ora, sarebbe troppo lungo, ma se leggete neanche troppo attentamente le righe prima capirete facilmente come la penso.

Ma adesso arriva la parte Veramente interessante: Voi come la pensate al riguardo? Siete d'accordo con me? La pensate diversamente? Creiamo un bel dibattito assieme: potete o lasciarmi qua sotto un commentino (sono aperti a tutti, iscritti a Google Plus o meno) per dirmi come la pensate al riguardo oppure venite a trovarmi su Facebook dove siete sempre i benvenuti! Alla prossima!



lunedì 23 marzo 2015

L'Anti-Romanzo: alle origini della narrazione moderna

Tutti sappiamo cos'è un romanzo: una serie di avventure, delle "storie", che si succedono in un tempo più o meno lineare e che hanno una certa consequenzialità. Certamente una definizione imprecisa, ma ci siamo capiti! Ma voi avete mai sentito parlare dell' "Anti-Romanzo"? Che cos'è? Quando nasce? Chi l'ha inventato? Ma, soprattutto, lo sapete che sta alla base di tutta la letteratura moderna e contemporanea? Andiamo a scoprire insieme di che sto parlando.

Laurence Sterne (1713-1768) è l'uomo che ha inventato l'Anti-Romanzo (e non James Joyce, come tutti pensano). Dell'autore in sé non ci interessa molto adesso ma sono due le opere per cui è celebre e vale la pena ricordarlo: "Vita e Opinioni di Trsitram Shandy" che prendiamo in esame oggi e "Viaggio Sentimentale Attraverso la Francia e l'Italia" che, magari, avete sentito citare a scuola per la celebre traduzione di Ugo Foscolo. Di solito la gente non si va a leggere il "Tristram Shandy" perché, in effetti, è molto lungo e, se non lo si comprende, risulta a tratti incomprensibile proprio perché è un Anti-Romanzo: io, ovviamente, di fronte a una prova del genere non mi sono trattenuto e ho scoperto uno dei miei libri preferiti di sempre (mai ascoltare il parere degli altri in alcuni casi!).

Il ritratto di Sterne ha un che di inquietante...

Teoricamente il romanzo dovrebbe parlare della vita di Tristram ma, in realtà, inizia MOLTO prima che sia nato (anzi, che sia concepito) seguendo le avventure del padre e le lunghe discussioni che lo zio Toby intrattiene con il servo per poi alternare tratti autobiografici a periodi in cui si finisce a discutere di nasi. Ogni concetto di "fluidità" e "ordine" della storia salta completamente, stravolto addirittura, e perde ogni concezione "oggettiva": tutto, infatti, viene posto nell'ottica "soggettiva" di Tristram. Ma ora cerco di spiegarmi meglio. In quegli stessi anni faceva scalpore, in Inghilterra, un filosofo chiamato David Hume: in poche parole, tra le varie cose che diceva, parlava anche del concetto di "immaginazione". Che cos'è "l'immaginazione"? Mo ve lo spiego!

Il ritratto di Hume sembra sempre una fotografia
Quando voi pensate a cose, non vi capita mai di saltare di palo in frasca da un argomento all'altro? Che ne so, ad esempio: sto facendo la pizza e penso a Napoli; mentre penso a Napoli mi ricordo di quando da piccolo ci sono andato coi miei; da lì mi viene in mente che, completamente a caso, nelle vie della città incontrai la mia bidella dell'asilo; a questo punto penso all'asilo e ai miei amichetti e così via (fun fact: veramente da piccolo incontrai la mia bidella preferita dell'asilo a casissimo a Napoli). Vi è un ordine logico a questa serie di pensieri? Sì, per carità, ma è tutto personale e nostro, "soggettivo" appunto. Allo stesso modo Sterne organizza la storia di Tristram non in ordine cronologico ma come capita, in base a un filo mentale conduttore che si può comprendere solo se ci si immedesima completamente nel protagonista. Quindi non dobbiamo stupirci se, nel mezzo di un racconto, l'autore si interrompe improvvisamente per riprendere da un punto casuale.

Di questo Capolavoro sentirete ancora parlare!


Sterne è stato l'inventore dell'Anti-Romanzo e ha influenzato tantissimi scrittori del suo tempo tra cui Diderot il cui "Jaques il Fatalista" non è che una copia (a volte proprio sputata) del "Trsistram Shandy". Ma l'eredità maggiore è passata certamente ai grandi scrittori del 1900 primi tra tutti Virginia Woolf e James Joyce, il celebre autore irlandese che ha composto quella grande opera che è l' "Ulisse". Questo discorso ci tenevo a farlo perché quest'ultimo viene sempre riconosciuto come il padre del romanzo moderno e contemporaneo quando, in realtà, un secolo prima già il nostro Sterne aveva messo delle basi così solide che senza il nostro autore irlandese difficilmente avrebbe creato qualcosa di così particolare. Inoltre Sterne viene spesso dimenticato nelle nostre scuole e in generale si tende a sottovalutare la sua grandissima importanza.

Settimana prossima, originariamente, volevo parlarvi dell'"Orlando" della Woolf ma ho deciso che, invece, mi metterò a dire molto brevemente la mia su un fatti di cronaca accaduto di recente: questo sia perché sto lavorando a qualcosa di abbastanza corposo che vedrete a breve sia per prendere un po' il respiro da argomenti un po' pesantucci come quello di oggi. Se vi è piaciuto l'articolo fatemelo sapere con un commentino qui sotto (sono aperti a tutti) oppure venite, come sempre, a trovarmi su Facebook!   

lunedì 16 marzo 2015

Medea la Maga: l'Amore e l'Abbandono (1)

Di tutti i personaggi femminili dell'antichità, il più famoso è di certo Medea. Donna protagonista di diverse opere letterarie, è uno dei soggetti più rappresentati, tanto è forte la sua caratterizzazione e forza d'animo: simbolo di determinazione, coraggio e passione circondato da un contorno di follia, magia e fascino barbaro, ha impressionato poeti, tragediografi e artisti di ogni tipo. Nel percorso di tre articoli impareremo a conoscere Medea in molte sfaccettature e ci porremo delle domande sulla sua condotta: giusta o sbagliata? Condivisibile o meno? Sarete voi, di volta in volta, a decidere cosa sia giusto e cosa sbagliato e, insieme, vedremo di tirare le somme: a fine articolo vi dico come fare! Però, prima di iniziare a porci le prime domande, andiamo a conoscere la nostra protagonista.

Medea noi la conosciamo quando è appena adolescente, avrà sui 16-17 anni circa. Figlia del re Eete, diretto discendente del Sole, vive nella barbara regione della Colchide, nell'attuale Georgia. Il suo popolo da sempre vive in quelle zone impervie e dimenticate da Dio dentro a delle caverne ai piedi dei monti Urali: secondo la leggenda qui era incatenato il titano Prometeo a cui, ogni giorno, veniva divorato il fegato, che poi gli ricresceva, da un'aquila divina come eterna punizione per aver portato il fuoco tra gli uomini e aver ingannato gli dei istituendo il rito del sacrificio (ma non divaghiamo troppo). Nella regione era conservato anche un oggetto raro e portentoso: si trattava del vello (pelo) di un montone dorato volante e parlante (non sto scherzando) che aveva trasportato in volo Frisso e Elle,  due fanciulli che rischiavano di morire sacrificati dal padre, fino a quelle terre. Sfortunatamente, nonostante questo aiuto divino, la giovane Elle
L'Ellesponto è l'attuale stretto dei Dardanelli
precipitò in mare e morì: da quel giorno quel tratto di mare viene chiamato, in suo onore, "Ellesponto". Frisso chiese ospitalità al vecchio Eete che gli diede in sposa sua figlia Calciope. In cambio, però, il montone dorato venne sacrificato e il suo vello appeso a una quercia secolare protetta da un enorme drago perennemente sveglio. Ed è questo l'oggetto del desiderio di Giasone, capo della spedizione di 50 eroi provenienti dalla Grecia e inviati dal re di Iolco (#YOLO), Pelia.


Questi, infatti, pensava di potersi liberare del nipote (era figlio di suo fratello) mandandolo verso morte quasi certa in un viaggio ai confini del mondo alla ricerca di un oggetto sostanzialmente inutile. Infatti Pelia era diventato re di Iolco (#YOLO) con l'inganno quando, in realtà, il legittimo erede doveva essere, appunto, il fratello Esone, padre di Giasone. Però si sa, il male paga alla fine: un oracolo gli comunica che un giovane proveniente dalla campagna senza un sandalo lo avrebbe spodestato. E voi figuratevi la sorpresa del vecchio quando si vide arrivare proprio Giasone con un piede nudo e l'altro no! il re, che come i nostri politici non ne voleva sapere di mollare la poltrona, lo inviò dunque MOLTO lontano sperando che
schiattasse in qualche modo. Ma sottovalutò la profezia, la volontà degli dei e, soprattutto, la forza di 50 eroi mitici, da Ercole a Ulisse, radunati per quest'impresa folle sulla nave magica e parlante (non sto scherzando) Argo. Dopo varie peripezie arrivano in Colchide ma quel simpaticone di Eeta non vuole sapere di cedere il vello d'oro. La situazione si fa critica: il re sembra inamovibile, la popolazione ostile e gli eroi scoraggiati. Urge trovare una soluzione: ed è a questo punto che inizia il bello, state a sentire, aprite occhi, cervello e orecchie perché alla fine del racconto sarete VOI a decidere se Medea abbia fatto bene o meno a fare quel che ha fatto!

A questo punto della storia intervengono le divinità che fanno innamorare Medea di Giasone: questi, capita la situazione, se ne approfitta bellamente e le chiede di aiutarli. Infatti il re Eeta aveva concesso agli eroi di recuperare il vello a patto che superassero tre temibili prove: sconfiggere dei cinghiali giganti sputafuoco, eliminare l'esercito di bronzo che sarebbe sorto dai denti sotterrati degli animali bestiali e eludere la guardia del drago che soffre di insonnia: insomma, tre cosine da poco! Medea, in ogni caso, completamente rapita dall'amore per Giasone decide di aiutarlo e di tradire il suo popolo e utilizza le sue arti magiche per lanciare incantesimi vari di aiuto ai Greci. Questi riescono nelle tre imprese e recuperano il vello d'oro ma Eeta non è per nulla contento e decide di attaccarli con l'esercito per ammazzarli. Medea, che non vuole lasciare il suo uomo, decide di partire con loro. Secondo una versione del mito (che seguirò per comodità) Apsirto, il fratello di lei, decide di aiutare la sorella e di fuggire con gli stranieri. Però le truppe del padre incalzano e stanno per raggiungerli! Come salvarsi? State a sentire e poi ditemi se avreste fatto lo stesso!


Medea, vista la situazione nera, decide di compiere un atto estremo: ammazza il fratello e lo fa letteralmente a pezzi con un'ascia. In seguito, mentre continuano a fuggire, butta i resti di Apsirto per strada poco alla volta così che Eeta sia costretto a fermarsi per raccoglierli e metterli assieme. Un gesto estremo che però permette loro di salvarsi. E voi, sareste arrivati a tanto pur di aver cara la pelle e poter fuggire col vostro amore? Avreste tradito il vostro popolo per seguire uno straniero venuto da terre lontane?

Nel Medioevo questo tema simpaticissimo fu ripreso in vari poemi cavallereschi!

Per farmi sapere come la pensate e cosa avreste fatto voi potete lasciare un commento qui sotto (sono aperti a TUTTI, anche chi non ha un account google Plus) oppure potete venirmi a trovare sulla mia pagina Facebook dove vi aspetto a braccia aperte! Ci si vede venerdì per un nuovo articolo!

venerdì 13 marzo 2015

Le Collaborazioni che ci piacciono: "Focus on: Viaggio in O(P)ccidente" feat. Il Laboratorio di Vegapunk

Che fine ha fatto l'articolo di oggi? Come promesso oggi sarebbe uscita una collaborazione e... eccola Qua! Il pezzo di oggi non compare su questo blog ma sul "Laboratorio di Vegapunk", un sito di approfondimento di manga e anime e che tratta, in particolare, del mondo di One Piece che, per chi non lo sapesse, è il manga più venduto in tutto il mondo (una cosetta da poco, eh)! E, appunto, questo articolo scritto a quattro mani, parla degli elementi di "Viaggio in Occidente" in questo fumetto moderno stracolmo di citazioni letterarie e culturali. Bene, non ho nient'altro da dirvi se non che noi ci si vede lunedì col prossimo articolo che sarà molto... interattivo! Alla prossima!

E ora tutti i link del mondo: QUI trovate l'articolo sul "Laboratorio di Vegapunk" e QUA la sua pagina facebook, Nell'articolo troverete tutti i rimandi utili per sapere tutto il necessario su Viaggio in Occidente sul mio blog altrimenti vi basta cliccare sul tag corrispondente che trovate a fondo articolo.
Fateci sapere che ne pensate qui oppure sulla mia pagina Facebook!

martedì 10 marzo 2015

Recensione Lampo (03): "Racconti Fantastici" di Luciano di Samosata.

Luciano di Samosata (non metto più la foto, l'ho postata alla nausea!), in linea di massima, è una garanzia di alta, altissima qualità: cinico e spietato nei confronti dei ciarlatani del suo tempo, profondo e originale nelle sue riflessioni sul concetto di etica e correttezza, fantasioso ed elegante nella scelta del soggetto dei suoi scritti. Egli è un più che degno esponente di una sorta di spirito illuministico che ha contraddistinto solo alcuni autori particolarmente brillanti che hanno saputo osservare il mondo attorno a loro con occhio oggettivo e incredibilmente lucido: tanto per fare un piccolo e incompleto elenco di personaggi del genere potrei citarvi Aristofane, Euripide, Svetonio, Tacito, S. Agostino, Procopio, Tommaso d'Aquino, Dante, Boccaccio, Rabelais, Giambattista Marino, Swift, Voltaire, Diderot, Sterne, Rousseau, Goethe, Alfieri, Foscolo, Dickens, Wilde, Woolf, Nietzche, Marinetti e molti altri che ora non sto qui a nominare. In ogni caso, senza divagare, parliamo un attimo di che cosa trovate in questi "Racconti Fantastici" editi da Garzanti.
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Il libretto raccoglie alcuni dialoghi (escluso il romanzo "La Storia Vera") decisamente interessanti: "La Nave ovvero i Desideri", "Icaromenippo ovvero un Viaggio tra le Nuvole", "il Pescatore ovvero i Redivivi" e "i Patiti della Menzogna ovvero lo Scettico". Prima di parlarvi minimamente della loro importanza e del contenuto Molto in breve, vediamo un secondo com'è questa edizione Grazanti. Per fare un confronto prendo in considerazione "La Storia Vera" che mi è piaciuta così poco da averla letta e riletta (per un totale di 4 volte) anche per la Bur e la Mondadori. Ognuna di queste tre edizioni ha pregi e difetti tali per cui si completano a vicenda. Vi faccio uno schemino perché le opere di Luciano sono sparse qua e là in questi tre formati che, tendenzialmente, mantengono sempre le stesse caratteristiche:

Bur: Pregi: Testo greco a fronte. Buon apparato critico di note. Difetti: una traduzione un po' vecchia e poco convincente.

Mondadori: Pregi: Traduzione buona. Note abbondanti. Introduzione chiara. Difetti: no testo greco. Note a volte TROPPO presenti e sbrodolose, quasi a volerne aggiungere a tutti i costi.

Garzanti: Pregi: buona traduzione. Difetti: poche note. No testo a fronte.

Detto questo non perdiamoci in ulteriori chiacchiere e passiamo ai nostri dialoghi!

"La Nave ovvero i Desideri": Questo breve dialoghetto è sicuramente uno dei più fruibili per via della sua leggerezza e brevità. Il bersaglio sono tre desideri materiali degli uomini (ricchezza, potere, lussuria) che vengono criticati perché effimeri: di fronte alla morte siamo tutti uguali senza contare che, spesso, queste tre ambizioni portano, in vita, più problemi che vantaggi e possono condurre a una fine... estremamente violenta! Come dite? Qualche riferimento con l'attualità? Ah no, io non ne so nulla...

"Icaromenippo ovvero Un Viaggio tra le Nuvole": Di tutti i dialoghi questo è quello che mi è piaciuto meno perché, per quanto cinico, non è abbastanza pungente e si sofferma sui vizi degli uomini in modo troppo generico e superficiale. Tuttavia è molto importante per via di alcuni riferimenti che fa alla scienza del suo tempo che si propone di trovare risposte anche fantasiose a fenomeni che non può conoscere (in particolare, questa volta, la Luna stessa si lamenta di quello che si dice di lei): qualunque opera leggiate di Luciano troverete una nota di rimando a questo testo ma non è dei più belli.

Come Icaro, Menippo si alza in volo e viaggia fino alla Luna!

"Il Pescatore ovvero i Redivivi": Questo è un bel dialogo ma non ha senso di esistere in questa edizione. Infatti ha un "prologo" (che poi è un intero dialogo a parte) chiamato "I Filosofi all'Asta" e che trovate per la Bur insieme a questo e che vi consiglio di acquistare. In poche parole: nel primo dialogo l'autore vende, appunto, all'asta dei filosofi per poco prezzo mettendo in ridicolo le loro pretese filosofiche. Ne "Il Pescatore", invece, i grandi nomi del passato, da Talete a Platone, tornano dall'oltretomba per vendicarsi di Luciano che, poco prima, li ha ridicolizzati vendendoli per due soldi. Allora viene istituito un processo di fronte alla Verità per decretare se l'autore sia colpevole o meno ma viene assolto: non voleva screditare le antichissime teorie filosofiche che egli stesso ha amato ed apprezzato ma i suoi contemporanei che, in loro nome, si arricchivano sulle spalle di altri compiendo le peggiori azioni. Tutti questi santoni vengono attirati ai piedi dell'Acropoli di Atene e da lì letteralmente pescati, da cui il nome dell'opera, e eliminati per i loro peccati. Molto carino ma, ripeto, non in questa edizione.

"I Patiti della Menzogna ovvero lo Scettico": Questo è il dialogo in cui ho trovato l'origine di Topolino Stregone per lo scorso articolo. Come detto anche lì, tutto ruota attorno alle false credenze degli antichi e alla presa in giro di quei racconti fantastici propagandati da un folto gruppo di santoni per lucrare sulle spalle degli ingenui: molto gradevole, molto bello, vale la pena leggerlo.

Della "Storia Vera" mi rifiuto di parlarne perché ne ho già parlato in un doppio articolo QUI. Come edizione, tutto sommato, non è stata male e Luciano ve lo consiglio sempre, è un autore che raramente delude. La mia edizione è abbastanza vecchia (non ho trovato un'immagine decente) e l'ho pagata 9.30€: temo farete fatica a trovarla in giro e, quindi, se vi capita di trovarvela di fronte e vi interessa compratela subito!


Per un pochino non ci saranno mie recensioni (ma non per questo mancheranno gli articoli che continuano regolari): sto leggendo il terzo dei quattro volumoni che raccolgono tutti i racconti di H.P. Lovecraft e non avrebbe senso parlarvene giunti a questo punto. In settimana vi metto anche qua il video della bellissima live tenuta con Sabaku no Maiku lunedì e vi do appuntamento a venerdì con un articolo scritto a quattro amni da me e... un ospite speciale e che troverete su un altro blog di cui vi darò tutte le info il giorno stesso! Lunedì, invece, articolo regolare qui sul blog con un argomento molto... particolare! Preferisco non dirvi nulla, sappiate solo che sarà un articolo molto interattivo in cui sarà indispensabile il vostro intervento! Per rimanere aggiornati vi ricordo la mia pagina Facebook.

giovedì 5 marzo 2015

Alle origini del mito: Topolino Stregone

Luciano di Samosata
Una sorpresa è una sorpresa sempre, anche mentre leggi: a volte ti capita di girare la pagine e di vedere l'origine di qualcosa che ritenevi scontato fin da quand'eri piccolo. Questo è quello che mi è successo l'altro giorno. Stavo affrontando, la sera prima di un esame, "I Patiti della Menzogna ovvero lo Scettico", un dialogo di Luciano di Samosata inserito nel volume "Racconti Fantastici" della Garzanti di cui vi parlerò tra qualche giorno. Si tratta di un testo satirico che prende di mira le false credenze e i santoni (tra cui Gesù, a detta di Luciano!!) che circolavano all'epoca dell'autore. A un certo punto un tale di nome Eucrate parla di uno stregone di nome Pancrate a cui ha fatto da discepolo e che seguiva in giro di città in città. E a un certo punto ci racconta...

"Ogni volta che arrivavamo a una locanda, prendeva il catenaccio della porta, la scopa oppure il pestello, lo ricopriva con un mantello, pronunciava una formula magica e lo faceva camminare, in modo che tutti lo ritenevano un essere vivente. Non solo, ma andava anche ad attingere acqua dal pozzo, preparava da mangiare, metteva in ordine, insomma era un servo abile e scrupoloso in tutto; Pancrate, poi, quando non ne aveva più bisogno, con un'altra formula magica ritrasformava la scopa in scopa e il pestello in pestello."

Pancrate, tuttavia, è geloso del suo potere e non trasmette le parole magiche all'allievo Eucrate, invidioso di tanto potere. Allora, una volta, si nasconde nel buio e riesce a cogliere la formula del maestro. E così...

"[...] il giorno dopo, mentre Pancrate si occupava dei suoi affari al mercato, prendo il pestello, lo vesto come faceva sempre lui, pronuncio le sillabe magiche e gli ordino di portare l'acqua. Ritorna con l'anfora piena e gki dico <<Basta, non portare più acqua e ridiventa pestello>>; ma quello non mi ha badato affatto, e continuava con l'anfora finché ci ha riempito tanto di acqua da allagare la casa. Allora io, non sapendo come rimediare . temendo che Pancrate, al suo ritorno, se la prendesse con me - agguanto un'accetta e spacco il pestello a metà; ma ciascuna delle due metà ha preso un'anfora e si è messa a portare acqua."


Fortuna che dopo poco tornò Pancrate il quale riuscì a risolvere la situazione!



Lo stesso episodio viene proposto paro-paro nel cartone Disney "Fantasia" (1940), quello che da piccoli ci facevano sempre vedere perché ci addormentassimo subito. Topolino stregone ha il cappello e non la formula ma sempre quello rimane! Metto qua la scena per quelle due o tre persone che non l'hanno mai vista: 


A essere sincero non avevo idea che Topolino Stregone avesse un'origine così antica e particolare! E voi? Lo sapevate già? Conoscete altre fonti da cui la storia potrebbe essere tratta? Fatemelo sapere con un commento qua sotto (sono aperti a tutti) oppure su Facebook! Noi ci vediamo lunedì verso le 18 con la recensione di questi "Racconti Fantastici" e in serata, alle 21 e 15 per chi vuole, in live sul canale Youtube con ospite Sabaku no Maiku! Vi lascio QUI il link all'evento e troverete anche qui, un 10 minuti prima, il collegamento col video che poi potrete rivedere anche più tardi con molta calma. Alla prossima!


lunedì 2 marzo 2015

Recensione Lampo (02): "Spezie" di francesco Antinucci

"Spezie: una storia di scoperte, avidità e lusso" di Francesco Antinucci è un piccolo saggio, edito da Laterza, senza troppe pretese. Lo si comprende bene guardando alle sue sole 157 pagine scritte grandi comprensive di un sostenuto numero di ricette, tratte da antichi libri di cucina, presenti tra un capitolo e l'altro. "E quindi, se non è pesante, è un brutto saggio?" Assolutamente no, solo non vi dovete aspettare una trattazione completa al 100%
                                      del fenomeno degli scambi mercantili.

Il libro è diviso in 4 capitoli che si occupano, ciascuno, di un particolare periodo storico: antica Roma, Venezia del 1200, Portogallo & co. nel 1500 e, infine, il 1700. Il fine dell'autore è quello di evidenziare come, in ogni periodo storico, a far girare l'economia siano stati prodotti di lusso assolutamente inutili e superficiali, tra cui hanno sempre avuto un ruolo fondamentale le spezie. Non vengono considerati più di tanto i caratteri storici o sociali di questi traffici (come la nascita della borghesia ed il suo valore, ad esempio) ma viene posto l'accento unicamente sul fattore economico. Fattore economico questo che, però, non entra nel dettaglio e rimane, a volte, un po' superficiale, cosa che mi ha fatto un po' storcere il naso, ad essere onesti.

Sir Francis Drake, uno dei pirati più famosi di tutti i tempi
Infatti: ho imparato qualcosa di veramente nuovo con questo saggio? Poco, molto poco, e tutto relativo alla prima parte sui Romani che si facevano arrivare le merci dal sud dell'India e qualcosina su Venezia. Per il resto è stato un buonissimo ripasso delle avventurose spedizioni di navigatori ormai leggendari (Vasco da Gama, sir Drake ecc...) in terre straniere alla ricerca di profitti. Rimane, in ogni caso, una parte di storia molto affascinante da esplorare per proprio conto in maniera approfondita con altri testi. Ma questo, penso, lo sappia benissimo lo stesso Francesco Antinucci che propone una bibliografia decisamente scarna.

Vasco da Gama arriva (finalmente) in India

In compenso è molto buona l'idea di mettere delle ricette indicative dei gusti del tempo tra un capitolo e l'altro con tanto di analisi per evidenziare com'è cambiata la tavola degli occidentali in 2000 anni di storia. Arriva, addirittura, a dirci quante volte ricorre nei ricettari la data spezia! Veramente degno di nota!

In definitiva: se siete appassionati di conquiste marine e traffici commerciali vi consiglio, se non siete al vostro primo libro sull'argomento, di non comprarlo in quanto troppo generico. Se, invece, foste appassionati ma alle prime armi oppure vi interessasse l'argomento in generale (come è stato anche per me) allora acquistatelo, ne vale la pena, è un buon punto di partenza. Il prezzo non lo conosco (è un regalo) ma non dovrebbe superare i 15€: penso sia sui 10€-12€, non di più. Non vi metto il link Amazon perché tanto lo trovate in ogni libreria facilmente, è una novità del Natale 2014.



Chi di voi pensa di leggerlo? Chi l'ha già fatto? Fatemelo sapere con un commentino qua sotto (sono aperti a tutti) oppure venitemi a trovare su Facebook per dirmelo! Noi intanto ci vediamo giovedì con l'articolo "Alle Origini del Mito: Topolino Stregone".