martedì 30 dicembre 2014

Le mie Letture del 2014

Esattamente un anno fa, il secondo articolo del blog si intitolava "Le mie letture del 2013" e si proponeva di mostrarvi i 50 libri che mi erano capitati tra le mani in quei 365 giorni, per darvi un'idea dei miei interessi. Anche quest'anno, quindi, ho deciso di offrirvi questo servizio così che possiate capire quali sono state le letture su cui mi sono concentrato e anche possibili argomenti futuri. Inoltre sarete voi a decidere l'argomento del prossimo articolo! Non dovete che prendere un titolo da quelli qua qua proposti che io non abbia trattato e ve lo esporrò non appena possibile! Per farmelo sapere lasciate un commento qua sotto (possono farlo tutti, iscritti o meno a blogger) oppure andate sulla mia pagina Facebook e scrivete lì dove trovate posto! Se vedete strani spazi tra le parole ringraziate pure Blogger che mi sfotte tutto l'ordine dei paragrafi. Ma ora bando alle ciance e iniziamo!


1) "Gargantua e Pantagruele", Françoise Rabelais, Einaudi.
      Sì, è vero, l'ho contato pure l'anno scorso, ma data la pesantezza non ho potuto fare a meno di            mettercelo dentro anche qua. Il libro è un capolavoro della letteratura francese, fondatore della           prosa e della lingua dei nostri vicini europei. La lunghezza non aiuta la fruizione ma se avete                tempo e calma è molto divertente da leggere con i suoi ritmi: RACCOMANDATO.



2) "L'Opera di Rabelais e la Cultura Popolare", Michail Bachtin, Einaudi.
      Chiariamo ogni dubbio relativo a questo capolavoro (perché di questo si tratta): è un libro di               studio. Non lo si legge sul treno, per intenderci, ma ha bisogno di essere seguito passo passo. Le         ricerche condotte da Bachtin hanno dell'incredibile e stanno alla base dei miei stessi studi (no, ma       non mi è piaciuto) solo che è indubbiamente pesante: CONSIGLIATO SOLO PER LO                     STUDIO.


3) "Le Incredibili Avventure al di là di Thule", Antonio Diogene, La Vita Felice.
      L'edizione di questo volume mi colpì così tanto che a gennaio ci dedicai subito un articolo, il               primo di "A Bordo di Libro" (la mia serie di pezzi sui viaggi nella letteratura). Dell'opera                     originale  non abbiamo che un riassunto monco ma la ricca introduzione e le note al testo vi                 aiuteranno, in  maniera semplice e chiara, a sapere più che il necessario su questo capolavoro               perduto. Non fatevi spaventare dal nome dell'editore, lo si trova e ordina facilmente ovunque:            CONSIGLIATO.


 4) "L'Ultimo Uomo", Mary Shelley, Mondadori.
      Questo libro è tanto bello quanto, da quel che so, difficile da trovare. Penso che la Mondadori non      lo stampi più (succede con la collana "Oscar") ma se lo trovate a qualche bancarella o negozietto        di libri usati (come è successo a me) prendetelo subito. Altrimenti, se proprio non ce la fate,                  leggetevi il mio articolo, no? CONSIGLIATO.


5) "Il Cibo Come Cultura", Massimo Montanari, Laterza
     Che cos'è per noi il cibo? prova a risponderci Massimo Montanari, grande studioso del Medioevo        e della storia culinaria Europea, con questo breve e godibilissimo saggio che merita                              DECISAMENTE un acquisto immediato non appena lo trovate in giro: CONSIGLIATO.


6) "Il Vangelo delle Streghe", Charles Leland, Stampa Alternativa.
     Questo piccolissimo libro è molto curioso e interessante e ripropone alcuni studi di Leland sulla          tradizione magica italiana con gli occhi di chi cerca di riscoprire antichissime tradizioni e non del        superstizioso. Pagine di magie antiche, oscuri racconti mitologici e rituali proibiti si mescolano ad      appunti critici di un appassionato alla materia. Se siete interessati e parlo un po' già qui:                       CONSIGLIATO.


7) "Il Medioevo Fantastico", Jurgis Baldrusaitis, Mondadori (e Adelphi).
      Questo libro rappresenta solo una parte dell'immensa attività di questo studioso e in particolare si       concentra sull'origine delle figure fantastiche Medievali che spesso sono state attinte da modelli           preesistenti tratti dal mondo romano, pagano o addirittura orientale. Veramente un ottimo libro           pieno di illustrazioni, lo trovate soprattutto dell'Adelphi, la mia è un'edizione vecchia.                          CONSIGLIATO.


8) "L'Affaire Moro", Leonardo Sciascia, Adelphi
      Un triste pezzo della nostra raccontato da un grande scrittore. Se l'ho letto io che, per morivi               anagrafici e scolastici, so ben poco di quel periodo e non conosco l'autore, lo potete fare anche             voi. Dopo qualche pagina di incertezza l'ho divorato. CONSIGLIATO.


9) "Il Milione", Marco Polo, Einaudi.
     Vi consiglio questa edizione del "Milione" perché ha sia il testo originale (comunque                            perfettamente comprensibile) sia la trascrizione in italiano moderno. Carino, godibile ma non un          vero e proprio capolavoro letterario, ci sono opere più appassionanti. Per sapere tutto il necessario      qui il mio articolo in cui c'è tutto quello che c'è da sapere. GODIBILE NON NECESSARIO.


10) "Peer Gynt", Henrik Ibsen, Einaudi.
       Sì, questo è il celebre "Peer Gynt" musicato da Grieg, grandissimo compositore svedese. L'opera        è molto godibile di per sé, veramente straordinaria e divertente a tratti: da riascoltare alla fine con       le celebri musiche. CONSIGLIATO.


11) "Facezie", Poggio Bracciolini, edizioni varie.
       Questo piccolo capolavoro sconosciuto ai più lo trovate (se lo trovate) in varie edizioni, Non è            facilmente reperibile, da quanto so, ma ho letto solo un'antologia scelta trovata in biblioteca,                l'opera completa già letta è lì che aspetta: in ogni caso molto divertente e bello (al contrario                 dell'articolo che gli ho dedicato). CONSIGLIATO.


12) "I Racconti di Canterbury", Geoffrey Chaucer, Mondadori.
       Il primo grande scrittore in lingua inglese, Geoffrey Chaucer, ci ha lasciato questo preziosissimo        libro (seppur incompiuto) pieno di racconti divertenti che ricordano molto il "Decamerone" di           Boccaccio. Anzi, lo ricordano a tal punto che una storia è pure presa paro paro dal nostro                     novelliere italiano! Il libro è molto bello ma sappiate che Boccaccio è dieci volte meglio e il               finale di quest'opera, decisamente un po' ipocrita, potrebbe darvi fastidio. CONSIGLIATO. 


13) "Transmission: vita morte e visioni di Ian Curtis, Joy Division", Alessandro Angeli, Stampa                 Alternativa.
        Un libro molto carino che tutti voi potete leggere, amanti dei Joy Division o meno. Qui, infatti,          si parla della vita di un uomo che ha amato e che ha sofferto, proprio come noi, e del suo                      rapporto con la musica: i successi della band sono un ottimo sottofondo musicale.                                CONSIGLIATO.


14) "La carne, la Morte e il Diavolo nella Letteratura Romantica", Mario Praz, Bur.
       Questo storico saggio letterario è del 1930: se lo volete affrontare abbiate ben presente questo              perché, se siete amanti della letteratura, potreste trovare opinioni e giudizi TANTO datati e una           visione un po' distorta da quella attuale, anche solo per l'impostazione di molti brani in lingua            originale NON tradotti. Come per Bachtin questo saggio non lo si legge, lo si studia: fate i vostri         conti! CONSIGLIATO MA CON MOLTE RISERVE.


15) "Una Storia Intricata", Lewis Carrol, Stampa Alternativa.
        Lewis Carrol è un matematico, non uno scrittore, sia ben chiaro: infatti il suo "Alice nel Paese            delle Meraviglie" mi ha lasciato molto perplesso, molto TANTO perplesso (e fidatevi, sono uno         che il non-sense lo apprezza tantissimo). Qui, però, non abbiamo una storia ma una serie di                 racconti che fanno da cornice a problemi matematici che venivano pubblicati su un giornale                 inglese: a causa delle risposte impertinenti che Carrol dava a chi sbagliava, dopo pochi numeri la         rubrica venne sospesa ma oggi potete gustarvi queste storielle in un'edizione economica... sempre       che ne abbiate il coraggio! O siete matematici o vi annoierete! NON CONSIGLIATO.


16) "Storie", Erodoto, Bur.
        Questo lungo capolavoro è qualcosa che tutti gli amanti della storia, almeno una volta nella vita,         dovrebbero leggere! L'opera, infatti, è la prima a fondare un vero e proprio metodo di indagine           storica degli avvenimenti ed è incredibilmente bella ed interessante per il periodo n cui è stata             composta. Se però cercate qualcosa di veloce e scorrevole da leggere virate l'attenzione su                   qualcos'altro! CONSIGLIATO IN LINEA DI MASSIMA.


17) "La Cicciona", Guy de Maupassant, Stampa Alternativa.
       Un bel libricino divertente ma, allo stesso tempo, profondo sull'ipocrisia dell'uomo: un piccolo
       capolavoro di cui ho parlato già qua. CONSIGLIATO.


18) "Saggio sulle Malattie della Mente", Immanuel Kant, Ibis.
       Vergognoso e irritante, lo ribattezzerei "il libro che nessuna persona dotata di un briciolo di               fantasia dovrebbe mai leggere nella vita"! Terribile, uno spreco di soldi! NON CONSIGLIATO.


19) "L'Arte della Menzogna Politica", Jonathan Swift, Ibis.
        Un libretto satirico senza infamia senza lode: carino, ma l'autore ha saputo scrivere di molto                 meglio! ABBASTANZA CONSIGLIATO.


20) "Cucina per Veri Amanti", Alexandre Dumas, Ibis.
       Se siete dei curiosi interessati al mondo e alla storia della cucina questo piccolo libro, antologia
       della grande enciclopedia (che troverete integrale sempre per questo editore) delle ricette del               tempo di Dumas, fa al caso vostro. Sono una serie di ricette accompagnate a esperienze personali       dell'autore, qualcosa di carino, insomma! Della stessa casa editrice vi è anche un libretto con gli          alimenti strani e bizzarri che vi consiglio di più! CONSIGLIATO SE INTERESSATI.


21) "Homo Ludens", Johan Huizinga, Einaudi.
       Un buon saggio, anche se datato, che vi spiegherà le cose che ci circondano quotidianamente             sotto una luce diversa! Rimane, come sempre, adatto per lo studio. CONSIGLIATO PER LO            STUDIO.


22-23) "L'altro Mondo", Cyrano de Bergerac, Leone Verde.
             Non ho niente da aggiungere rispetto all'articolo che già gli ho dedicato! NON                                      CONSIGLIATO.


24) "Il Meraviglioso e il Quotidiano nell'Occidente Medievale", Jaques Le Goff, Laterza.
        Un bellissimo saggio che raccoglie alcuni articoli del celebre storico Medievalista Jaques Le              Goff. Carino e godibile, se siete interessati difficilmente annoia. CONSIGLIATO IN LINEA             DI MASSIMA.


25) "Il Libro delle Meraviglie", Flegonte di Tralle, Einaudi.
       Di quest'opera ne ho già parlato sia io nello speciale d Halloween sia l'admin della pagina "All            You Need is Dead nell'articolo correlato. CONSIGLIATO.


26) "Saggio sul Diavolo", Percy Shelley, La Vita Felice.
       Un saggio carino e simpatico non tanto basato sul diavolo in sé ma sulla spiegazione di un                  romantico dall'animo rivoluzionario (e a tratti illuminista) dell'insensatezza di alcune credenze            religiose cristiane. CONSIGLIATO.


27) "La Canzone di Orlando", Bur.
       Bellissima, non c'è troppo altro da aggiungere. Questa edizione non è un consiglio ma un                   OBBLIGO in quanto curata da Cesare Segre, forse il più grande filologo di letteratura romanza           mai esistito. Un tuffo nel passato spiegato attraverso gli occhi di un celebre critico.                              CONSIGLIATO.


28-29) "Il Nipote di Rameau-Jaques il Fatalista", Diderot, Garzanti.
            Due opere magnifiche, nulla da dire, soprattutto la prima è a dir poco straordinaria!                             Veramente sublime! "Jaques il Fatalista" sembrerà poco gradevole a chi ha già letto Sterne: in              caso contrario, se non sapete nemmeno chi sia (MALE!), vi innamorerete! CONSIGLIATO.


30) "I Profumi", Teofrasto, La Vita Felice.
       Un libretto carino che racchiude uno dei pochi scritti pervenutici da questo antico filosofo greco.        Più bella l'introduzione che spiega la visione degli antichi verso le essenza profumate che il testo        stesso. CONSIGLIATO.


31) "Gusti del Medioevo", Massimo Montanari, Laterza.
       Un altro libro di Montanari, un altro piacevole saggio sulle nostre tradizioni culinarie da leggere          e gustare con calma! CONSIGLIATO.


32) "Carte Segrete", Procopio, Bur.
       Un racconto particolare e fuori dal comune della vita a Costantinopoli sotto Giustiniano e                    Teodora. Fantasia e realtà si fondono nel tratteggiare il ritratto di due sovrani oscuri e  misteriosi         dal passato poco limpido. CONSIGLIATO.


33) "Prima di Dracula", Stampa Alternativa
       Questo piccolo libretto raccoglie storie di vampiri del 1800 precedenti a "Dracula" e che formano        quel substrato di immaginario horror su cui, poi, Bram Stoker si è basato per comporre il suo              capolavoro. CONSIGLIATO.


34) "Le Argonautiche", Apollonio Rodio, Bur.
       Questo è uno dei più grandi poemi di viaggio della storia della letteratura occidentale, e questo è          un punto fermo. I primi tre libri sono meravigliosi, pieni di studio psicologico dei personaggi e            di abilità di introspezione magnifica: il quarto rovina un po' le cose ma è molto godibile                      comunque, seppur lungo. CONSIGLIATO.


35-36-37) "Testi Religiosi dell'Antico Egitto". Mondadori.
                  Di questo MASSICCIO volume ne ho lette solo tre delle cinque parti (da qui il contar    
                  triplo questo libro): "I Modi della Creazione", "Le Leggende Divine" e "Inni, Rituali,    
                  Preghiere, Lettere alle Divinità. Tutto molto bello, raro e accurato ma solo per VERI                            interessati alla materia altrimenti evitate, rischiate di annoiarvi e di spendere veramente                        TANTO. CONSIGLIATO SOLO PER STUDIO.


38) "Sonno", Murakami Haruki, Einaudi.
        Questo racconto lungo ha il difetto di non reggere la competizione con i romanzi lunghi dello             stesso autore che sono su un piano totalmente diverso. Non lo apprezzerete se siete suoi fan, non         lo apprezzerete se non lo conoscete: sono solo belle le illustrazioni. NON CONSIGLIATO.


39) "Il Bestiario d'Amore", Richard de Fournival, Mondadori.
       Questo poemetto medievale d'amore è molto carino ed è da collegare alla tradizione  cortese               legata al grande influsso dei bestiari dell'epoca. Non è meraviglioso dal punto di vista testuale (ci       sono cose scritte meglio) ma rimane comunque curioso. Se siete indecisi se cercarlo o meno                 mettetevi il cuore in pace, a quel che mi han detto è ora introvabile! CONSIGLIATO.


40) "Il Libro dei Sogni", Sinesio di Cirene, Archinto.
        Un libricino carino ma non troppo impegnato di uno dei primi filosofi cristiani. Nulla di che, se           lo trovate potete anche acquistarlo seppur consapevoli che non avete tra le mani un capolavoro.           NON DEL TUTTO CONSIGLIATO.



41-42) "Sull'Oigine delle Favole- Sulla Felicità- Trattato sulla Libertà dell'Anima", Fontanelle, La                  Vita Felice.
             Come si evince dalla numerazione ho solo letto le prime due opere (a fatica) e ho mollato agli              inizi della terza: pessimo, pessimo veramente! Una serie di argomentazioni terribili e 
            sciocche per l'epoca in cui è vissuto l'autore tanto da far venire il voltastomaco! NON                           CONSIGLIATO.


43) "I Caratteri", Teofrasto, Bur.
       L'opera più famosa di Teofrasto è, a conti fatti, un'opera molto molto bella. Vengono raccolti dei        tipi umani che ci vengono rappresentati ironicamente ma in cui si vede il tratto essenziale                   dell'opera: la quotidianità dei suoi protagonisti. Un'opera fondamentale per chi si occupa di teatro       e cinema in quanto fonda le basi della caratterizzazione psicologica dei vari personaggi.                       CONSIGLIATO.


44) "Il Maiale", Pastoreau, ponte delle Grazie.
       Proprio un bel saggio facile e scorrevole in cui si tratteggia la storia culturale di quest'animale.            Ma se fossi in voi, prima di comprarlo leggerei il mio articolo, no? CONSIGLIATO.


45-46) "Viaggio in Occidente", Wu, Cheng'En, Luni.
             Questa è l'opera più viva letta quest'anno. Un grande Capolavoro della letteratura cinese in                 edizione integrale pieno di azione, divertimento e suspence. Ha un solo difetto: le sue grandi               1487 pagine scritte piccole piccole. A tal proposito vi consiglio, prima di affrontare i due                     grandi mattonazzi, di leggervi l'edizione ridotta dell'Adelphi dal titolo "Lo Scimmiotto". Se vi
            piacerà allora ordinate l'opera, aspettate un po', e poi immergetevi! CONSIGLIATO.

Con questi 46 libri vi auguro di passare un buon 31 dicembre: non giocate con i botti che mi danno fastidio (ma lanciate tanti fuochi d'artificio), ingurgitate cibo come dei maiali all'ingrasso e divertitevi tanto. In arrivo per l'anno prossimo tante novità e appena potrò vi porterò un nuovo articolo! Voi scegliete un libro, tra questi, di cui parlare e io vi dirò se fattibile! Scrivete qua sotto (anche chi non è registrato lo può fare) o venite a trovarmi su Facebook!

sabato 27 dicembre 2014

Racconto di Compleanno: un anno di Letterarteblog!

Il viaggio in aereo durò 12 ore, una tortura infernale: la grassa cinese accanto a me russava sonoramente, accasciata sul sedile come una bambola di stoffa priva di vita, nonostante le luci fossero accese. C'era qualcosa, in lei, di bestiale, che mi riportava alla mente l'idea di un cinghiale selvatico: era ripugnante ma allo stesso tempo stranamente affascinante. Ovviamente non chiusi occhio e, quando atterrai all'aeroporto di Pechino, ero stravolto. Mi feci portare immediatamente in hotel da un taxi per dormire quelle poche ore prima di dover partire col treno alla volta di Shijiazhuang, dove avrei dovuto cercare un mezzo per raggiungere Xizhaixiang, un paesino sperduto nella campagna cinese. Fare tutta quella strada dando credito a un'antichissima e fumosa leggenda orientale mi sembrava una follia ma mi dissi "Tanto che sei in ballo...". Certi racconti buddisti narrano del Santo Rondine Rossa che, cortigiano alla corte del Buddha sul monte degli Avvoltoi, il Griddhraj Parvat, una volta, durante un sacro banchetto, iniziò a mangiare prima di un altro convitato dal rango superiore al suo: per tale motivo il Grande Illuminato l'aveva condannato a reincarnasi in un monaco immortale che, isolato dalla società, non vedeva il presente come gli altri ma dall'occhio destro osservava il passato, dal sinistro il futuro. Recentemente erano sorte delle strane notizie riguardanti un vecchissimo monaco che trascorreva i suoi anni in solitudine nella regione dell' Hebei, in Cina, e non si capiva né da dove venisse né chi fosse in realtà perché apparentemente muto e cieco, in quanto non sollevava mai le palpebre. Un mio amico, appassionato di misticismo orientale, mi aveva passato la notizia convincendomi che quello potesse essere Santo Rondine Rossa e, depresso dal grigiume del luogo in cui vivo, mi ero deciso a intraprendere un viaggio un po' avventuroso per provare a riprendermi dalla triste monotonia. La stazione ovest di Pechino era il formicaio che già si era rivelato essere due anni fa e, in mezzo alla massa claustrofobica che mi schiacciava da ogni dove, cominciai e pentirmi di quel viaggio, di quell'avventura: ma mi ripetei, ancora una volta "Tanto che sei in ballo..." e mi avviai verso l'infernale biglietteria. Fortunatamente l'impiegata riuscì a comprendere la mia pessima pronuncia cinese e mi procurò i biglietti di cui avevo bisogno senza troppi problemi: il giorno dopo, alle 9:42, il regionale G513 mi avrebbe scaricato a Shijiazhuang alle 11:13. Per rilassarmi, la sera, mi concessi un giretto per i caratteristici Hutong, i quartieri tradizionali della città, tra colorati negozi di vestiti in stile occidentale e locali in cui bere qualcosa: in fondo ero pur sempre in vacanza, no?

Il mattino dopo una fitta e gelida nebbia abbracciava Pechino e i suoi frenetici abitanti. La stazione era, come al solito, strapiena di persone che andavano e venivano ma riuscii ad arrivare al binario in tempo e senza contrattempi: il G513 era già lì che aspettava me e un paio di centinaia di altri passeggeri infreddoliti come il sottoscritto. Mano a mano che ci allontanavamo dalla città il paesaggio si trasformava fino a diventare una bianca distesa di neve. Quando scesi alla stazione di Shijiazhuang feci una tragica scoperta: a Xizhaixiang non esistevano stazioni dei treni. In effetti stavamo parlando di un paesino sperduto tra i campi, chi mai avrebbe voluto raggiungerlo? Mi diressi stancamente nel centro città alla ricerca di un luogo dove alloggiare, così da avere una base fissa: il mio sesto senso mi diceva che nel luogo dove volevo recarmi non ci sarebbero stati hotel di alcun tipo. Era appena l'una, la città non offriva grandi attrattive e decisi, perciò, di scambiare due chiacchiere con la receptionist della pensione che avevo trovato per la notte nella vana speranza che parlasse un poco d'inglese. Fortunatamente la giovane ragazza (avrà avuto sui 26 anni al massimo) un poco ci sapeva fare e le domandai quel che sapeva sul vecchio monaco e il monastero che lo ospitava: a quanto pare era relativamente famoso da quelle parti perché la stampa non aveva fatto trapelare troppe notizie, quasi volesse tenere tutto nascosto. In compensò mi prenotò un taxi per il mattino dopo, così da non dover far fatica a trovarne uno io (e soprattutto a spiegargli dove volevo andare). Dopo una rapida cena in un locale coreano del centro me ne tornai in stanza dove passai una notte irrequieta piena di sogni stranamente realistici, in cui mi trovavo sulla mano gigante del Buddha e non riuscivo ad andarmene, per quanto mi muovessi agile come uno scimmiotto.

Il mattino dopo, alle 9, effettivamente passò il taxi con tanto di conducente che nemmeno sapeva che animale fosse l'inglese: scambiò qualche parola con la receptionist in cinese stretto e partì. In un paio di orette piene di imbarazzante silenzio giungemmo a quelle quattro casupole che rappresentavano le due vie di Xizhaixiang e che superammo dopo pochi secondi di guida sostenuta. Il tempio, che si trovava in mezzo alle bianche risaie a qualche chilometro dalla civiltà, da fuori non sembrava nulla di speciale: sopra le rosse pareti i gialli tetti erano tutti coperti di neve e, a parte il rumore del vento ghiacciato che soffiava tra i rami secchi di un paio di alberi posti all'esterno, il paesaggio taceva, disturbato solo dal sommesso rombo di motore del taxi. Questi si fermò di fronte all'ingresso e mi fece pagare la somma pattuita: non appena prese i soldi non mi lasciò il tempo di tentare di chiedere se mi avrebbe aspettato che partì via subito, scomparendo preso al'orizzonte. Intimorito dal silenzio e infreddolito non mi rimase che entrare nel monastero e sperare che vi fosse qualcuno disposto ad accogliermi; ormai ero in ballo, no?

Il primo cortile era deserto, così come il secondo e il terzo: non volava una mosca e le stanze interne sembravano tutte chiuse, comprese quelle centrali che davano accesso alle statue del Buddha. Scoraggiato mi diressi verso il quarto cortile dove, però, mi attendeva qualcosa di molto particolare: una sala grandissima era aperta e, dall'interno scuro e poco illuminato, fuoriusciva una quantità smodata di fumo d'incenso votivo bruciato. Avvolto dal dolce profumo entrai e lo spettacolo che mi trovai di fronte mi lasciò pietrificato: la stanza era stracolma di gigantesche statue dorate di divinità Buddiste, almeno un paio di centinaia, alte tutte sui 2 metri e, davanti a ciascuna. dei piccoli tripodi stracolmi di incenso bruciavano la sostanza mistica emanando una sottile luce che, insieme a qualche altra lampada ad olio, illuminava scarsamente l'ambiente. Al centro del tempio, in mezzo alle statue, su un cuscino color porpora stava seduto un vecchio monaco dal capo pelato e la tunica arancione tutto incartapecorito su sé stesso che, ad occhi chiusi, ripeteva sommessamente un mantra interminabile. Intimorito (e anche un po'inquietato) mi diressi senza far rumore verso la reverenziale figura e, inginocchiatomi davanti ad essa, stetti immobile. Ora che ci pensavo, come mi sarei rivolto a lui? Il cinese non lo conosco, l'italiano dubito che sappia cosa sia, che fare quindi? Ero preso da questi dubbi quando sentii una voce tuonare: "Giovane ragazzo, che ti prende? Dubiti di poter comunicare con il grande Santo Rondine Rossa? Non sai che i poteri dell'immenso Bodisatthva sono infiniti? Praticando le vie della virtù si possono superare tutti gli ostacoli dei comuni mortali ottenendo le chiavi dell'anima che il Buddha concede tramite l'ottuplice sentiero.". Vi lascio immaginare la mia sorpresa nel sentire queste parole improvvise, soprattutto dal momento che il monaco non si era mosso di un millimetro ma continuava, invece, a ripetere imperterrito le sue preghiere. Che effettivamente fosse lui a comunicare con me, in modi impossibili da comprendere per un semplice peccatore come il sottoscritto? "Allora, razza di sciocco, ti vuoi svegliare? Certo che sono io, Santo Rondine Rossa, a parlarti, smettila di meravigliarti! Tutti così questi abitanti delle terre occidentali: maiali pieni di sé che credono di sapere tutto, di avere le chiavi del mondo, quando in realtà non sanno nulla del Grande Veicolo, di ottuplice sentiero e di sutra! Tutti fieri della loro scienza si fanno abbindolare da professoroni che pretendono di avere in mano i misteri dell'universo quando, in realtà, si perdono in un bicchiere d'acqua! Invece di adorare il Santissimo Buddha e la Pusa Guanyn guardano gli animali, loro, avanzi di galera reincarnatisi in esseri schifosi che strisciano per terra! E poi ci sono i vostri scrittori, i giornalisti, che mi hanno assalito nei giorni scorsi di domande per poter rivoltare a loro piacimento le informazioni, manipolarle per le masse, per dar da mangiare a voi mortali, esseri pigri che si affidano agli altri per avere una conoscenza falsa e irreale della realtà: bestie, non siete che bestie! E tu, tu, tu sei qua perché vuoi vedere e capire, vero? Vuoi che ti sveli quale sarà il tuo futuro? Oppure vuoi rivedere quel che hai passato? Oh, ma lo so già, non preoccuparti, non star qui a darti la briga di rispondere, so già tutto! Comincia con il ripercorrere quello che hai fatto fin'ora: conoscere sé stessi per conoscere il mondo, dicevano gli antichi, no?". Con gli occhi sbarrati per quello che stavo sentendo non riuscii a dir nulla: e che potevo fare? Qualunque cosa avessi cercato di dire sarebbe suonata come una banalità indescrivibile alle orecchie del santo, come una carcassa in putrefazione di fianco a un filetto di maiale. Paralizzato dalla paura vidi la testa di Santo Rondine Rossa alzarsi piano piano e il suo occhio destro dischiudersi con calma, seguendo il ritmo naturale della Natura. "Questo- disse- è l'occhio che osserva, instancabile il passato del Mondo, fin dalla sua creazione, e che mai si sbaglia: osserva pure quello che ti interessa.".

Non posso descrivervi l'orrore cosmico che vidi riflesso in quella grossa nera pupilla e nemmeno mi ricordo ciò che osservai, ma alcune cose mi si sono impresse in mente e riaffiorò quello che avevo passato l'ultimo anno. Mi vidi malato, una sera, al computer a creare un blog, provando a dargli una forma e avvertendo alcuni miei amici dell'accaduto. Un attimo dopo stavo scrivendo quello che sarebbe stato il mio primo articolo, pieno di errori e imprecisioni, composto pochi giorni prima della fine dell'anno in fretta e furia, come a voler riempire uno spazio vuoto: si parlava di favole e di tempi andati, qualcosa di particolare da cui iniziare. In seguito mi vidi condividere con cerchie sempre più ampie di conoscenti i miei lavori, un articolo pieno di sconcezze e uno stile, al contrario, sempre più pacato col tempo. Poi qualche articolo su animali vari, un interesse per la letteratura da viaggio sempre crescente e qualche collaborazione con gruppi di amici e un giovane scrittore. Poi l'arrivo di Facebook e la crescente condivisone con tutti quelli con cui avevo dei contatti fino a rivelarmi come effettivo autore di tutti gli articoli. Viaggi fantastici, epiche battaglie e opere irriverenti non hanno bloccato gli esami e il consenso è sempre più cresciuto fino a sfociare in un progetto, quello di sostegno delle librerie indipendenti, per mettere in luce i problemi e le difficoltà di una realtà culturale spesso dimenticata. I viaggi sono andati aumentando e con loro le esperienze di vita, positive e negative, tutte riportate fedelmente. In seguito si sono aggiunti amici da gruppi che condividevano passioni comuni e da cui è sorto un dialogo mentre tutto, intorno, stava cambiando: un impervio viaggio in oriente chiudeva la visione, intervallato da confuse scene che mostravano la nascita di un video e una collaborazione artistica preziosissima. Un anno di prova che ha gettato le basi per un prossimo anno radioso.

Terminato che ebbe di mostrarmi l'occhio destro lo richiuse e, prima che avessi modo di rendermi conto di quel che accadeva con precisione, sbarrò il secondo, quello che non smetteva mai di osservare il destino futuro degli uomini. La mia mente non resse e svenni ma non prima di aver intravisto qualche fugace immagine. Vidi me stesso concludere il viaggio orientale con molti compagni in più di quelli incontrati inizialmente e, con un sorriso, salutarci alla meta con la promessa di rivederci per qualche nuova avventura. Nuovi video spuntavano e collaborazione con titani dalle ampie conoscenze troneggiavano su di me. Intravidi anche la possibilità di allestire una mostra con un caro amico e una riscrittura di alcuni capitoli, un progetto per il 15 febbraio, una dura prova e poi... il nulla, non mi era concesso di veder altro, le vie del Buddha erano ancora molto, troppo lontane!

Inutile dirvi che, dopo essere caduto per terra svenuto, rinvenni nella mia camera di hotel a Shijiazhuang. Non so come ci finii, alla reception non seppero dirmi nulla. Non mi rimaneva che tornarmene a Pechino e da lì cercare di rincasare con qualche mezzo in Italia. Nei giorni successivi pensai e ripensai al Santo Rondine Rossa e a quello che era successo ma qualcosa continuava a sfuggirmi, a rimanere fumoso. Quando l'aereo decollò mi scese, involontaria, una lacrima salatissima dall'occhio: sapevo di star abbandonando qualcosa di importante, una parte di me. Mentre il veicolo si inoltrava su, tra le nubi, a centinaia di chilometri orari, finalmente realizzai: avevo il futuro nelle mie mani, l'ottuplice sentiero aperto di fronte a me e un sorriso stampato sulle labbra.


Questo era un mio piccolo racconto per celebrare un anno del blog. Una cavolatina, veramente, scritta di contorno per dare un tocco di originalità a quello che altrimenti sarebbe stato un elenco corto, freddo e banale di quel che fu e di quel che sarà. Un particolare ringraziamento va a tutte le persone che mi sono state vicine, Anna in primis (che non ho mai nominato, se non una volta, e che vi osserva tutti insieme a me), e con un particolare ringraziamento a chi sa di meritarselo. Devo, inoltre, ringraziare in modo speciale chi ha deciso di credere in me e di aiutarmi col mio progetto e, quindi, in ordine all'incirca cronologico: Alessandro Angeli, gli amici della libreria Bastogi di Orbetello, Giancarlo Pasquali, la pagina All You Need is Dead, Federica Buscaglia, Gian Luigi Pugni, Michele Poggi, Angelo Cavallaro, il gruppo "Riscoprire i Classici" "Amo i Classici" "Viaggiatori per Passione" "Medioevo Italiano" "Italia Medievale" e "Reti Medievali". Inoltre un grazie particolare è rivolto anche alla pagina "GDL" e "Duecento Pagine" che mi hanno sostenuto. Una menzione d'onore spetta poi a tutti voi, gli attuali 208 iscritti alla pagina che mi seguite, commentate e aiutate. Non sarei da nessuna parte senza di voi, sappiatelo! Vi ricordo che mi potete trovare anche su Facebook e Youtube!

Grazie mille a tutti!


Questo è stato un anno di prova per un futuro che appare più radioso che mai! Vi auguro un buon proseguimento di feste e vi do appuntamento a lunedì, in cui vi faccio l'elenco di quello che ho letto quest'anno! 

domenica 14 dicembre 2014

"Il Maiale, il Cugino dell'Uomo"

Bentornati e benvenuti a questo 49° (no, non 49 gradi centigradi) articolo! Oggi andiamo a parlare di nostro cugino, il maiale! Perché, se l'asino è il nostro migliore amico (chi si ricorda quel vecchio articolo? Non ve lo linko perché troppo brutto per me!) e la scimmia nostra nonna, molto lo dobbiamo a questo nostro parente stretto, più di quanto possiamo pensare! Ma, dato che non sono uno zoologo, non posso che fare affidamento a un libro. Nello specifico vi sto offrendo le conoscenze che mi arrivano fresche
fresche da "Il Maiale" di Michel Pastoreau, una piccola opera che troverete facilmente alla Feltrinelli edita per "Ponte Alle Grazie" (13,90€). La visione di questo animale è cambiata parecchio nella storia nelle stesse civiltà in base al periodo storico: presso gli Egizi, infatti, in un primo momento era adorato perché ricondotto, per una serie di motivi, alla divinità benefica principale per poi passare, qualche millennio dopo, dalla parte del malvagio Seth, spesso rappresentato come un maiale nero che prova a divorare il Sole suo nemico.

Ma per parlare del maiale (che non è un cinghiale addomesticato, sono entrambi suini, e quindi della stessa razza, ma di specie diverse) bisogna partire da un momento ovvio: quello del suo addomesticamento. Stiamo parlando, approssimativamente, di un periodo attorno al VII millennio a.C.,
Un maiale Cinese vecchio di 4000 anni!
epoca a cui sono state ricondotte alcune ossa ritrovate in Asia nella zona del mar Caspio (circa). Il maiale addomesticato, a differenza di quello selvatico, non ha dei denti troppo prominenti e ha le ossa modificate, spesso a causa della castrazione: perché il passaggio evoluzionistico abbia preso definitivamente piede ci sono voluti appena 100 anni, un'inezia se confrontata con l'età della terra. La carne di maiale è, sostanzialmente, mangiata ovunque e in tutte le epoche pur essendo soggetta, a volte, ad
In Grecia gli assassini si purificavano col sangue del maiale
alcuni tabù (ma di questi parleremo più avanti): mentre in Grecia e a Roma è molto apprezzata, Cretesi, Fenici ed Ebrei non possono nemmenno vederla da lontano. In particolare, nella cultura latina, era molto usato, almeno inizialmente, come animale da sacrificio di cui mangiare la carne in comunione con gli altri anche se, più è passato il tempo, meno la tradizione è stata portata avanti per via del cristianesimo imperante che, originariamente, proibiva la carne dell'animale come
alimento. Chi aiutò il suino per eccellenza a sopravvivere nel Medioevo furono i barbari Galli e Germani che lo ritenevano, come il cinghiale, un animale forte, coraggioso e valoroso, al pari dell'orso: punto, questo, in comune d'altronde con i Romani che amavano cacciarlo per dimostrare il loro valore.

Dal Medioevo non ci sono arrivati molti resti ossei, cosa che ha fatto pensare gli studiosi di cucina che l'animale non fosse particolarmente
apprezzato: sbagliatissimo, fu al contrario la bestia più diffusa di tutte! In realtà il detto "del maiale non si butta via niente" è più che azzeccato e anche le sue ossa erano utilizzate per qualcosa: la vescica, opportunamente conciata e gonfiata, era usata come palla da calcio! Chiunque possedeva almeno un maiale, aveva un valore inestimabile! Infatti, checchè ne pensiate, in quel periodo il consumo di carne fu particolarmente abbondante, soprattutto
nell'alto medioevo, quando l'influsso barbaro (popolo di tradizione carnivora per eccellenza) si sentiva fortemente. Chi viveva in campagna portava l'animale a scorrazzare nelle foreste all'ombra di faggi e querce e fin lì nessun problema, c'erano più alberi nel nord Italia che persone in Europa! Ma anche chi stava in città (che poi erano dei gruppetti di casupole), aveva il suo suino personale! Solo che, fino al 1700, alla gente non è venuto in
mente di costruire dei porcili (no, sul serio, non ci avevano pensato...)! E quindi, dove stavano i maiali? Ma per strada, ovvio! E, si sa, i simpatici suini hanno il vizio di mangiare qualunque cosa, bambini e cadaveri compresi! Che ci crediate o meno questi animali creavano molti disordini: ci è giunto un editto che imponeva di sbarrare il confine di un cimitero con un'alta palizzata perché gli animali non entrassero dentro a divorare i morti! Ma a volte la combinavano davvero grossa: il 13 ottobre 1131 Filippo di Francia, primogenito del re Luigi VI il Grosso, fu ucciso da un maiale che lo disarcionò da cavallo e lo buttò a terra, ferendolo a morte. Che fare, allora, all'animale? Ovvio, facciamogli un processo!




Nel Medioevo si pesava che anche gli animali avessero un'anima che poteva, come quella degli uomini, essere buona o cattiva: pertanto attraverso un giusto processo magari l'animale poteva redimersi oppure essere condannato a morte. Ci sono giunte diverse descrizioni di come avvenisse la tortura e l'uccisione di queste bestie, ma vi riporterò la testimonianza, narrataci da Pastoreau, più particolare:

QUALORA FOSTE FACILMENTE IMPRESSIONABILI E SENSIBILI NEI CONFRONTI DEGLI ANIMALI NON LEGGETE!

"Il caso meglio documentato di questo genere riguarda la scrofa di Falaise. Agli inizi del 1386, infatti, nella cittadina della Normandia si verificò un evento insolito. Una scrofa di circa tre anni, vestita da uomo, fu trascinata da una cavalla dalla piazza del castello fino al borgo di Guilbray, dove era stato montato un patibolo nella piazza della fiera. Qui, davanti ad una folla eterogenea, composta dal visconte di Falaise e dalla sua gente, dagli abitanti della città, dai contadini venuti dalle campagne circostanti e da una moltitudine di animali, il boia infierì sulla bestia mozzandole il grugno e tagliandole una coscia. Poi, dopo averle fatto indossare una specie di maschera dalle fattezze umane, la appese per le zampe posteriori ad una forca di legno innalzata appositamente, e la lasciò in quella posizione
finché non sopravvenne la morte. Cosa che dovette avvenire da lì a poco, perché dalle ferite del maiale colavano fiotti di sangue. Ma non per questo lo spettacolo terminò: fu fatta tornare la cavalla e, dopo un simulacro di strangolamento, il cadavere della scrofa venne fissato ad un graticcio, così che potesse ricominciare l'infamante rituale del trascinamento. infine, dopo molti giri della piazza, i resti un po' smembrati della povera bestia furono messi su una pira e bruciati. Ignoriamo cosa ne fu fatto delle sue ceneri, ma sappiamo che dopo un certo tempo, su richiesta del conte di Falaise, nella chiesa della Sainte-Trinité fu realizzata una grande pittura murale- purtroppo oggi scomparsa- perché si conservasse memoria dell'evento."



Dietro alla rappresentazione del maiale come persona vi si cela una tradizione vecchia di millenni, di cui vi parlerò fra un attimo (anche se il discorso è ben più complesso), appena finisco di spiegarvi brevemente di come le cose, dal Medioevo al 1700, cambiarono parecchio. Se prima i boschi erano vastissimi e accessibili a tutti, col passare del tempo divennero luoghi privilegiati per la caccia dei nobili e l'allevamento del maiale fu sempre più trascurato, tant'è che il numero di suini in Europa si dimezzò rispetto ai secoli passati. Al contempo la gente iniziò a studiare meglio le varie razze e specie di suini e cominciarono a fare accoppiamenti
tattici, così da migliorare la qualità della carne rendendo più produttivi gli animali: il maiale rosa, così come lo conosciamo oggi, arriva solo nel 1700 mentre prima era grigio/nero (un tipo che, in alcune tradizioni, si è mantenuto). Introdotti i porcili e con lo sviluppo delle città, i maiali iniziarono a non circolare come prima e tutto divenne molto più "tranquillo", se così si può dire. E questa, bambini, è la storia di come si è evoluto l'allevamento (circa) del maiale.



Ma, come potete ben sospettare, non ho affatto finito qui! Nel titolo vi ho parlato del maiale come cugino dell'uomo ma non vi ho ancora detto il perché! Tutto è da ricondursi a una scienza antica più di 2500 anni: non si riusciva, all'epoca, a capire bene che fosse il maiale. Aristotele, il famoso filosofo Greco, fu il primo a classificare gli animali in mammiferi, pesci, rettili e volatili ma, pur capendo che il nostro animale fosse nel primo gruppo, non riuscì ad associarlo a nessun altro essere: lo zoccolo era diviso ma si trattava più di unghie, faceva un sacco di cuccioli e mangiava di tutto. Nessun altro animale gli era simile ad eccezion fatta... per l'uomo! Uomo e maiale divennero, al tempo, inseparabili cugini ed amici e nessuno gli era più simile, nemmeno la scimmia! Quando ancora non si potevano aprire i cadaveri per studiarne l'anatomia si utilizzava, per capire quali organi
interni avessimo, i maiali che, in effetti, presentano caratteristiche molto simili alle nostre in quel senso. Ancora oggi, che piaccia o meno agli animalisti più incalliti, molti trapianti al cuore avvengono grazie a parti prese ai suini senza che ci sia alcun rigetto (anche se lì dipende sempre dal corpo, ma non entriamo nel merito della questione). Ma questa somiglianza non l'abbiamo notata solo noi ma anche popoli molto lontani dall'Europa: nella Papua Nuova Guinea le donne, nelle tribù che si sono conservate ancora oggi a uno stato semi primitivo, ancora allattano sia bambini che maialini, anche
uno per mammella, quasi non vi fossero troppe differenze tra i due.

Bambino e maialino sono da sempre stati molto simili e legati tra loro anche nell'immaginario Medievale Europeo: San Nicola resuscita dei bambini uccisi da un macellaio e venduti come pezzi di maiale. Ancora oggi abbiamo una Peppa Pig, maialina-bambina, che ci ripresenta questo legame come altre prima di lei (chi si ricorda di Miss Piggy?). Il maiale dei cartoni
animati è un simbolo per rappresentare un bambino, un'astrazione concettuale che ci riporta a lui: più è diverso dalla realtà (avete mai visto un maiale che cammina su due zampe con tanto di scarpe e vestitino rosso? Se la risposta è sì vi invidio) più ci riconduce sul sentiero dell'infanzia. Anche nel Medioevo gli animali più presenti sui gonfaloni erano aquile e leoni ma, con l'andare del tempo, questi divennero
sempre più stereotipati quasi fino a sparire, pur rimanendo pieni di valore. Questo discorso vale sia per i bambini quanto, tristemente, per gli adulti. Uno dei tratti distintivi degli ebrei è quello di rifiutare alcuni tipi di alimenti tra cui la carne di questo animale (e sul perché ci torno tra breve) e
tale scelta si oppone nettamente al mondo cristiano cattolico. Durante il periodo nazista molte furono le caricature che li vedevano trasformare in maiali, in quello che loro stessi odiavano, come forma massima di odio e disprezzo. Questa caratterizzazione è presente anche in Orwell, nella "Fattoria degli Animali", dove a trasformarsi sono gli animali in uomini e, sul finale, viceversa: quest'aurea malvagia legata al maiale non è mai scomparsa ed è presente in diversi popoli.



Ebrei e Arabi (e poi tutti i Mussulmani) non erano gli unici popoli ad avere questo tipo di divieto che affonda le sue radici non solo in questioni pratiche. Si dice spesso che il tabù derivi dalle condizioni geografiche e climatiche per cui, a causa della temperatura elevata, la carne non la si riusciva a conservare e si disfaceva. Ma questa motivazione non è in realtà valida: infatti veniva consumata carne anche di altro tipo e, i popoli attorno, il suino lo mangiavano eccome e, anzi, lo adoravano. Tra questi vi erano i Filistei, gli acerrimi nemici del popolo Ebraico, i quali regnavano precedentemente nelle terre di Palestina. Ecco che, dunque, la scelta del rifiuto del maiale assume delle connotazioni strettamente culturali di opposizione a un altro popolo, senza contare che ad essere vietati dalla
Bibbia erano tutti quei cibi che non si riuscivano a classificare all'interno del mondo animale (molluschi e, appunto, suini). E lo stesso discorso vale anche per i cristiani che, inizialmente, avevano lo stesso tipo di divieti! Fu solo con il Medioevo che si presero vino e maiale come simboli da opporre, durante le crociate, agli infedeli mussulmani. Infatti pure noi abbiamo sempre visto il maiale come simile all'uomo in tutti gli aspetti peggiori come, ad esempio, l'ingordigia (è uno dei pochi animali onnivori) e la lussuria (perché la scrofa depone tanti cuccioli). Risale a questo periodo la visione del maiale come sinonimo di iperattività sessuale rimpiazzando il cane, animale impuro per gli antichi Greci e per i Mussulmani ancora oggi, perché si accoppia in pubblico senza ritegno: infatti, dare ad una donna della "cagna" è peggio che della "maiala", tanto per fare un esempio di come le cose cambino ma non tanto come sembra!




Questa era la breve storia del maiale raccontata brevemente da Pastoreau e riassunta ancora di più da me! Un consiglio? Per Natale il libro compratevelo, non costa troppo, è scorrevole e di certo non vi annoierà! Dedico questo articolo a Edo, "futuro magistrato antimafia", grazie al quale mi trovo oggi a parlarvi di questo piccolo capolavoro. Ricordatevi che la storia dell'uomo è fatta, sostanzialmente, da queste piccole cose quotidiane più che dai grandi fatti che si trovano sui libroni scolastici! Se vi è piaciuto quest'articolo condividetelo e venite a trovarmi su fb per rimanere sempre aggiornati! Noi ci si vede il 27 per festeggiare un anno di blog e... il cinquantesimo articolo!