mercoledì 29 aprile 2015

L'Anima della Riscoperta: I fratelli Grimm

Ciao a tutti! Prima di iniziare, qualche piccola parola di presentazione di quello che avete davanti. Il blog, come sempre detto, è un cantiere e, come tale, costruisce e fa cose col tempo. Nessuna sorpresa, quindi, che ci sia anche un'evoluzione nello stile, nelle idee e negli intenti. Quando iniziai a scrivere ero Assolutamente inesperto e lo stile ne ha risentito molto. Per questo motivo, dunque, ho deciso di riscrivere i primi articoli. Non sarà una cosa sistematica ma un po' quando capita, tipo una volta al mese, per cui i pezzi nuovi non mancheranno di certo. Il progetto prevede, per ogni articolo: 1) riduzione della lunghezza 2) correzioni di possibili errori e sviste 3) modifica dello stile 4) aggiunta di immagini e pure qualche informazione in più, se ci incastra. Tuttavia la storia non è fatta solo di cose belle e, quindi, i vecchi articoli rimarranno ma con una scritta posta prima in alto che rimandi a quelli nuovi: non posso ammazzare i miei poveri figli! In fondo! Scusate se vi ho annoiato con questa introduzione: ora mi levo e andiamo a riscoprire le Fiabe dei fratelli Grimm! 
Wilhelm Grimm
Fiabe e favole, innanzitutto, non sono la stessa cosa: le prime hanno come protagonisti i soli esseri umani mentre, nelle seconde, abbiamo animali/oggetti parlanti. Queste si sono trasmesse oralmente per secoli passando di padre in figlio (alcuni elementi hanno riferimenti che risalgono a più di 4000 anni fa!) e costituiscono una vera e propria cultura unicamente popolare. Questa volta faccio riferimento in particolare alle fiabe raccolte in giro per tutta la Germania dai due fratelli Grimm nei primi decenni dell’800, anche se molti altri autori si sono dedicati alla raccolta di questi racconti (Fontaine e Andersen sono tra i più famosi, ad esempio). Jacob
Jacob Grimm
(1785-1863) e Wilhelm (1786-1859)
Grimm furono dei grandissimi studiosi di diritto e cultura folklorica tedesca. Ai tempi la Germania, frammentata e divisa in tanti staterelli com'era, aveva bisogno di ritrovare delle radici culturali comuni dal momento che voleva riunirsi sotto un unico stato: proprio come durante il nostro risorgimento. Quest'idea si lega a un movimento culturale e di pensiero, il Romanticismo, che metteva in primo piano i sentimenti e le radici folkloriche di Nazioni che, per motivi politici, erano divisi in staterelli. E a questo movimento, sotto la guida del famoso giurista Savigny, aderirono anche i nostri due fratelli.
Dal temperamento molto diverso tra di loro (serio e introverso Jacob, vivace e fantasioso Wilhelm) essi diedero vita a una delle più prolifiche collaborazioni della storia realizzando un’accoppiata perfetta: non solo raccolsero e analizzarono con metodo scientifico le favole della tradizione germanica, primi in questo genere ad applicarsi in modo così rigoroso, ma furono anche studiosi della lingua (compilarono il primo Dizionario di lingua Tedesca), grammatici e anche politici. Infatti potremmo quasi definirli una sorta di rivoluzionari per quell’epoca, propugnando valori democratici ed opponendosi al potere monarchico: il loro contributo, unito a quello di molti altri sognatori, porterà a una Germania unita solo nel 1862.
Ma è proprio nella loro raccolta che l’idea di popolo tedesco si incarna con più passione e forza: le oltre 200 fiabe costituiscono un concentrato di cultura e sapere popolare, immutato nei secoli, che presenta caratteristiche
comuni nel mondo intero: le situazioni si ripetono, i nomi tornano e i messaggi non cambiano. Oggi conosciamo questi racconti grazie ai film della Disney che ce ne presentano una versione bambino-friendly ma, in realtà, almeno originariamente i racconti erano MOLTO crudi. Cadaveri bolliti, teste che rotolano, uomini mangiati, sorelle accecate da corvi affamati e bambini dati in pasto ai propri genitori: cose da far accapponare la pelle! E quella che trovate di solito in Italia è l'ultima edizione rivista dai Grimm, quella che loro stessi modificarono per essere più mite e meno splatter.
Il lavoro dei Grimm fu fondamentale in quanto mise in luce la presenza di una cultura tedesca comune e per il fatto che cristallizzò e fissò una tradizione prima solamente orale e che rischiava di perdersi col tempo. Personalmente consiglio l’edizione Einaudi (€15,00) perché completa di tutte le fiabe con una traduzione magistrale di Clara Bovero.

Come vi è sembrata questa prima riedizione? Piaciuta? Fatemelo sapere qui o sulla pagina Facebook! Domani, invece, vi parlerò di un evento che si terrà il 16 a Torino: chi di voi sa già a cosa mi riferisco?



lunedì 27 aprile 2015

Recensione Lampo (05): "Medioevo sul naso" di Chiara Frugoni.

Oggi, per la serie "recensioni lampo", vi faccio conoscere "Medioevo sul Naso" di Chiara Frugoni per la Laterza. Sì, si tratta di un saggio pure questo, ma un po' diverso da quello recensito l'ultima volta.

L'accento viene messo qui sulle invenzioni e innovazioni Medievali che
Ladies and Gentlemen... Chiara Frugoni!
segnano la nostra vita tutti i giorni: occhiali, bottoni, libri e banche, che ci piaccia o meno, hanno avuto origine da qui e la Frugoni riesce con cura a darci un quadro generale di queste innovazioni. Il punto forte di questo breve saggio sono di certo le illustrazioni frequentissime, stampate su una carta lucida di alta qualità. Anche il formato stesso del libro è un po' più grosso del normale, così da far risaltare le illustrazioni che ci compaiono con colori vividi e in un'altissima risoluzione. Sfortunatamente, di conseguenza, il prezzo si alza: sono 16€ ma vi posso assicurare che ne vale Veramente la pena! Non ho molto altro da dire, di un po' di cosette ne riparleremo in qualche articolo, ma vi voglio lasciare con l'introduzione: un capolavoro di presa di coscienza di quello che la storia ha da offrirci!


"Cosa dobbiamo al Medioevo? Provo ad enunciare alcune voci: gli occhiali, la carta, la filigrana, il libro, la stampa a caratteri mobili, l'università, i numeri arabi, lo zero, la data di nascita di Cristo, banche notai e Monti di pietà, l'albero genealogico, il nome delle note musicali e la scala musicale. l Medioevo ci dà i bottoni, le mutande e i pantaloni; ci fa divertire con le carte da gioco, i tarocchi, gli scacchi e il carnevale; lenisce il dolore con l'anestesia, ci illude con gli amuleti (ma il corallo, che protegge i bambini e dal fulmine, aiuta anche a sgranare il rosario). Ha portato nella casa il gatto, i vetri alle finestre e il camino; ci fa sedere a tavola (i Romani mangiavano sdraiati) a mangiare, con la forchetta, la pasta tanto amata, proprio i maccheroni e i vermicelli, la cui farina viene instancabilmente macinata sai mulini ad acqua e a vento. Ha saputo sfruttare la forza motrice dell'acqua mettendo in movimento frantoi e segherie, gualchiere per panni, mulini da carta e da farina. Ha scoperto un'altra straordinaria forza motrice: il cavallo, che ha dotato di ferri ai piedi, di staffa, e di collare rigido, perché l'animale possa tirare senza essere soffocato dal peso; ha alleviato la fatica umana con la carriola, reso più sicuro il cammino dei naviganti con la bussola e il timone. In battaglia ha fatto sventolare le bandiere con gli stemmi colorati e risuonare il fragore della polvere da sparo, dei fucili e dei cannoni. Ha cambiato il nostro senso del tempo, nell'aldilà, perché ha fatto emergere un terzo regno, il purgatorio, che rompe i destini immutabili dell'eternità. Infine, fa sognare i bambini con Babbo Natale."


Per il resto vi do appuntamento a mercoledì con un nuovo articolo, primo di una serie mai vista fin'ora qui sul blog: sarà una sorta di piccola rivoluzione! Invece venerdì, se riesco a fare in tempo, finisco di montare il video per i 500 (e rotti) iscritti alla pagina Facebook!

venerdì 24 aprile 2015

Premio Boomstick Award 2015

Buonsalve a tutti! Oggi un piccolo intermezzo tra un articolo e l'altro per parlarvi di un premio che quest'umido e grigio blog ha vinto. Ebbene sì, dopo appena un anno e poco più di apertura sono felice di annunciarvi che mi è stato assegnato un Boomstick Award!


Questo premio, ormai alla sua quarta edizione, è stato ideato dal blog Book and Negative e funziona in maniera poco complessa. In pratica ogni blog premiato nomina, a sua volta, sette altri blog adducendo qualche pretesto o motivazione: una sorta di processo a catena, insomma, che serve a segnalare e far conoscere gente che ci è sembrata meritevole in un periodo come questo di caos Totale su Internet. Certo, non si vince nessun premio fisico. Certo, non si è scelti da una commissione di decine di critici esperti. Certo, non ve lo mettete nel curriculum. Però sono del parere che, intanto, un premio per vincerlo bisogna anche meritarselo e se non mi fossi impegnato non avrei ricevuto questo titolo da ilmioamicopanda! Ma ora passiamo alle regole Vere e Proprie che chi è nominato DEVE rispettare copincollanole così come sono (altrimenti non vale)!

REGOLE

Per conferirlo, è assolutamente necessario seguire queste semplici e inviolabili regole:
1 – i premiati sono 7. Non uno di più, non uno di meno. Non sono previste menzioni d’onore
2 – i post con cui viene presentato il premio non devono contenere giustificazioni di sorta da parte del premiante riservate agli esclusi a mo’ di consolazione
3 – i premi vanno motivati. Non occorre una tesi di laurea. È sufficiente addurre un pretesto
4 – è vietato riscrivere le regole. Dovete limitarvi a copiarle, così come io le ho concepite


E ora veniamo ai premiati!

-di tutti i blog letterari o pseudo tali questo è l'unico che al momento consiglierei per la serietà con cui viene svolto il lavoro
-l'autore si concentra prevalentemente su un periodo e su opere che non approfondisco
-porta contenuti di qualità, e tanto basta per essere apprezzabile

-è il primo blog che ho seguito e che mi, ha in parte, spinto ad aprirne uno mio
-fa ridere molto spesso e molto volentieri
-ho già detto che fa ridere?

-si occupa prevalentemente dello shonen che più mi piace
-analizza ogni capitolo (circa) in modo sorprendentemente accurato e preciso
-inserisce riferimenti culturali scovati nei minimi dettagli come se non ci fosse un domani
-l'autore mi ha nominato Panda è una persona bella

-blog leggero e veloce, riesce sempre a trasmetterti qualcosa (come i proiettili, insomma)
-lo gestisce Sommobuta, #massimoesperto in tante cose
-propone una gran varietà di argomenti

-blog SERIO a tema zombie-horror
-approfondimenti macabri per tutti i gusti
-propongono scritti originali di appassionati e followers

-ho già parlato prima di Sommobuta?
-parla di libri di cui non parlerei, quindi è sempre qualcosa di nuovo in più
-di Sommobuta già vi ho parlato?

All You Need is Dead (sotto forma di pagina Facebook!):
-interattività elevata con gli utenti
-approfondimenti su temi particolari in ambito horror (e non solo!)
-per gli appassionati costante commento alla serie TWD

Questi erano i miei sette nomi per il Boomstick Award 2015. Ringrazio ancora chi mi ha nominato e voi che mi seguite: senza non avrei mai ricevuto questo premio! Voi conoscete qualche altro blog meritevole che non conosco? Lasciatemi il link con un commento qua sotto o sulla pagina Facebook! Noi ci vediamo lunedì per una recensione lampo: buon weekend!




lunedì 20 aprile 2015

La Tavola Rotonda: piccola storia di una piccola rivoluzione.

I tavoli possono avere tante forme e dimensioni: rettangolari, quadrati, ovali, triangolari, a L ecc... ma, allora, qual'è la rivoluzione dietro a una tavola rotonda? Senza seguire l'emozionante e imprevedibile storia di questi elettrizzanti mobili, andiamo a scoprirlo nel Medioevo!

La tavola rotonda di cui stiamo parlando, come i più arguti di voi avranno capito, non sono due assi di legno qualsiasi ma è La Tavola Rotonda, quella di Re Artù e dei suoi Cavalieri. Quest'oggetto è stato introdotto in tutti quei poemi Medievali di cavalieri sanguinari, fanciulle dagli accesi pruriti intimi e draghi striscianti che si ritrovano nell'antica tradizione bretone. Trovare una data di riferimento per queste leggende è difficilissimo in quanto si sono trasmesse prevalentemente in forma orale, cantate dai bardi alle corti o tra il popolo, e solo successivamente, intorno al 1200, sono state trascritte e, a volte, pure in più versioni non coerenti l'una con l'altra. In ogni caso, giusto per riassumere come passassero le giornate, ricordiamoci che il loro compito era quello di cercare il Sacro Graal, il calice con cui Gesù avrebbe celebrato l'ultima messa (o una cosa simile, comunque). Per far questo, invece di farsi a pezzi a vicenda non appena si incontrano su un sentiero, decidono di unirsi tutti quanti: era la nascita del Circolo della Tavola Rotonda guidato da Artù, il re dei Bretoni.

"My name is Arthur, King of the Britons, and we're the knights of the Round Table!"

A creare il mobile circolare, pare, fu Mago Merlino, il buffo personaggio reso famoso dalla Disney e amico di Albus Silente, come ci riportano vari poemi più moderni. Il tavolo poteva aveva dodici posti sempre occupati da cavalieri (tra i quali, a volte, spunta lo stesso Merlino) più uno a cui nessuno osava nemmeno avvicinarsi: il misterioso "tredicesimo posto del prescelto". Nessuno aveva il coraggio di sedersi lì perché solo il prescelto che avrebbe trovato il Graal avrebbe potuto apporre le sue cavalleresche terga sulla sedia. A colui che non fosse stato degno, Dio avrebbe mandato terribili punizioni e sventure a non finire. Capite bene, quindi, che piuttosto che sedersi lì i cavalieri avrebbero volentieri aspettato nell'anticamera la fine della seduta del sacro ordine pur di rischiare che uno zot li incenerisse all'istante! Tuttavia, a un certo punto, un cavaliere riuscì nella famigerata impresa: in base alle versioni furono o sir Galahad o sir Perceval che ebbero l'onore di vedere questo leggendario bicchiere calice. Ma ciò che fa della Tavola Rotonda un simbolo importante è la funzione e pure la forma stessa!



Per spiegare questo dobbiamo partire dal presupposto che la società Medievale era Fortemente gerarchizzata: ogni classe sociale, soprattutto nell'alto Medioevo, era staccata l'una dall'altra pur non formando delle caste. In ogni caso, secondo la concezione classica della società, la popolazione era divisa in Oratores (il clero), Bellatores (i guerrieri) e i Laboratores (tutti gli altri), tutti sottomessi a re, imperatori e papi. Ma all'interno di ciascuna classe, a sua volta, vi erano delle sottocategorie assegnate in vario modo che davano origine a una serie di privilegi anche abbastanza intricati tra di loro. Così, ad esempio, come dice lo storico della cucina M. Montanari, la carne non veniva servita casualmente sulla tavola: si riceveva un preciso pezzo dell'animale in base alla posizione sociale, al valore e alla virtù (e ovviamente anche secondo criteri di carattere politico). Non a caso, infatti, il ruolo del "tagliatore di carni" era molto prestigioso e comportava una conoscenza di tutti questi metri e parametri Molto approfondita. Come potete immaginare, quindi, in una società del genere anche dove uno si sedeva era importante e non indifferente: stare accanto al re era il massimo onore, ma non sempre era possibile. Il concetto di "vicino" non era sufficiente, si doveva vedere a quanti posti di era distanti dal regnante secondo il valore anche degli altri commensali e degli eventuali ospiti: insomma, un CASINO! Da qui la genialità della Tavola Rotonda...




Infatti dovunque ci si sedeva si era all'incirca equidistanti dal re o comunque lo si poteva vedere in volto chiaramente e parlarci ALLA PARI, concetto assolutamente rivoluzionario per i tempi. Il parere dei cavalieri aveva lo stesso valore e il re accettava il loro consiglio senza esitazioni. Questo clima di serenità utopica si riflette poi nella stessa corte di Camelot, descritta come un posto di gioia e armonia e non di rancoroso astio: una rivoluzione decisamente felice quella di Merlino, Artù e dei suoi uomini! Certo, non si può definire Artù certamente un "comunista" ma di sicuro un'innovatore, cosa che assume un significato particolare per quei tempi.



Questo breve articolo, un po' leggero e senza pretese, finisce qui e mi permette di salutarvi dandovi l'appuntamento a mercoledì per un appuntamento un po' speciale, in attesa della prossima "recensione lampo" che, se riesco, vi faccio arrivare venerdì oppure lunedì! Se l'articolo vi è piaciuto e la materia vi affascina, per altri approfondimenti o anche solo per farmi sapere che ne pensate venite pure a trovarmi su Facebook! Ciao e alla prossima!

lunedì 13 aprile 2015

Recensione Lampo (04): "Medioevo "Superstizioso" " di Jean-Claude Schmitt

Il nostro autore
La recensione di oggi riguarda un saggio, "Medioevo "Superstizioso" " di Jean-Claude Schmitt per la Laterza. Si tratta di un argomento un po' specifico, come avrete intuito, ma, second me, non necessita di nessuna particolare conoscenza di base da avere le spalle, quindi è abbastanza accessibile a tutti (non per questo, però, si tratta di una lettura da spiaggia, ovviamente).


Innanzitutto, da bravo storico, Schmitt inizia a definire che cos'è una superstizione, cosa non proprio banale se ci pensate, e come veniva vista nel Medioevo. Ovviamente, parlando di più di mille anni di storia è costretto (e non sarebbe giustificabile altrimenti) a fare delle distinzioni tra i vari periodi. In particolare ho apprezzato la sua visione di insieme che parte dalle radici degli antichi romani per poi arrivare all'argomento clou: sapere quel che sta prima è indispensabile per comprendere quello di cui si sta parlando. L'altra cosa che ho apprezzato è
l'oggettività con cui espone i fatti: non aspettatevi, quindi, storie di complotti tra monaci poco raccomandabili o racconti di processi alle streghe nel Medioevo perché non ve ne sono stati: si fa della Storia, non della fanta-storia! Sono citati ogni tipo di documenti, da quelli letterari a quelli giuridici passando, ogni tanto, per qualche dipinto o miniatura: un incontro tra arti molto, molto felice! Alcuni temi, devo dire, sono solo accennati e vanno approfonditi altrove ma ciò compensa con la fruibilità del libro che è, figure incluse, di sole 150 pagine per la modesta cifra di 8,00 €! Veramente poco se si guarda al valore di queste ricerche!

Troverete un sacco di notizie e informazioni particolari, piccole curiosità che rendono, a mio parere, il Medioevo un periodo Unico di cui si studia sempre troppo poco a scuola. L'unica vera e propria nota dolente è, a mio parere, a volte lo stile: i tre puntini di sospensione alla fine di certe frasi sono inguardabili in un saggio storico! Tuttavia diciamo che, se uno se lo legge, è per le informazioni che contiene, non per lo stile con cui sono riportate. Non sempre la lettura, però, è scivolata tranquilla: se leggete con attenzione certi passi vanno affrontati almeno un paio di volte ma, tutto sommato, sono anche pochi ma Importanti. Il segreto sta nell'avere dei paletti fissi, dei punti di riferimento, in cui muoversi ma non preoccupatevi perché li troverete tutti Dentro il libro stesso.

Quindi questo libro lo consigliamo? E consigliamolo, consigliamolo ma attenti che l'argomento vi deve realmente interessare per poter essere apprezzato. Ma, d'altronde, come non essere curiosi quando si ha a che fare con fatine, cani santi e riti satanici?


Vi ha incuriosito la mia recensione e avete intenzione di comprarlo o volete saperne di più? L'avete letto e avete un parere diverso dal mio? Delle puntualizzazioni ulteriori? Fatemelo sapere qui sotto nei commenti (sono aperti a tutti) oppure scrivete sulla pagina Facebook! Mercoledì invece uscirà un piccolo speciale: dovete sapere, infatti, che questo triste blog ha vinto un premio! Si tratta del Boomstick Award, un premio dato da altri blog agli stessi blog. Mercoledì vi spiego tutto bene, per il momento... brindate con me! 

mercoledì 8 aprile 2015

Collana "A Bordo di Libro" (extra 4): Slovenia e l'Istria: una tranquilla evasione!

Come chi mi segue su Facebook forse sa, in queste vacanze di Pasqua ho fatto un viaggio di 5 giorni in Slovenia e sulla penisola d' Istria, in Croazia. Come di consuetudine, ogni volta che metto piede fuori da qualche parte poi vi faccio un piccolo resoconto per darvi, magari, qualche consiglio su cosa fare od evitare, su cosa vedere o saltare oppure soltanto per farvi riflettere sui posti in cui vado e su quello che ho visto. Questa volta, invece, non mi sorgono particolari considerazioni: è stato, molto semplicemente, un viaggio Tranquillo, quindi niente grandi spiegoni o forti avventure, giusto l'itinerario e qualche consiglio. Quindi, qualora non foste interessati, vi saluto direttamente dandovi appuntamento a lunedì con la ripresa regolare degli articoli; per chi rimane, invece... partiamo!

Molto trash come cartina dell'itinerario ma vi consiglio di guardare voi i luoghi citati

La Slovenia conviene visitarla in macchina: le distanze, infatti, sono Molto ridotte e le strade sono tenute bene e, inoltre, l'autostrada non si paga! Per accedervi ci sono varie strade (Trieste e Gorizia sono solo alcune) ma noi siamo entrati da Cividale Friuli per sbucare direttamente a Kobarid, la nostra prima meta. Immagino la vostra indifferenza nel sentire questo nome
Il giovane Hemingway soldato a Caporetto
assolutamente anonimo e pure io, inizialmente, ero sul vostro stesso livello prima di sentire la traduzione italiana: Caporetto. Esatto, il luogo della sanguinosa disfatta italiana della I G. M. si trova ora in Slovenia insieme al fiume che testimoniò quei terribili anni: l'Isonzo, ora Soča, su cui è possibile fare rafting. Nel paesino di Kobarid si trova un museo piccolo ma dettagliato sulle terribili vicende di quegli anni e merita una visitina anche se non siete interessati: molto probabile che un vostro parente abbia combattuto in quella stessa zona in trincee scavate nel ghiaccio e nella neve! In ogni caso noi abbiamo continuato verso nord e, superata la cittadina di Bovec, siamo saliti a quota 1600 metri al passo del Vršič dove ci ha accolto una piccola sorpresa: la neve. E non poca. Non vi so dire con precisione quanta ne fosse caduta ma davanti a noi si paravano grandi prati sommersi di bianco incontaminato. Il vostro scrittore, inoltre, preso dalla gioia per l'inaspettata scoperta, salendo su una collinetta ha perso di colpo la gamba sinistra, giù fino al ginocchio, in un cumulo che ha ceduto: per carità, l'ho riestratta ma le mie scarpe da tennis e la mia gamba sotto i jeans non hanno gradito. A parte questa piccola nota devo dire che la strada era tenuta Benissimo e vi devo avvertire che, però, d'inverno questo passo rimane chiuso: fate attenzione! La cittadina di Kranjska Gora, dall'altra parte, famosa per le sue piste da sci ci è apparsa triste e deserta: si vede che non è stagione ma d'inverno ci sarà tantissima gente visto il numero di affittacamere. In ogni caso la nostra prima sosta è stata sul lago di Bled che vi sconsiglio di visitare d'estate perché attrezzato per ospitare centinaia di persone tutte assieme mentre, quando sono andato, c'era pochissima gente ed era vivibilissimo.

Il lago di Bled sembra uscito direttamente da una fiaba!
Inutile dire che, come capirete anche voi dalle foto, è un posto incantevole e molto carino ma anche parecchio tranquillo. Il vicino lago di Bohinj però, a mio parere, lo batte: non sorgono costruzioni sulle sue rive ma solo una tranquilla passeggiata con cui lo si può esplorare con tutta la calma del mondo: un posto semi paradisiaco! Sulle sue sponde sorge anche una chiesetta molto particolare di cui vi racconterò un'altra volta m che vale la pena di visitare. Da qua ci siamo spostati verso Ljubljana, la capitale, facendo sosta nel mezzo a Radovljica e Skofja loka, due amene cittadine medievaleggianti che vale la pena esplorare anche solo per un'oretta.

Lubiana (non ho voglia di riscrivere tutte quelle j) è molto piccola e vivibile. Appena arrivati vi colpirà l'animato mercato, l'imponente castello che la sovrasta e la presenza di un notevolissimo numero di italiani turisti proprio come voi. La sua visita non posso dire che mi abbia entusiasmato più di tanto: per carità, va vista eh, ma non aspettatevi che regga il confronto anche solo con un nostro capoluogo di provincia. noi l'abbiamo visitata tutta bene in un giorno e mezzo ma se vi appassiona potreste anche non annoiarvi per un 2 o 3 giorni (non so come farete, ma i gusti son gusti...).

Le grotte di Postumia, invece, sono una spesa salata ma necessaria: infatti queste bellissime e grandissime grotte prevedono un biglietto molto caro ma fidatevi che ne vale la pena! Con un trenino si scende per un percorso lungo 4km mentre il tratto finale lo farete voi accompagnati dalla guida: non mi dilungo perché non sono cose che rendono spiegate a voce, le dovete vedere voi, ma vi posso assicurare che lo spettacolo è incantevole! in compenso in questa grotta vive il mio peggior nemico: il proteo.

Non ditemi che non vi fa schifo!
Dovete sapere che il sottoscritto ha una paura folle degli anfibi di qualunque tipo e specie. Quindi voi figuratevi quando ho saputo che avrei visto dal vivo questo schifo: Fortunatamente è molto piccolo (me l'aspettavo grande come una salamandra) e sono riuscito a contenermi ma, comunque, diciamo che è stata un'esperienza... particolare! Ma non divaghiamo! Se, in ogni caso, vi sono piaciute le grotte di Postumia allora apprezzerete anche quelle di Škocjan anche se molto diverse. Non aspettatevi, infatti, centinaia di stalattiti e stalagmiti ma, anzi, vi troverete in una grotta molto spoglia ma, non per questo, meno spettacolare. Si tratta infatti del più grande canyon sotterraneo in Europa e, in effetti, sembra uno di quelli americani... ma con un tetto di roccia sulla testa! Suggestivo e particolare, forse questo giro mi è piaciuto anche più del precedente. Mi soffermerei a parlare con voi del castello di Predjana ma l'articolo sta diventando lungo ed è tempo di passare alla città di Fiume (ora Rijeka in Croazia) e all'Istria.



Della prima città è meglio che non parti: l'ho visitata la sera di Pasqua, quindi vi lascio immaginare la desolazione, ma in generale non mi ha fatto una grande impressione vuoi per l'assenza di cenni storici sull'azione di D'Annunzio (ok, era un invasore, ma un cenno piccolo piccolo ce lo potevano fare...) o per la presenza di un gigantesco porto industriale. In ogni caso ci sono rimasto poco perché la penisola istriana mi attendeva. E in effetti questa piccola porzione di terra merita una visita assolutamente: i vari paesi di Parenzo, Rovigno e Pola sono molto caratteristici ma anche simili, in parte, a molte cittadine della costa ligure pur rimanendo, in ogni caso, molto ben conservati e, per la loro posizione, particolari. Vige una sorta di bilinguismo Corato-Italiano quindi anche i meno anglofoni di voi non avranno problemi! Molto bello anche il capo all'estremo sud che conserva un parco naturale simil incontaminato con spiagge bellissime e una natura lussureggiante. Prima di tornare a casa passate dalla Slovena Pirano perché ne vale la pena: non diversa dagli altri paesi croati ha, comunque, un che di affascinante nei suoi vicoletti angusti.

Per concludere, qualche nota finale. I prezzi sono simili ma inferiori all'Italia ma, come molti paesi fuori dal suolo patrio, mangi per quello che paghi quindi non aspettatevi nouvelle cousine. Tutti parlano inglese, molti in italiano e non avrete difficoltà a farvi capire. Ricordatevi che in Croazia ci sono ancora le Corone quindi... niente euro! Carte di credito accettate ovunque senza problemi. Vento freddo costante e perenne: copritevi.




Detto ciò non mi viene in mente altro da aggiungere se non consigliarvi di andarci: la Slovenia è un paese Balcano solo geograficamente (nemmeno troppo poi) ma per molti aspetti è simile all'Austria. Non me l'aspettavo così curata e pronta ad accogliere gente, mi ha sorpreso in positivo! Voi ci siete mai stati? Avete altri consigli da aggiungere? Scriveteli qua sotto in commento (sono aperti a tutti) oppure sulla mia pagina Facebook! Grazie per aver letto finora qui, ci vediamo lunedì!