mercoledì 25 febbraio 2015

120 Sfumature di Sodoma

So che le mie locandine non sono il massimo ma... tant'è!

Sì, pure io, oggi, vi parlerò di queste maledettissime "50 Sfumature di Grigio", il libro della James che ha venduto milioni di copie ma che tutti disprezzano (ma a qualcuno deve pur essere piaciuto, no?) e di cui, recentemente, è uscito il film. Quest'articolo, infatti, doveva uscire proprio per S. Valentino ma lo studio una serie di contrattempi hanno fatto sì che il tutto slittasse fino ad ora. Come chi mi segue su Facebook saprà ho letto questo fantomatico romanzo: non si può criticare qualcosa, a mio parere, senza averla conosciuta. Ma non voglio star qui a dare un mio giudizio critico sull'opera: vi basti sapere che, per usare un eufemismo, non mi ha fatto impazzire anche se, devo ammettere, in un paio di punti mi ha strappato un ironico sorriso (vedi la scena dell'amplesso in periodo di mestruazioni con conseguente bagno, tutti sporchi, nella stessa vasca ad esempio). Stasera vi voglio far riflettere sul suo rapporto con due grandi precedenti del genere erotico che presentano forti similitudini: le misteriose "120 Giornate di Sodoma" (1785) di De Sade e "La Venere in Pelliccia" (1870) di Sacher-Masoch, due scrittori a cui dobbiamo, rispettivamente, il termine "sadismo" e "masochismo". Oggi, in ogni caso, non approfondisco più di tanto questi due romanzi perché meritano un discorso a parte: ci tornerò su tra non troppo!

Il signor De Sade
Il signor Sacher-Masoch















Sia chiara anche un'altra cosa: la mia analisi delle similitudini è abbastanza fine a sé stessa. L'autrice ha, infatti, dichiarato che "50 Sfumature" è una serie nata come fanfiction (racconti creati dai fan partendo da una storia inventata da altri) di Twilight, la celebre saga vampiresca per adolescenti con un'età compresa tra i 12 e i 18 (nei casi più gravi anche fino ai 21) anni. Quindi, se la James ha letto i nostri due classici, se li è subito dimenticati buttandoli nel caminetto ma non prima di aver rubato un paio di idee (ops, forse avrei dovuto dire spunti!) che le facevano comodo. Non posso credere che, però, abbia apprezzato questi due romanzi: il risultato non sarebbe stato questo, veramente!

La signora James
Qualcuno avrà sentito parlare de "Le 120 Giornate di Sodoma" per via del film di Pasolini o per la nera fama di libro terribile ed estremo che si porta dietro. Casomai il nome non vi dica nulla vi basti sapere questo: 4 nobili organizzano un festino sadico in un castello sperduto in cui seviziano e torturano ragazzini di entrambi i sessi fino alla morte. Il tutto è condito da
discrezioni crude di ogni tecnica sessuale fino ad arrivare alle più estreme che comportano un vero e proprio dolore fisico della vittima: si va a creare così una sorta di "enciclopedia sessuale", una cosa mai vista prima e che lasciò tutti sbalorditi di fronte a tale danza macabra di morte. I punti di collegamento con le 50 sfumature? Da dove iniziare? Forse dalla camera delle torture? Forse da alcune pratiche sessuali praticate dal signor Grey (acqua e sapone rispetto al signor De Sade, comunque)? Oppure dal ruolo inevitabilmente sottomesso che assume la donna? A voi la scelta ma se cercate una sessualità sfrenata (e qui mi riferisco soprattutto ai maschietti che speravano in qualcosa di un po' più spinto anche al cinema) e priva di regole e che proponga qualche "gioco" particolare provate con le 120 Giornate: troverete tanti "giochi" con cui cimentarvi... se ne avrete il coraggio!

La somiglianza che più mi ha colpito è quella, invece, con "La Venere in Pelliccia di Masoch" da cui la nostra James ha tratto l'elemento fondamentale del suo successo letterario: il contratto a sfondo sessuale. Ebbene sì, nemmeno questo si è inventata! In "La Venere in Pelliccia" è l'uomo a sottostare a una donna fredda e spietata firmando un documento con cui si sottopone al suo più che completo dominio fino ad arrivare ad
affidarle la propria vita. I ruoli si invertono ma la sostanza rimane la stessa: l'essenza del masochismo stesso è quella di darsi all'altro in tutto e in "50 Sfumature di Grigio" la cosa è stata sfruttata, a mio parere, in modo originale per i dettagli che caratterizzano il contratto ma non a sufficienza in quanto manca un po' di "azione" in quel senso. Tanto per farci un'idea, ne "La Venere in Pelliccia" si arriva a veri atti di umiliazione e violenza voluti dal firmatario fino a giungere alle frustate (comunque ancora niente in confronto a De Sade). Da notare anche come con questo film ci si mantenga sul piano dell'astrazione narrativa mentre Masoch questo contratto l'aveva firmato sul serio con la moglie!


Vogliamo tirare due somme? "50 Sfumature di Grigio" è un'ottima trovata commerciale fuor di dubbio: ha saputo risollevare l'aspetto "porno soft" sopito in molte donne di mezz'età che non sapevano che pesci pigliare col marito. Ha poi condito il tutto con uno stile MOLTO semplice aggiungendovi una spolveratina di banalità che non guasta mai. Ma sapete che vi dico? Sono contento così, sul serio. Magari non sarà ottimo ma ha spinto molte persone a leggere qualcosa: non si può pretendere che tutti leggano mattoni russi dell'ottocento se fino al giorno prima si addormentavano con le raccomandazioni sul retro dei deodoranti. Teniamo
anche conto che, per fortuna, molte persone lavorano anche con ritmi molto sostenuti e non sempre hanno voglia di tornare a casa e leggere qualcosa di impegnativo. Col mio articolo voglio invitare chi ha letto "50 Sfumature di Grigio" a recuperare delle opere che poterebbero interessargli, non voglio accusare da plagio l'autrice né pensare che siano riferimenti culturali pensati per un pubblico in grado di apprezzarli. Voi che ne dite? Giusto leggere qualunque cosa o piuttosto è meglio tornare a fare solitari al computer? Fatemelo sapere qui sotto con un commentino (sono aperti a tutti) oppure sulla pagina Facebook

Intanto vi do l'appuntamento a lunedì con la recensione lampo del saggio "Spezie" di Francesco Antinucci! Scusate se l'articolo è un poco superficiale ma è un miracolo che, con un esame alle porte, sia riuscito a pubblicare qualcosa: se volete saperne di più stasera alle 7 e mezza esce su Facebook un post in cui vi spiego tutto! Buona giornata a tutti!

venerdì 20 febbraio 2015

Recensione Lampo (01): "Storia di un Corpo" di Daniel Pennac

Manu Larcenet
Non so se mi è mai capitato di leggere un libro a febbraio e di considerarlo,
Daniel Pennac
con ogni probabilità, il migliore letto durante l'anno. Sia chiaro, leggo molto in base all'umore e a quello che voglio o devo approfondire, non vado mai alla ricerca del volume "perfetto", quello che per forza ti emoziona in maniera unica e particolare: eppure, quasi per caso, questa volta è successo. Mi riferisco, come avrete capito dal titolo, a "Storia di un Corpo" di Daniel Pennac nella sua versione ampliata e illustrata da Manu Larcenet, edizione che consiglio per via dell'altissima qualità dei disegni che la accompagnano.


Il romanzo è scritto sotto forma di diario tenuto da un uomo (che rimane tutto il tempo anonimo) e inizia nel 1936 fino ad arrivare al 2010. Il periodo storico attraversato è dei più intensi ma non una parola viene detta al riguardo: l'attenzione è tutta rivolta alla fisicità del Corpo (termine che
ripeterò spesso ma è il punto centrale della recensione, ESIGE di essere ripetuto!) con tutti i suoi acciacchi, piaceri e dolori. Nessun pudore ferma l'autore: il corpo va accettato nella sua interezza, senza freni o reticenze. In questo modo si passa dagli escrementi alla consistenza della vellutata della pelle, dai brufoli pieni di pus alla gioia del sesso, dalla vita alla morte. Qualunque evento esterno riguardi il nostro protagonista (scuola, lavoro, simpatie politiche e sportive) scompare: nella vita ci dimentichiamo sempre della centralità che assume il nostro corpo, motore attorno a cui ruota ogni nostra attività e che non può in alcun modo essere sostituito ma, al massimo, supportato.



Il corpo come crescita e il corpo come decadimento sono aspetti fondamentali, due facce della stessa medaglia, che spesso si dimenticano in base al periodo in cui ci troviamo. Il corpo altrui è solo accessorio, viene raccontato solo quando viene a contatto col nostro: non a caso il titolo del libro è "Storia di UN Corpo": non siamo diversi gli uni dagli altri, quello che proviamo noi lo provano anche gli altri. E questo solo apparentemente è un concetto banale: la capacità di immedesimarsi in qualcun altro è un dono, mai un punto solido di partenza come, invece, dovrebbe essere.



Nel libro si susseguono nomi di persone che magari non si sono mai viste, situazioni non spiegate (non si capisce bene dove viva il protagonista o che lavoro faccia) e giudizi che non si basano un pensiero che si sviluppa nel tempo. Ma in fondo tutte queste cose sono estremamente superflue, dei semplici dettagli: ci si immedesima così tanto nel protagonista che cresciamo con lui, si arriva a non avere una vera percezione distinta dei nostri corpi, quasi fossero una cosa unica. Compare un nome nuovo? "Ma certo, sarà quel vecchio compagno di collegio di tantissimi anni fa..."


Avete bisogno di altri suggerimenti per acquistare questo romanzo immediatamente? Perfetto per i ragazzi che stanno crescendo, per gli adulti per riconoscersi nel proprio sesso o nelle meraviglie dell'altro, per i genitori per provare quello che provano i figli, per i figli per provare quello che hanno vissuto e vivono i genitori. Il viaggio di una vita è lungo ma se lo si affronta insieme non fa più paura. Daniel Pennac ha raggiunto le vecchie cime del ciclo della "Famiglia Maloussen" e ci dimostra quanto sia potente la forza della vita.

Le recensioni sono "lampo" non a caso: sono piccoli pareri sulla piacevolezza di un'opera, non sul loro contenuto (per quello vi sono gli articoli). Ovviamente questo non è il primo libro letto quest'anno ma l'ho voluto scegliere come apertura di questa rubrica proprio perché speciale. Come vi pare come formato? Vi piace? Fatemelo sapere qua sotto con un commentino o sulla pagina Facebook che trovate QUA. Noi ci vediamo mercoledì con lo speciale di S. Valentino (anche se in ritardissimo) "120 Sfumature di Sodoma"! Ci vediamo!


mercoledì 18 febbraio 2015

"Collana #purogenio" (02): Wikipedia è #purogenio (se la sai usare).

Ciao a tutti! Oggi vi voglio dimostrare perché Wikipedia sia #purogenio (a patto di saperla utilizzare, ovviamente). Vi ricordo che con #purogenio intendo tutto ciò che è stato creato nel momento giusto, nel modo giusto e con tutti i giusti criteri per essere, a mio parere, qualcosa di assolutamente geniale, come già vi avevo detto nel primo articolo della serie su "We're Only in it for the Money" di Frank Zappa (lo trovate QUA). Prima di tuffarci nel fitto della discussione rivediamo un attimo di che stiamo parlando, giusto per rinfrescarci la memoria.



Nato nel 2001, l'ambizioso progetto "Wikipedia" vuole diventare un'enciclopedia online assolutamente gratuita, in continua evoluzione e a cui gli utenti stessi portano un costante contributo. Inizialmente di nicchia, col passare degli anni si amplia sempre di più (attualmente vi sono 4.720.295 articoli in lingua inglese) e passa fasi alterne: in origine osannata come innovazione rivoluzionaria perde, poco alla volta, di credibilità secondo la diffusa opinione popolare che gli articoli non siano controllati da nessuno o che, in genere, siano poco credibili.

La prima Wikipedia
Prima però di andare a sfatare questo finto mito ( o meglio, a imparare a raggirarlo) diamo una rapidissima occhiata a quello che c'era prima di Wikipedia. Le enciclopedie nascono solo nel 1700 in Francia e si affermano molto presto in tutta Europa, ovviamente in formato unicamente scritto. Quando i computer hanno cominciato a diffondersi sempre di più nelle case degli italiani sono cominciate a circolare delle versioni in formato CD con un programma apposito da installare: ci di voi si ricorda di "Encarta"? Io sì, e arrivò in casa mia proprio nel periodo dell'apertura di Wikipedia e subito si rivelò solo parzialmente utile perché aveva un GRANDE difetto (oltre al costo che rimaneva altino): non si aggiornava. Ogni anno ti dovevi prendere la versione nuova (cosa mai fatta) se no ciccia, se ne faceva semplicemente a meno, come quando l'enciclopedia era in formato scritto.

"Aggiornata ogni mese via Internet" diceva la confezione... come no, proprio!

Quindi pensate alla rivoluzione: una marea di informazioni in continuo aggiornamento a costo 0! Che cosa si poteva desiderare di più? Magari un minimo di accuratezza potreste dire voi e... non vi si può dare tutti i torti! Effettivamente non sempre il controllo sulla piattaforma è perfetto e bisogna stare attenti MA ciò non toglie che vi siano dei semplici meccanismi che, se avrete più di due neuroni connessi, non farete fatica ad applicare per evitare certe falle (se trovate quel che segue banale e scontato ricordatevi che non lo è per tutti, DECISAMENTE NO). Innanzitutto controllate le fonti di quel che vi viene detto: se trovate dei numerini che rimandano ad altri documenti vuol dire che, con ogni probabilità, quanto detto è per lo meno affidabile o, in ogni caso, ricontrollabile. Il consiglio principale è sempre ovviamente, quando possibile, di controllare queste fonti. Esempio: se si fa riferimento a una legge andarsela a vedere ANCHE su un altro sito, bastano pochi click per verificare l'esattezza di un'affermazione. In ogni caso Wikipedia, sempre più spesso, segna in rosso le affermazioni non controllate e  non verificate da uno staff più o meno competente e che quindi non è il caso di citare a cena con gli amici. Poi io, personalmente, non mi farei MAI un'opinione politica su un sito scritto da altri che potrebbero avere atteggiamenti faziosi né, tantomeno, giudicherei determinati eventi storici da quanto vedo solo riassunto e non approfondito: pensare con la propria testa è un requisito fondamentale, SEMPRE!

Ma la funzione che più va sfruttata, a mio parere, di Wikipedia (ed è il motivo che la rende geniale) è il fatto che è facilmente e velocemente consultabile: pochi click e siete sul dato che vi serve. Spesso la utilizzo pure io per i miei articoli: mai per parlarvi di cose che non so ma, magari, per ricontrollare un minimo la trama o i nomi di vari personaggi, cose per cui dovrei aprire il libro e rileggermelo ogni volta senza questo strumento! Wikipedia può servire per la rapida consultazione, per un ripasso al massimo, ma MAI per lo studio: va utilizzata quando si sa di che parlare e si ha in mente l'argomento, altrimenti si rischiano di prendere delle cantonate pazzesche. Allo stesso modo non si consiglia di utilizzarla per determinate informazioni in cui un più o un meno sbagliati possono mandare tutto all'aria (come per formule matematiche lunghe chilometri).

Tutto questo articolo non è che una scusa per spezzare una piccola lancia, uno stuzzicadenti, a favore di un mezzo culturale di proporzioni rivoluzionarie e che viene sottovalutato e denigrato qualora si voglia aver ragione sull'altro in una discussione, come se chi consultasse Wikipedia fosse paragonabile alle caccole negli occhi la mattina (il tipico "Dove l'hai letto? Su Wikipedia? Ah bhè, allora..."). Non fatevi ingannare e intimorire da leoni da tastiera, ribattete con fierezza che sì, voi Wikipedia la usate e non c'è nulla di male! Ah sì, e tanto che ci siete, se vi accorgete di saperne qualcosina in più voi o se notate qualche imperfezione, perché non contribuire al miglioramento del sito? Basta veramente poco!

Il finale fa molto comunista ma spero renda l'idea!


Spero Wikipedia apprezzi questa piccola pubblicità assolutamente non retribuita ma, soprattutto, spero sia piaciuta a voi! Ora però voglio sapere la vostra opinione: come vi siete trovati con questo sito? Quanto vi fidate di Wikipedia? Fatemelo sapere qua sotto con un commentino (lo possono lasciare tutti, anche chi non ha un account Google Plus) o sulla pagina Facebook! Noi ci si vede tra un paio di giorni con la recensione lampo di "Storia di un Corpo" di Daniel Pennac: non mancate!  

lunedì 9 febbraio 2015

"Viaggio in Occidente", il primo Shonen!

I manga, si sa, traggono grossa ispirazione dalla cultura popolare degli orientali: feste, divinità e miti creano un buono piano d'appoggio, così che anche il lettore meno esperto, vedendo quella determinata citazione, subito capisca a cosa si sta facendo riferimento (basti prendere ad esempio i giochi di "As the Gods Will" o anche Amaterasu, Tsukuyomi e Susanoo di "Nauto"). Una buona fonte è rappresentata dalla letteratura sia manga (il citazionismo è un elemento sempre di moda per autori come Oda) che tradizionale. E per mettere in evidenza questi elementi ho deciso di collaborare con Sommobuta, famoso blogger e youtuber, che nel suo ARTICOLO analizza le influenze letterarie sugli ultimi capitoli di One Piece mentre io mi occupo del contributo portato dal romanzo classico cinese di Wu Cheng'En "Viaggio in Occidente". Per leggere il mio pezzo NON è indispensabile conoscere l'opera ma, qualora foste interessati, vi metto QUA il link del mio precedente articolo in cui ne parlo fornendovi gli elementi essenziali. Liberi di leggerlo o meno, la cosa essenziale, prima di partire, è tener ben presente l'inizio:

"Ci sono dei punti fissi nella nostra cultura occidentale che, anche senza averli affrontati nel dettaglio, rappresentano un bagaglio culturale per tutti noi: tra questi vi è l'Odissea (un uomo viaggia per mare), la "Divina Commedia" (Dante si fa una vacanza nell'oltretomba) e "Romeo e Giulietta" di Shakespeare (due tipi si innamorano e muoiono) per citare i più noti. Magari non li abbiamo approfonditi (io, ad esempio, non ho mai letto nessuna delle opere citate in versione Integrale) ma ne conosciamo, anche solo in maniera raffazzonata, la trama e sappiamo riconoscerne, per dire, una parodia. Tutto il mondo, nel 2015, è paese ma ogni cultura mantiene, tuttavia, un suo patrimonio personale: anche quella orientale. E l'opera che, a conti fatti, è più significativa e incisiva per molti aspetti oggi in Cina e Giappone è il romanzo "Viaggio in Occidente" di Wu Cheng'En."

Questa premessa ci introduce subito al più grande contributo portato da questo romanzo al mondo dei manga: l'invenzione del protagonista Shonen!

"Shonen Jump", la rivista Giapponese settimanale dove vengono pubblicati i capitoli dei manga più famosi

Scimmiotto, chiamato Sung Wukong o Son Goku (come pure la scimmia di lava in "Naruto"), è l'archetipo di ogni protagonista manga: ribelle e un po' selvaggio, sa essere serio se viene messa in pericolo la vita del suo maestro Tripitaka. Regolarmente, però, non è che una scimmia mangiona, cocciuta e un po' stupida, dotata di una forza sovrumana e un'agilità senza pari: alterna, ai colpi del suo bastone allungabile a piacimento, trasformazioni in esseri mostruosi e velocissimi viaggi a bordo di nuvole. Vi ha ricordato qualcosa? Goku, Naruto, Rufy, Ichigo, Toriko e centinaia di altri personaggi sono la diretta derivazione di questo eroe mitico che viene riproposto agli orientali in salse sempre diverse. Inoltre, anche il terzo Hokage ha chiesto aiuto a una scimmia combattente una volta...

Enma, re delle scimmie, fa la sua comparsa quando ancora Naruto era bello...

Come già saprete, o avrete intuito, il manga che più deve a "Viaggio in Occidente" è Dragon Ball. Si può dire tranquillamente che Goku e Scimmiotto siano la stessa persona: entrambi nati tra le scimmie, provengono da un guscio (di pietra o tecnologico) e hanno in comune, oltre alla coda pelosa, pure il bastone allungabile a proprio piacimento (senza contare il nome stesso per i Giapponesi!). Se Goku guarda la Luna e si trasforma in un gorillone gigante allora la sua controparte è in grado di diventare un mostro gigantesco a tre teste che sputa lunghe fiammate. Entrambi hanno anche avuto un maestro
significativo: chiamatelo maestro Muten (o nonno Gohan) o patriarca immortale Subuthi, alla fine sono la stessa persona. E le vicinanze tra i vari personaggi non finiscono qui! Quell'ingordo di Porcellino si è evoluto nel simpatico Oloong per la sfacciataggine (e in Hawk di "The Seven Deadly Sins" per l'ingordigia) mentre Sabbioso, invece, è più simile a uno Yamcha per il modo burbero di atteggiarsi. Anche Tripitaka ha una "reincarnazione" molto particolare: Crilin, col suo testone lucido, raffigura il monaco (per tradizione rasato) in cerca delle sacre scritture diventate, per l'occasione, le magiche Sfere del Drago! E magari le similitudini finissero qua, vero? Scimmiotto, prima di diventare un autorità in cielo, si era fatto come amico diversi re diavoli tra cui vi era anche il potentissimo Re Diavolo Toro, prima formidabile alleato e poi temibile nemico coinvolto in uno scontro indimenticabile che coinvolge tutte le divinità. In Dragon Ball compare sotto forma dello Stregone del Toro, il padre di Chichi, futura sposa di Goku: non è quindi un caso che da giovane si fosse allenato col vecchio Gohan e che il suo palazzo sia invaso dalle fiamme che dovranno estinguere grazie a un ventaglio magico. Questo oggetto magico, infatti, Scimmiotto cerca di ottenerlo dal suo vecchio amico, in "Viaggio in Occidente", per spegnere delle montagne perennemente ardenti che ostacolavano il cammino di Tripitaka verso l'India. Che il drago Shenron (e con lui Momosuke di One Piece) sia un tipico Drago Cinese, di quelli che abitano in lussuosi palazzi sottomarini, non ho bisogno nemmeno di dirvelo. Invece molto interessante è l'analogia tra Tenshinhan e il santo Erlang, l'unico combattente in grado di vincere Scimmiotto e che possiede, pure lui, un terzo occhio.
Scimmiotto vs Erlang o Goku vs. Tenshinhan?

Dragon Ball è forse il Manga per eccellenza ma non per questo è stato l'unico ad essere stato influenzato da "Viaggio in Occidente". Senza contare l'elemento "viaggio" (di cui un ottimo esempio è la serie di JoJo "Stardust Crusader"), mi focalizzerei di più sulla questione mitica e di un determinato ambiente prima di passare la parola a Sommobuta.

Le divinità cinesi sono pressapoco infinite ma solo poche vengono spesso ricordate. Facendo un distinguo tra mondo celeste e demoniaco, del primo i personaggi decisamente più ricordati sono i 4 protettori celesti del Buddha, ciascuno per un punto cardinale, e che vengono chiamati "I quattro Re Paradisiaci". Questo il titolo che ricoprono i protagonisti di Toriko ma che si può ricondurre anche ai quattro imperatori di One Piece piuttosto che a una moltitudine di riferimenti tra cui i re Kaio dell'aldilà di Dragon Ball (in cui compare anche un rossissimo re Yanma, guardiano degli Inferi nel manga, nel romanzo e nel mito cinese). In pochi sanno, invece, che i Pokémon hanno, a volte, tratto ispirazione non dai segni zodiacali cinesi ma dalle figure delle costellazioni delle Pleiadi: tra i vari animali ricordiamo Shi porco di fuoco (Tepig e compagni), Zu scimmia del fuoco (Infernape riconducibile anche a Scimmiotto) e Gui montone di metallo (Aaron ed evoluzioni).

I quattro "Re Paradisiaci"
Il mondo dei demoni è servito da spunto per numerose creature anche se è il caso di ricordarne due in particolare: i fratelli "Demone d'Argento" e "Demone d'Oro" che vivono nella Caverna del Loto. Presenti anche in Bleach (personaggi super secondari aiutanti dell'energica Kukaku Shiba), fanno la comparsa maggiore in Naruto sotto le spoglie dei "Fratelli d'Oro e d'Argento", due potentissimi guerrieri che utilizzano delle armi (vaso sigillatore, corda imprigionatrice, ventaglio distruttore e super spada) che sono presenti nello stesso episodio anche in "Viaggio in Occidente".

I due fratelli demoniaci

Una certa influenza è data anche da alcuni luoghi tra i quali spiccano i magnifici palazzi sottomarini dei re draghi. Eichiro Oda, nel tratteggiare il palazzo del re Nettuno, non ha di certo risparmiato i riferimenti al mondo cinese sia per l'architettura sia per i personaggi che la popolano: il ministro della destra e della sinistra non fanno riferimento a ideologie politiche ma a cariche realmente esistite! Questo palazzo è pure protagonista di una tragica scena in "As the Gods Will" e che chi ne ha letto le pagine non può dimenticarsene troppo facilmente!

Una delle mie tavole preferite di Oda!

Detto questo non mi resta che chiudere e passare la parola a Sommobuta e al suo Articolo sui riferimenti letterari nella saga di Dressrosa di One Piece! Passate dalla sua e dalla mia pagina FB, noi ci vediamo tra non troppo (spero) con un nuovo articoletto!