mercoledì 29 aprile 2015

L'Anima della Riscoperta: I fratelli Grimm

Ciao a tutti! Prima di iniziare, qualche piccola parola di presentazione di quello che avete davanti. Il blog, come sempre detto, è un cantiere e, come tale, costruisce e fa cose col tempo. Nessuna sorpresa, quindi, che ci sia anche un'evoluzione nello stile, nelle idee e negli intenti. Quando iniziai a scrivere ero Assolutamente inesperto e lo stile ne ha risentito molto. Per questo motivo, dunque, ho deciso di riscrivere i primi articoli. Non sarà una cosa sistematica ma un po' quando capita, tipo una volta al mese, per cui i pezzi nuovi non mancheranno di certo. Il progetto prevede, per ogni articolo: 1) riduzione della lunghezza 2) correzioni di possibili errori e sviste 3) modifica dello stile 4) aggiunta di immagini e pure qualche informazione in più, se ci incastra. Tuttavia la storia non è fatta solo di cose belle e, quindi, i vecchi articoli rimarranno ma con una scritta posta prima in alto che rimandi a quelli nuovi: non posso ammazzare i miei poveri figli! In fondo! Scusate se vi ho annoiato con questa introduzione: ora mi levo e andiamo a riscoprire le Fiabe dei fratelli Grimm! 
Wilhelm Grimm
Fiabe e favole, innanzitutto, non sono la stessa cosa: le prime hanno come protagonisti i soli esseri umani mentre, nelle seconde, abbiamo animali/oggetti parlanti. Queste si sono trasmesse oralmente per secoli passando di padre in figlio (alcuni elementi hanno riferimenti che risalgono a più di 4000 anni fa!) e costituiscono una vera e propria cultura unicamente popolare. Questa volta faccio riferimento in particolare alle fiabe raccolte in giro per tutta la Germania dai due fratelli Grimm nei primi decenni dell’800, anche se molti altri autori si sono dedicati alla raccolta di questi racconti (Fontaine e Andersen sono tra i più famosi, ad esempio). Jacob
Jacob Grimm
(1785-1863) e Wilhelm (1786-1859)
Grimm furono dei grandissimi studiosi di diritto e cultura folklorica tedesca. Ai tempi la Germania, frammentata e divisa in tanti staterelli com'era, aveva bisogno di ritrovare delle radici culturali comuni dal momento che voleva riunirsi sotto un unico stato: proprio come durante il nostro risorgimento. Quest'idea si lega a un movimento culturale e di pensiero, il Romanticismo, che metteva in primo piano i sentimenti e le radici folkloriche di Nazioni che, per motivi politici, erano divisi in staterelli. E a questo movimento, sotto la guida del famoso giurista Savigny, aderirono anche i nostri due fratelli.
Dal temperamento molto diverso tra di loro (serio e introverso Jacob, vivace e fantasioso Wilhelm) essi diedero vita a una delle più prolifiche collaborazioni della storia realizzando un’accoppiata perfetta: non solo raccolsero e analizzarono con metodo scientifico le favole della tradizione germanica, primi in questo genere ad applicarsi in modo così rigoroso, ma furono anche studiosi della lingua (compilarono il primo Dizionario di lingua Tedesca), grammatici e anche politici. Infatti potremmo quasi definirli una sorta di rivoluzionari per quell’epoca, propugnando valori democratici ed opponendosi al potere monarchico: il loro contributo, unito a quello di molti altri sognatori, porterà a una Germania unita solo nel 1862.
Ma è proprio nella loro raccolta che l’idea di popolo tedesco si incarna con più passione e forza: le oltre 200 fiabe costituiscono un concentrato di cultura e sapere popolare, immutato nei secoli, che presenta caratteristiche
comuni nel mondo intero: le situazioni si ripetono, i nomi tornano e i messaggi non cambiano. Oggi conosciamo questi racconti grazie ai film della Disney che ce ne presentano una versione bambino-friendly ma, in realtà, almeno originariamente i racconti erano MOLTO crudi. Cadaveri bolliti, teste che rotolano, uomini mangiati, sorelle accecate da corvi affamati e bambini dati in pasto ai propri genitori: cose da far accapponare la pelle! E quella che trovate di solito in Italia è l'ultima edizione rivista dai Grimm, quella che loro stessi modificarono per essere più mite e meno splatter.
Il lavoro dei Grimm fu fondamentale in quanto mise in luce la presenza di una cultura tedesca comune e per il fatto che cristallizzò e fissò una tradizione prima solamente orale e che rischiava di perdersi col tempo. Personalmente consiglio l’edizione Einaudi (€15,00) perché completa di tutte le fiabe con una traduzione magistrale di Clara Bovero.

Come vi è sembrata questa prima riedizione? Piaciuta? Fatemelo sapere qui o sulla pagina Facebook! Domani, invece, vi parlerò di un evento che si terrà il 16 a Torino: chi di voi sa già a cosa mi riferisco?



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