sabato 6 dicembre 2014

Cirano de Bergerac (2): ... allo Spadaccino Alchimista!

Il volto misterioso dello scorso articolo!

Savinien de Cyrano (che è il cognome, non il nome!) nasce a Parigi nel 1619. La nobile famiglia poteva vantare, tra i suoi possedimenti, un feudo a Bergerac da cui "Cyrano de Bergerac". Trasferitisi quasi subito dopo la
Questa la casetta dei Cyrano, da quel che ho trovato
nascita di Savinien in campagna, questi viene inviato a studiare da un curato dove conoscerà il suo più grande amico, l'unico a rimanergli fedele per tutta la vita: Henri le Bret. Finito il collegio, dopo essersi dedicato un paio d'anni a una vita un po' sregolata, il nostro autore si arruola nell'esercito nel 1639: di questo periodo la testimonianza di Le Bret in cui si attesta la bravura dell'amico nell'arte della scherma :
L'amico Le Bret

"I duelli, che in quel periodo gli erano sembrati il modo principe e migliore per farsi conoscere, lo resero velocemente così famoso che i Guasconi, di cui era essenzialmente composta questa Compagnia, ebbero a considerarlo un fenomeno di bravura, avendo sostenuto vittoriosamente altrettanti combattimenti quanti erano stati i giorni del suo arruolamento."

Un giovane Molière
Tuttavia la vita militare, così priva ormai di ideali cavallereschi, lo annoia e lo disgusta e decide, perciò, di tornare a dedicarsi ai suoi studi filosofico-
Gassendi se la ride sotto i baffi
alchimisti sotto la guida del celebre filosofo-scienziato Pierre Gassendi che aveva, tra l'altro, tra gli allievi, in quel periodo, pure Molière. Dal 1641 Savinien viaggia a destra e a sinistra per l'Europa e conosce tantissimi filosofi dell'epoca, tra cui il nostrano Tommaso Campanella (1568-1639) autore de "La Città del Sole", e ha tempo di approfondire molte letture. I problemi, però, iniziano ad arrivare nel 1648 quando il nostro inizia effettivamente a scrivere: egli non riesce a trattenersi dal tirare frecciatine ai suoi rivali politici (che erano anche i potenti) spesso rimettendoci: nel 1650 pubblica addirittura un libello satirico contro il potentissimo cardinale Mazzarino! Non si risparmia nemmeno polemiche e satire contro la chiesa in generale e, soprattutto, contro l'inquisizione che in quel periodo era più
E a Mazzarino non andava di scherzare...
virulenta che mai: non a caso nell'arco di poco tempo si ritrova senza una lira in tasca, allontanato anche dai suoi amici (tranne Le Bret) che temevano per la loro vita. Riesce però a farsi assumere come segretario per un certo periodo dal duca di Arpajon ma, nel 1654, in seguito alla rappresentazione della"Mort d'Agrippine" che pare fu parecchio scandalosa (non chiedetemi il perché), venne licenziato. E, proprio mentre usciva dalla casa del suo ex mecenate, venne colpito in testa da una trave che "casualmente" in quel momento era caduta fuori da una finestra. Il 28 luglio 1655 morirà nel Convento delle Figlie della Croce dove sua zia Caterina, la badessa, si era presa cura del nipote ferito fino a quel momento.

Che Savinien Cyrano de Bergerac fu vittima di un attentato organizzato da un misterioso gesuita facente parte della santa inquisizione è cosa riportata da molti biografi anche se, in ogni caso, molti erano al tempo i suoi nemici,
Cyrano non fu la sola vittima, ricordiamocelo...
non solo religiosi ma anche politici. Molto misteriosa è anche la sua presunta conversione in punto di morte: è opinione diffusa che egli non si sarebbe mai redento e che le suore del convento si siano inventate tutto. Infatti se, da un lato, "Stati e Imperi della Luna" (la sua opera più importante di cui parliamo a breve) era già uscito da molti anni, "Stati e Imperi del Sole" (il seguito) era ancora quasi incompiuto e "La Scintilla", ultimo capitolo della trilogia filosofica Bergerachiana (che orribile parola ho appena inventato) venne distrutto in circostanze misteriose. Solo grazie all'amico Le Bret abbiamo oggi il secondo titolo che, come lui stesso afferma, già era stato modificato da mano ignota quando egli iniziò a lavorarci per concluderlo (quasi) definitivamente. Questo è uno di quei casi in cui la chiesa ha intralciato il libero pensiero umano e in cui la santa inquisizione si è dimostrata per quello che era: un organo di repressione dell'intelletto.

Le opere di Savinien, come potete immaginare, qua in Italia non sono quasi nemmeno considerate. Non so quale genio benigno mi ha fatto trovare per puro caso "L'Altro Mondo" della "Il Leone Verde" a Torino. E oggi sono qua a parlarvi di quest'opera per farvi risparmiare 15,50€! Già, avete capito bene, gli "Stati ed Imperi della Luna" e "Gli Stati ed Imperi del Sole" non meritano affatto i vostri soldi se non come supporto a questa casa editrice che ha curato magnificamente l'opera. Non fraintendete però, non è che siano dei merdalavori, ma letti nel 1600 di Cyrano hanno un senso, ora come ora no: e adesso vi spiego il perché.

Come abbiamo visto il nostro autore fu uno studioso di scienze, filosofia e
fisica e, a quei tempi, la chimica era chiamata alchimia, materia che lo appassionò moltissimo. Entrambi i libri, infatti, sono pieni zeppi di complesse allegorie alchemiche che le stesse note al testo difficilmente riescono a spiegare dando motivazioni convincenti e evitando buchi teorici che lasciano molto molto perplessi (che la Luna derivi da LUx NAturae, luce della natura, sembra
alquanto improbabile). Un'opera che solo lui e pochi altri potevano, probabilmente, leggere comprendendola appieno. E per gli altri che cos'è? Una roba strana e a tratti molto noiosa. Egli trova un modo, nel primo libro, di arrivare sulla Luna dove abitano degli spiriti che vivono in maniera bizzarra. Lui incontra quello che sulla Terra era stato il genio protettore di Socrate, il famoso filosofo Greco, con cui fa delle chiacchierate di filosofia, incontrano altra gente, chiacchierano di filosofia, poi altra gente, ancora filosofia e così via finché Savinien non si imbatte nel Diavolo che lo
prende e lo porta sulla Terra nel tentativo di trascinarlo all'Inferno: se per voi tutto ciò ha senso... (ovviamente evito di riportarvi qualsivoglia argomentazione filosofica altrimenti per rendere l'articolo accessibile dovrei fare un articolo a parte e non ne sarei, in ogni caso, minimamente in grado)


Ne "Gli Stati ed Imperi del Sole" sta per essere processato dall'Inquisizione per quello che ha scritto nel primo libro (cosa che si può ipotizzare sia realmente accaduta) quando riesce a fuggire sul Sole dove, pure lì, accadono cose sempre a sfondo alchemico e filosofico ma veramente non degne di nota.
Ah già, quasi dimenticavo, ci sono pure un paio di dissertazioni sul pene, casomai vi interessasse. Questi riassunti sono un casino, lo so, ma... perché farli? Non ha senso che mi metta a spiegarvi ogni singolo passaggio di un'opera pedante e noiosa priva di senso e, quasi, valore se non storico. I personaggi, manco a dirlo, sono bidimensionali, dei manichini che devono riportare dei ragionamenti filosofici. Ma perché proporre delle stranezze tali in un libro di filosofia? Anche a questo un perché c'è!

Il 1600 è il secolo degli eccessi in ogni ambito, specialmente artistico e letterario: si cerca di stupire sempre il nobile di turno con effetti speciali che nascondano una vuotezza di contenuto. E così anche il "viaggio" verso la
Luna rientra in questa categoria: a parte il valore di ascesa verso un mondo superiore tramite strane pratiche alchemico-fisiche raggiungendo grandi conoscenze, non vi è alcun valore aggiunto al viaggio in quanto tale: invece del satellite avrebbe potuto benissimo scrivere la Cina come il Paradiso ma sarebbe comunque rimasto solo uno sfondo vuoto in cui muovere delle sagome di cartone. Vi sono vari riferimenti ad esempio all'opera di Luciano "La Storia Vera" (vi ricordate il mio doppio articolo? No? Male!) o ad altri testi che non starò qui a citare ma, seriamente, non vale la pena di approfondire ciò che non è stato ideato per farlo.

Savinien non fu, quindi, un romantico poeta dal lungo naso (pur essendo
Il VERO Savinien
testimoniato che esso fosse, in qualche maniera, importante) ma un alchimista e filosofo che ebbe una vita più simile a quella tratteggiata, ancora una volta, da Guccini che da Rostand: non che una sia meglio e l'altra peggio, l'importante è sapere quanti volti hanno i nostri eroi!

Il Savinien idealizzato
L'articolo mi rendo conto che è un po' "GNE" ma principalmente per via delle opere: per assurdo la biografia dell'autore è molto più avvincente e coinvolgente. I riferimenti per trovare "L'Altro Mondo" già ve li ho detti: un suggerimento? Evitate. Sono veramente abbastanza deludenti, se non sapete un po' di alchimia sono tanto complicati e ostici da affrontare. Spero, come al solito, che l'articolo vi sia piaciuto! Ricordatevi di venirmi a trovare sulla mia pagina fb e, per chi non mi conoscesse, anche sul canale Youtube! Sabato prossimo si parla... di nostro cugino! Chi di voi riesce a indovinare l'argomento?




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