sabato 29 novembre 2014

Cirano de Bergerac (1): Dalla Penna di Rostand...

Tutti noi, almeno una volta nella vita, siamo venuti a contatto con Cirano de Bergerac: vuoi leggendo delle versioni ridotte da bambini, vuoi andando a vedere spettacolini alle medie o rimandi al personaggio in vari cartoni animati per non parlare di Guccini, Depardieu e altri riferimenti culturali sparsi. Lui e il suo "nasone che lo precedeva di mezz'ora" sono sempre stati presenti in molti momenti, in maniera più o meno evidente, nel nostro immaginario romantico. Ma chi è veramente Cirano (o Cyrano) de Bergerac? Scopriamolo insieme facendo un piccolo tuffo indietro nel tempo.

Depardieu che fa cose tra un vinello e l'altro

Edmond Eugène Alexis Rostand (1868-1918) era un drammaturgo come tanti in Francia e aveva composto, prima del 1897, giusto qualche opera teatrale e una raccolta di poesie (tranquilli, tanto in Italia non avranno tradotto nulla, inutile cercare). Poi scrisse il "Cirano de Bergerac".
Un drammaturgo come tanti...
Quando, alla fine del primo tempo, il pubblico si alzò in piedi ad applaudirlo senza sosta Edmond capì che, quella volta, aveva fatto un colpaccio. Addirittura dietro le quinte venne a fargli visita un ministro che si staccò la spilla della legione d'onore e gliela affibiò senza troppi giri di parole. Rostand si aspettava una carriera rose e fiori che lo incoronasse a genio della letteratura francese e... così non fu. Come accade a molti ancora adesso che, fatta una grande opera, vengono prima omaggiati come divinità scese in terra e poi spariscono nel nulla, così il nostro autore compose, certamente, diverse altre opere ma nessuna ebbe mai l'onore di essere anche solo minimamente comparate col "Cirano de Bergerac", nemmeno il suo ultimo lavoro, il più complesso, quello a cui aveva dedicato uno sforzo maggiore, "Chantecler" (il gallo del pulito), fu un vero e proprio fiasco. Ora di Rostand non rimane che un cognome anonimo
... ma con dei baffi (e una pelata) mica da ridere!
scritto a lato di una delle più toccanti e romantiche (nel senso stretto del termine) opere teatrali del 1800: ma perché?

Il messaggio del Cirano è, oramai, diventato scontato a parole come il "ti amo più di ieri e meno di domani" dei Baci Perugina ma, nei fatti, pare che la gente (ragazzi e ragazze nessuno escluso) se ne sia dimenticata insieme, spesso, al buon senso: che tu sia brutto o che tu sia bello l'importante è che tu sia una persona che sappia amare e non uno stoccafisso sotto sale per quanto fisicamente attraente. Cirano non è bello, ha un naso gigantesco, ma sa comporre poesie che fanno sciogliere il cuore di chiunque si trovi nei dintorni a sentirlo declamare, maschio o femmina che sia, ed è leale e sempre pronto a prendersi gioco di spocchiosi leccaculo dimostrando un coraggio da leone e una grinta senza pari. Cristiano, invece, il suo rivale in amore ma, allo stesso tempo, amico è bellissimo, un vero eroe sul campo di battaglia di Venere e di Marte, ma non sa spiccicare due parole senza impantanarsi come un trattore nel fango.

SPOILER!
(non è essenziale leggersi quest'orribile riassunto per gustarsi l'articolo, quindi evitate pure)

Cirano, per amore di Rossana (sua cugina, tra l'altro) che pensa non lo vorrebbe a causa del suo naso, decide di aiutare l'amico Cristiano, altrettanto cotto della bella signora, e compone al posto suo lettere d'amore per l'amata e discorsi pieni di affetto e tenerezza. I due giovani si fidanzano ma vengono presto divisi dalla guerra e la scena si sposta sul fronte. Qui il nostro romantico protagonista rischierà spesso la vita per consegnare le lettere da spedire a Rossana da parte di Cristiano (sempre scritte da lui): tutto sembra andare per il meglio, se così si può dire, finché lei non giunge al fronte e intuisce chi è il vero autore di quelle missive anche se Cirano, fino alla fine, negherà l'accaduto nonostante Rossana si dica disposta ad amarlo, nonostante il naso, se egli fosse il vero autore di tutte quelle dolci parole che le sono arrivate. La tragedia romantica non è, tuttavia, che appena iniziata: Cristiano infatti muore ferito da un proiettile tra le braccia dell'amata senza aver il coraggio di rivelare chi fosse l'autore di tutte quelle lettere. La scena si sposta, per l'ultima volta, a Parigi dove Rossana sta in convento e Cirano, ferito dalla guerra e ormai vecchiotto, le fa visita quotidianamente. Un giorno, però, viene assalito da un gruppo di nemici che lo feriscono a morte: riesce a stento a giungere al convento dove morirà non prima di aver ripetuto a memoria una delle lettere del periodo della guerra che aveva scritto per Cristiano. Rossana capisce che la persona che ha sempre amato era Cirano, il vero compositore di quelle bellissime parole, ma ormai è troppo tardi e la tragedia si conclude qua...

Non ho resistito...


FINE SPOILER!

La tragedia è bella, per carità, ma perché riscosse un successo così clamoroso? La fine del 1800, si sa, non fu proprio il periodo più romantico della storia della letteratura e, anzi, la donna non era vista dagli autori del tempo come una tenera amante ma come una conquistatrice inflessibile,
La donna-sfinge per Moreau
spietata dominatrice. La realtà è che un vero e proprio "romanticismo" in Francia non v'era mai stato! Tutto quel periodo di inizio 1800 che vedeva le emozioni e gli ideali posti su un piedistallo al di sopra della scienza e della ragione era arrivato in ritardo (rispetto non solo all'Europa ma anche all'Italia, il che è tutto dire) a causa, principalmente, degli influssi di una rivoluzione ancora non troppo distante nel tempo e nello spazio. Nel momento in cui un certo bisogno di espressione di sentimenti non viene soddisfatto e rimane sopito si trasforma in una pentola a pressione rotta piena di vapore: quand'è troppo esplode!

E così i Parigini, o meglio i Francesi, avevano bisogno di tornare ad amare di quell'amore che oggi è tanto stereotipato (la frase del bacio come apostrofo delle parole "t'amo" da dove pensate che venga?) ma che loro sentivano come vero e proprio, fin quasi nazionale. E, veramente, per il resto il Cirano non ha alla fine molto altro da aggiungere o da darci: un'opera semplice, se vogliamo, intrisa di un romanticismo ricercato che però non lascia spazio a un serio approfondimento dei personaggi. Cirano, ad esempio, è molto più complesso e articolato nella canzone di Guccini che in tutta l'opera! Che non vuol dire che sia un male, ma che si è voluto puntare ad altro. Il Cirano più che un'opera bella in sé (e non fraintendete, è veramente geniale) ci appare così ricco e straordinario perché ha avuto un'importanza da non sottovalutare nella nostra concezione di amore e di affetto verso il prossimo.

Ma siete sicuri che Cirano de Bergerac sia solo un personaggio bidimensionale di una tragedia francese? E se invece vi dicessi che Cirano de Bergerac è esistito veramente? E se vi dicessi che Cirano de Bergerac fu uno scrittore e alchimista? E se vi dicessi che Cirano de Bergerac morì in circostanze misteriose? E se vi dicessi che ve ne parlerò sabato prossimo, di Cirano de Bergerac? Lunedì alle 14, intanto, se fossi in voi darei un'occhiata alla pagina FB...

Paint level: Masterchef!

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