giovedì 20 novembre 2014

Approfondimento (2): la "regola della L"

Sì, avete letto bene, sto facendo un piccolo approfondimento improvvisato sulla "regola della L"! Infatti quella che può sembrare una "legge" goliardica da scuole medie ha, in realtà, radici molto più antiche e interessanti. La famosa "legge della L" (inutile che vi stia a spiegare di che roba si tratti) risale fino al tempo degli antichi Greci! Fin dai tempi più antichi questo popolo ha viaggiato in lungo e in largo e ha scritto molti trattati sulle meraviglie incontrate per il mondo: sono i logografi di cui tanto ho già parlato. In particolare qualcuno parla anche della popolazione dei Pigmei ai quali attribuiscono, appunto, dei grandi falli nonostante l'altezza.
I Pigmei erano, per tradizione, in perenne lotta con delle gru!
Perchè? I Greci avevano un modello di bellezza fisso e stereotipizzato: carnagione chiara, capelli biondi, occhi azzurri, proporzione delle membra, assenza di peli superflui e, nel caso dei maschi, un membro ben proporzionato, meglio se piccolo (simbolo di virilità ai tempi). Ora, come potete ben immaginare, quando si son visti dei nanetti (con tutto il rispetto) di colore scuro che non si curavano troppo potete capire quale potesse essere il loro ribrezzo. E quindi, per rendere la scena ancora più grottesca, perchè non dargli, come stereotipo, un grosso e orribile membro sproporzionato? Il pigmeo è lo stereotipo dello straniero brutto (e dunque cattivo) che i Greci aborrivano e deridevano in tutto e per tutto: non a caso i personaggi della commedia greca hanno tutti, sulla scena, delle parti deformate e, in particolare, indossano falli finti di cuoio. 
Ora capite quello che intendevo?


Vi è poi anche un discorso più complesso legato alla cultura popolare che caratterizzava e macchiettizava certi stereotipi comportamentali e fisici: per esempio la coppia Don Quishotte-Sancio Panza nasce non dalla fantasia di Cervantes ma da un antichissimo vaso in cui sono ritratti un uomo alto magro e
scheletrico e uno basso e grasso. Così un fallo grande, simbolo di fertilità ma anche elemento comico, era legato a chi, per natura, era apparentemente il meno portato a possederlo: motivo per cui il protagonista dei romanzi di Luciano di Samosata e Apuleio è un asino, animale che, come si sa, è famoso non esattamente per la sua folta criniera (e infatti questo aspetto viene più volte accennato/messo in evidenza nelle opere).

La "regola della L" da lì poi vola e fluttua nell'aria attraversando secoli di cultura popolare e influenzando scrittori (De Sade in primis, guardacaso) e storici: vi era diffusa la notizia che Napoleone fosse dotato "della virtù meno apparente e, di sicuro, la più indecente". In realtà nulla di più falso! Il grande imperatore francese si sa, non era proprio un gigante per via di alcuni disturbi ormonali avuti da piccolo e anche la sia "crescita" sessuale ne ebbe delle gravi conseguenze. Tra oppositori politici e sostenitori si scatenò, all'epoca, un vero e proprio dibattito sull'argomento! Ma oggi la scienza è in grado di rispondere a questo nostro quesito: Signori, è con grande piacere che vi presento... il PENE DI NAPOLEONE; conservato sotto qualche sostanza fino ai nostri giorni!
Piacere, sono il pene di Napolone!

Alla fine avevano ragione gli oppositori: 4 quando era giù e 6 quando era su. Ciononostante le sue donne le ha avute: è proprio vero che le dimensioni non contano!

Ci vediamo questo sabato (se riesco se no il prossimo) con il Cirano di Bergerac di Rostand! Ricordate di passare dalla mia pagina fb!

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