sabato 1 marzo 2014

Collana "A Bordo di Libro" (titolo provvisorio), ep 1: il Viaggio Come Esperienza Fantastica: la "Storia Vera" di Luciano (parte 2: origini, successo e analisi)


Ed eccoci ora alla tanto promessa analisi dell’opera e delle sue influenze partendo proprio dal titolo (ovviamente l’articolo, appena pubblicato sulla trama, lo trovate qui o comunque dopo questo!). Perché la “Storia Vera”? Il racconto è evidentemente un insieme di fatti inventati, perché chiamarlo in questo modo? Per capirlo bisogna analizzare insieme il prologo e capire l’intento dell’autore. Dei vari racconti di viaggio dell’antichità, con i relativi problemi sulla veridicità dei prodigi incontrati, ho già parlato in parte qua e, se volete capire il motivo centrale del tutto, andate a leggere! Infatti è proprio contro i numerosi logografi e avventurieri cialtroni che Luciano vuole intentare una vera e propria polemica dichiarata e aperta nel prologo: ci racconta qualcosa che per sua stessa sincera ammissione non è mai successo, senza prendere in giro il lettore o l’ascoltatore con inutili balle (infatti  nell’opera tutti questi imbroglioni, come Erodoto ad esempio, sono agli Inferi appesi e torturati in vario modo). La sua vuole essere una lettura veloce e divertente, che stacchi il lettore dal grigiume della vita quotidiana e dal peso degli studi o del lavoro, trasportandolo in un mondo variopinto e colorato pieno di creature straordinarie (intento che condivide con il mio blog, peraltro): infatti il cervello, se esageratamente messo sotto stress (e chi è stato in sessione d’esami fin’ ora ne sa qualcosa), e non viene mai liberato da un momento di pausa rende molto meno! Quindi è proprio Luciano che ci mette in guardia dalle opere di questi imbroglioni e ci propone una storia tutto meno che vera!

Qualche parola va ora spesa sulla rappresentazione dei “VIPS”, ovvero delle figure che popolano i campi Elisi. Essi non sono mai storicamente (o letterariamente) attendibili o pertinenti alle descrizioni forniteci dalla tradizione storico letteraria. La loro deformazione comica avviene in due modi: o se ne esagerano le caratteristiche in modo parossistico (Elena sempre rapita, Ulisse arrapato come non mai) oppure sono l’esatto opposto di come siamo abituati a vederli (Omero non è per nulla cieco). Quindi nessuno è esente dalla satira mordace dell’autore e i vizi, i caratteri puramente umani e abbassanti, sono messi in luce: anche questi esseri da tutti ritenuti superiori sono comuni mortali portati per natura all’errore e all’imperfezione (come se dicessi che anche il Papa fa la cacca). Per il resto non compare nessun personaggio particolare a parte Cinira (di cui non c’è molto da dire se non che viene appeso per delle robustissime palle), Scintaro che riprenderò poco più avanti e Endimione, il re della Luna, che fa più da comparsa che da personaggio attivo. Lo stesso Luciano è sì il protagonista della vicenda, ma non partecipa praticamente mai agli eventi, quasi fosse un turista che non c’entra nulla o facesse parte del pubblico a una cena con delitto (molto imbarazzato mentre degusta la sua bistecchina Buitoni con la gente che gli muore di fianco).

Ma passiamo alle numerose influenze. La “Storia Vera”, come dichiara lo stesso Luciano nel prologo, è una sorta di mosaico di episodi fantastici, all’epoca famosi, tratti da romanzi e diari di avventure in terre lontane che solo in parte ci sono giunti. Nella trama ho già accennato ai riferimenti più famosi, come il viaggio sulla Luna tratto da Antonio Diogene (come lo stesso Fozio ci suggerisce) o il mare di ghiaccio simile a quello di Thule ma affrontato come fecero gli Argonauti in mezzo al deserto. Una grande e importante influenza è data anche dalle storie di folclore locale dei posti visitati in vita da Luciano. Ad esempio, la storia del viaggiatore inghiottito da una balena e al cui interno trova un uomo calvo (Scintaro) ha origine nei racconti tramandati oralmente nel nord Europa e quindi da una cultura estremamente diversa da quella Greca, creando un gioco di connessioni multietniche e cosmopolite possibili solo in un grande impero, come quello romano, in cui si dava molta importanza alla cultura locale. Ma come faceva Luciano a conoscere storie di popoli così lontani? Come detto nella sua biografia (QUI) egli viaggiò veramente tanto: in particolare insegnò retorica anche in Gallia (attuale Francia) e lì avrà sicuramente sentito parlare di queste leggende magari attraverso a qualche mercante proveniente dalla non troppo lontana Danimarca per dire.. Non dimentichiamoci però dell’influenza della religione ebraica con cui era entrato in contatto nella sua Siria natia: famoso è l’episodio, nella Bibbia, di Giona inghiottito dalla Balena. Ma questo non è l’unico elemento tratto dalle religioni emergenti in quel periodo in Medio Oriente. Infatti come non riconoscere Gesù che cammina sulle acque nella figura degli uomini dai piedi di sughero che passeggiano sulla superficie dell’oceano? Però, appunto, molte fonti non ci sono giunte ma possiamo cercare di ricavarle: i popoli della Luna, ad esempio, non mangiano ma si nutrono del profumo dei cibi cotti. Quest’informazione ci è giunta attraverso raccolte di fatti strabilianti provenienti dall’India in opere posteriori a questa (come l’ “India” di Arriano) e che sicuramente si basano su modelli preesistenti.

Tutte le immagini fantastiche dell’opera non sono mai casuali, fini a sé stesse, ma nascondono o nel nome o nel loro ruolo nella cultura del tempo sempre dei giochi intellettuali fini e criptici che il lettore, con orgoglio tutto intellettuale, riuscirà a ricavare all’interno del testo e a sfoggiare di fronte agli amici colpiti dalla sua culturina. Abbiamo già detto nella trama di come alcuni uomini sulla Luna si riproducano da soli piantando un testicolo. Questi personaggi sono gli stessi che cavalcano degli avvoltoi-cavallo nella battaglia contro i Solari guidati da Fetonte. All’epoca si riteneva, in modo abbastanza diffuso, e soprattutto in Egitto (gente abbastanza credulona a queste cose, basta leggere un poco di Erodoto per convincersene), che gli avvoltoi fossero in grado di riprodursi da soli grazie all’intervento del vento caldo che soffiava da sud. Così nessun elemento è lasciato al caso e ogni dettaglio è curato con cura e precisione intellettuale: cavalieri e cavalcature sono così legati dal metodo di riproduzione. Per i giochi di parole ho già citato nel testo quello della coscia-ventre che fa riferimento al dio Dioniso.

Ma se tante furono le influenze che ricevette, altrettanti furono gli scrittori in seguito toccati nel cuore da questo autore. Tra i più famosi ricordiamo ad esempio Cyrano de Bergerac (1619-1655), il letterato francese dal lungo naso poi divenuto famoso nell’800 con il famoso dramma di Edmond Rostand (1868-1918), che scrisse un “Viaggio sulla Luna” anticipato dal celebre viaggio di Astolfo per recuperare il senno di Orlando nell’ “Orlando Furioso” di Ariosto. Nel 1700 l’autore satirico irlandese Jonathan Swift (1667-1745) trasse grandissima ispirazione per il suo romanzo “I Viaggi di Gulliver” (di cui certamente parlerò a parte) in cui, fra i vari episodi che ammiccano all’opera, c’è quello dell’isola sospesa dei giganti di cui, come si è visto, parla pure Luciano. Ovviamente, poi, come già accennato, pure Rabelais (1494-1553) fu un grandissimo ammiratore di quest’opera, tant’è che per il suo “Gargantua e Pantagruele” ne trasse parecchi episodi come quello dell’isola delle lanterne. E infine, guardando alla tradizione italiana, ma ancora di più alla nostra infanzia, come non ricordare Pinocchio tra le svariate vittime di inghiottimenti?

Qua finisce il mio articolo sull’argomento “Storia Vera” per ora. Però vorrei ricordare a tutti che è iniziata una collaborazione col blog di World Press “I Don’t Know” in cui analizzerò sotto vari aspetti l’opera di Eichiro Oda, il capolavoro dei manga: One Piece. Perché ricordarvelo proprio ora? Ma perché il primo articolo metterà in relazione la “Storia Vera” con il manga giapponese che ha tratto tantissimo spunto da quest’opera, << Sì, ma si tratta sempre di un fumetto, cioè…>> direte voi. E su questo non posso darvi torto per nulla: One Piece è effettivamente un’avventura disegnata. Ma è anche il manga più venduto della storia oltretutto in un’epoca in cui ogni capitolo è comodamente reperibile su internet. Io, se fossi in voi, ci rifletterei un attimo!

A casa ho ben tre edizioni di quest'opera, tutte molto facili da reperire e più che valide, della Mondadori Bur e Garzanti che sono anche molto economiche. Ovviamente, se non lo si era capito, quest’opera è assolutamente da leggere e la consiglio a chiunque. Spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto! Come sempre mi piacciate, condividete e spargete la voce! I commenti, ricordo, sono aperti a TUTTI e non dovete farvi problemi a scrivere, anzi, sono più che ben accetti! Volevo dedicare questo articolo alla mia ex professoressa di inglese di cui ho colto una citazione, impressa a eterna memoria sulla prima pagina della mia prima edizione della “Storia Vera”, che recita le testuali parole: “Scusate, pensavo che la professoressa stava interrogando.”.

Secondo voi che cos’è la magia? Viaggio con il Letterarte in questa oscura disciplina dall’antica Grecia fino al rinascimento con il prossimo capitolo!

 

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