sabato 4 ottobre 2014

Approfondimeto (1): Natura e Cultura, un conflitto aperto da secoli!

Ciao e bentornati ad un nuovo articolo! In questo periodo, come forse già sapete, sono sempre impegnatissimo e non ho molto tempo per scrivere e, quindi, oggi l'articolo sarà un po' più breve e concentrato del solito (anche se dalla settimana prossima si torna a pieno regime, promesso!). Però datemi un'altra settimana, due massimo, e tutto si dovrebbe aggiustare! L'argomento di cui tratto oggi non è collegato a una singolo lavoro di un solo autore ma a più saggi: io citerò, volta per volta, da dove prendo le informazioni ma l'opera in sé, più o meno esplicitamente, in realtà parla d'altro quindi se poi doveste andare a recuperare qualche testo non aspettatevi una trattazione come la faccio qui a voi! Quest'articolo però non è come gli altri: si chiama "approfondimento" e non a caso! Diciamo che è diviso in 2 parti: la prima più "tecnica" ma non di difficile comprensione in cui spiego qual'è il tema e la seconda di riflessione e discussione su temi di attualità alla luce di quanto detto prima. Quindi no, non aspettatevi grandi battute all'inizio (anche se ovviamente la lettura è scorrevole) ma, superata qualche riga potrete trovare, appunto, una parte di discussione che spero vi appassionerà! Il tema nasce da una sorta di riflessione personale che ha accompagnato lo sviluppo di un numero di un giornalino, "Punti di Vista", a cui collaboro con altri ragazzi da un 2 o 3 annetti. La piccolissima rivista (si tratta di un paio di pagine stampate) è assolutamente gratuita e, se mi contattate, posso farvela avere anche in formato multimediale. Il numero è monotematico e il mio editoriale è una sorta di riassunto, ancora più stringato, della prima parte: se lo volete fate un fischio!

Il tema di oggi è la "Cultura". Ci sono parole, nella nostra lingua, che la maggior parte della gente o sbaglia ad attribuirle significato (scoprire che "ovvero" significa, in realtà, "oppure" mi ha sconvolto l'esistenza all'università) o non sa che vogliano dire del tutto. La difficoltà di esprimere un concetto non è una cosa da poco e ci sono tantissimi studiosi che si sono inutilmente spaccati la testa da 3000 anni a questa parte per capire che cosa facesse della gamba di una sedia una gamba della sedia: quale, quindi, l'elemento ESSENZIALE (di cui non si può far altrimenti) di una cosa? Per quanto riguarda la "cultura" ovvio che non stiamo parlando di un vero "oggetto fisico" ma il termine richiede comunque che noi ci facciamo un paio di domande. Se volessimo trovare una definizione molto semplice di "cultura" sarebbe: tutto ciò che è stato manipolato dall'uomo da un iniziale stato di natura per poi usarlo a proprio piacimento. Come potrete ben capire il fulcro sta proprio nell'opposizione "cultura" e "natura" che formano due mondi distinti, seppur con varie eccezioni, che virtualmente (nemmeno troppo a dire il vero) si oppongono.

Questa opposizione uomo/natura era ben nota fin dai tempi antichi a un livello più o meno conscio così come lo è pure oggi: non tutti voi magari sapevate di questa differenza esplicitamente ma, dentro di voi, avevate già chiara la questione (ad esempio sentendo parlare di OGM, energia nucleare e edilizia selvaggia). Nel Medioevo, ad esempio, come ci racconta il celebre storico Jaques Le Goff nell'articolo "Il Deserto-Foresta nell'Occidente Medievale" (edito in Italia in "Il Meraviglioso e il Quotidiano nell'Occidente Medievale" dall'editore Laterza) vi erano due gruppi opposti ben distinti: la foresta (natura) e la città (cultura). Da una parte gli eremiti cercavano di vivere come Adamo cibandosi di quello che trovavano mentre, dall'altra, il cittadino viveva circondato tutti i giorni da cultura e con questa, per questa e grazie a questa sopravviveva: l'inizio dei commerci ne è un chiaro esempio. Il selvaggio non era solo il simbolo di avvicinamento a Dio ma al divino in genere e, quindi, anche al Diavolo. Così in Dante tutti i dannati e i demoni hanno attributi bestiali e naturali sebbene lo stesso Dio sia paragonato al Sole e il Paradiso Terrestre si tratti comunque di un giardino, non di una città (che si trova all'Inferno, tanto per intenderci).
Un posto tranquillo dove passare le vacanze con gli amici


Distinzioni, quindi, sì chiare ma anche fragili per cui tutto si confonde: capire cos'è natura e cultura non è per nulla facile molte volte e noi potremmo essere tratti in inganno. Ma facciamo un paio di esempi. Il gioco: natura o cultura? "Cultura!" direte voi e, invece, si tratta di natura. Come ci insegna infatti in "Homo Ludens" il famosissimo Johan Huizinga (sì, anche se non lo avete mai sentito sappiate che è famoso) il gioco è un attività "preculturale" (e dunque naturale) in quanto è presente anche tra gli animali che la utilizzano come forma di apprendimento. 
Col povero pesce blob però nessuno voleva mai giocare. Povero pesce blob!


Al contrario, invece, il cibo è completamente un'attività culturale dall'inizio alla fine: chi di voi si mette nei campi a masticare spighe di grano dure ancora attaccate al suolo invece di mangiare del pane? Il nostro cibo, sia per come viene prodotto sia per come viene scelto e consumato non è MAI naturale (nè mai lo è stato casomai ve lo steste chiedendo). Ne parla più diffusamente Massimo Montanari in "Il Cibo come Cultura" edito da Laterza ma, se non avete voglia di leggerlo, abbiate fiducia e pazienza perchè ci tengo a trattarlo a parte in un futuro articolo.
E lui? Natura o Cultura?



Ma quindi, che cosa non è VERAMENTE natura? Ormai ben poco in quanto, a parte gli istinti primordiali (ma non tutti) e poco altro non c'è ormai nulla, nemmeno nelle cose che ci vengono propinate per pubblicità come tali: non fatevi fottere! Ma poi quanto è effettivamente giusto ricercare questa natura tentando, idealmente (quanto inutilmente), di ritornare alle origini dell'uomo? Il concetto del "si stava meglio quando si stava peggio" è effettivamente attuabile o ne vale la pena portarlo avanti? Questo tema è stato, ad esempio, cantato perfettamente dai Talking Heads in "Nothing but Flowers".


Ma noi stessi possiamo fare a meno della cultura? E qui una piccola riflessione personale: nella nostra società di adesso quanti vogliono veramente tornare a uno stato di piena unione con la natura? Ogni giorno sentiamo parlare di vegani, ecoterroristi e di associazione che ammazzerebbero il loro vicino di casa pur di salvare un cagnolino come di movimenti che sempre di più "invadono" il nostro territorio. Perchè parliamoci chiaro, un conto è avere dei principi generali da seguire e ci può stare, ce li ho pure io: non è che con la scusa della cultura brucio le gomme della macchina per strada o butto borse di plastica direttamente in bocca alle testuggini. Però, come per tutte le cose, bisognerebbe, a mio avviso, non esagerare nell'eccessivo fanatismo di chi non vuole o non riesce a scendere a compromessi. E voi, che ne pensate? Quanto hanno ragione di esistere i vegani, gli eco terroristi e gli attivisti della PETA più estremi oggi? Può effettivamente essere ora di tornare indietro e di cambiare visione della vita? Sbizzarritevi qua sotto o sulla mia pagina fb e creiamo un bel dibattito! Ora vi lascio con un'altra canzone e ci vediamo settimana prossima!

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