martedì 7 luglio 2015

Collana "A Bordo di Libro" ep. 3: il viaggio a metà tra esperienza mistica e avventura: la "Navigazione di San Brandano"

La "Navigazione di San Brandano" è un romanzo antico di mille anni come non ve l'aspettereste (e come non me l'aspettavo neppure io): un mix di avventura, misticismo e meraviglia ambientato nella verde Irlanda alto Medievale. Tuffiamoci senza indugi alla scoperta del più diffuso ed influente racconto di viaggi di tutto il Medioevo!



Una premessa: Brandano è esistito davvero. Fu abate di Clonfert, in Irlanda, e visse tra il 460 e il 577. La leggenda narra che, insieme alla sua ciurma di monaci, si sia imbarcato alla volta di una terra divina dall'altra parte dell'oceano: non si tratta per forza dell'America, è un viaggio principalmente simbolico e religioso, ma l'idea che quest'uomo di chiesa abbia affrontato un mare fino ad allora sconosciuto su una barchetta leggera fino a raggiungere il nuovo continente ha stuzzicato (e stuzzica tutt'ora) diversi studiosi.

In realtà il viaggio di Brandano è molto metaforico e basato sulla simbologia mistica cristiana: così dovranno annualmente tornare a visitare certe isole per festeggiarvi la Pasqua, non si affideranno ai venti ma alla volontà di Dio e raggiungeranno la meta finale solo quando egli lo vorrà, dandoci l'idea che i nostri eroi, quasi, si muovano continuamente in tondo aspettando un segno. E effettivamente è così: la terra promessa si trova al di
là di un mare di nebbia e per raggiungerla può volerci anche molto poco tempo, come testimonia un monaco che riporta a Brandano della sua avventura mistica. Ma una particolarità caratterizza il nostro protagonista: egli non ha una visione, non riceve comandi divini né un qualunque segno di autorizzazione dall'alto. Al contrario, vinto da curiosità e senso di avventura decide di lanciarsi nell'impresa. Questa è una novità assoluta nel panorama della letteratura medievale, soprattutto quella sacra, in quanto nessuno avrebbe fatto nulla senza aver ricevuto un qualche segnale divino. Anzi, chiunque avrebbe interpretato un gesto del genere come un affronto e una sfida a Dio stesso: un peccato gravissimo e imperdonabile. Anche questo senso di libertà è, a mio parere, uno degli elementi chiave del successo dell'opera ai tempi, oltre al suo profondo simbolismo.

Infatti, come già accennato, il racconto è da leggersi in chiave mistica. Tutto, dal numero dei monaci che accompagna Brandano agli anni di navigazione, presenta precisi riferimenti ai testi sacri: ogni eccedenza dev'essere regolata per volere di Dio. Per questo Brandano predice fin da subito una terribile fine per i tre monaci "extra" rispetto al numero previsto di passeggeri che si sono imbucati all'ultimo. La stessa meta è chiaramente simbolo divino e tutti gli uccelli parlanti, giganteschi mostri marini grossi come isole e pastori non sono da meno.


Questi elementi del fantastico, però, si intrecciano anche col folklore locale e con la tradizione letteraria medievale Irlandese, tutta fondata sul concetto di viaggio. Esistevano già, infatti, sia gli "immrama" sia gli "echtrai", rispettivamente "racconti avventurosi di esplorazioni di terre lontane" e "viaggi mistici nell'aldilà". Così molti elementi sono tratti dal primo genere e fusi, assimilati e intrecciati allo stile e al valore del secondo. Nasce così un'opera che è stata in grado di amalgamare sapientemente tradizione pagana e misticismo cristiano, sacro e profano. Molti i temi, in primis quello della balena-isola, che si ritrovano in tantissime opere di quel periodo appartenenti a culture anche molto distanti, come ad esempio nelle avventure di Sinbad ne "Le Mille e una Notte".

Quindi fonti incredibili, innovazione e il giusto mix tra religione (che piaceva sempre ai Medievali) e avventura per uno dei santi più intraprendenti di tutto il cattolicesimo. Ma questo viaggio è mai avvenuto realmente? Brandano è effettivamente esistito e negli anni 70 si è cercato di
ricreare l'impresa per valutare se fosse realizzabile ed è stata un (semi)successo. Ma da qui a dire che effettivamente il monaco sia arrivato in America c'è una grossa differenza. In molti hanno cercato nell'opera indizi che potessero rimandare a luoghi reali (l'isola delle pecore con le Far Oer, la cattedrale di ghiaccio fluttuante con un iceberg, le officine demoniache con i vulcani islandesi) ma quelli che potrebbero essere riferimenti al paesaggio provengono, in realtà, come abbiamo visto, da una tradizione millenaria. La stessa terra promessa in cui il tempo non scorre è figlia di racconti precedenti. Alla fine la questione "viaggio reale o no" è di infima importanza, certe opere andrebbero lette e studiate, a mio parere, per il valore che rappresentano in modo originale e spontaneo, senza voler trovare il riferimento avventuroso ad ogni costo.

L'edizione italiana edita da "Il Cerchio" e curata dalla preparatissima Elena Percivaldi è basata su uno dei numerosissimi manoscritti che possediamo, tutti però di molto posteriori a quando è vissuto il santo. Introduzione e note sono molto ben fatte e completissime, su questo non si può dire assolutamente nulla, anche se devo ammettere che qua e là ci sono un po' di
refusi e a volte l'impaginazione è poco curata. In ogni caso, se decideste di comprarlo/ordinarlo, vi posso assicurare che sono 20€ veramente ben spesi e non rimpiangerete l'acquisto.



Detto ciò vi do l'appuntamento a giovedì con una nuova video recensione e a venerdì per una live in cui si parlerà del processo di creazione di un CD: per maggiori informazioni e rimanere aggiornati con gli sviluppi successivi vi lascio il link della pagina Facebook dove spero verrete a trovarmi! Altrimenti... ci vediamo giovedì!

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