martedì 2 febbraio 2016

Piccolo Viaggio nella Storia della Letteratura (4): Umanesimo e Rinascimento.

Bentornati a questo breve viaggio attraverso la storia della letteratura occidentale. Sfortunatamente, avendo così tanti argomenti da proporvi, questa collana sfugge un po' in secondo piano ma, come sempre, serve da tenersi lì, qualora qualcosa non torni o si voglia avere qualche tipo di inquadramento culturale. Vi ricordo, quindi, che non troverete grandi approfondimenti sul periodo analizzato, questo volo d'uccello superficiale serve giusto per rinfrescare qualche nozione liceale, cosa che non fa mai male. Ora non perdiamo altro tempo e andiamo a vedere insieme l'umanesimo e il rinascimento!



L'ultima volta avevo concluso con il Medioevo e la nascita della lingua italiana (potete recuperare QUI), trattata come argomento un po' a parte. Infatti abbiamo parlato di Boccaccio e Petrarca che, a conti fatti, sono tra i primi umanisti. In realtà il periodo che vediamo ora non è molto definito: umanesimo e rinascimento sono a volte utilizzati come sinonimi, altre volte si nega la loro esistenza o, in generale, le date che li delimitano sono così vaghe da non permettere di inquadrare un periodo specifico. Giusto per farci un'idea, potremmo sistemare l'umanesimo tra il 1300 e gli ultimi anni del 1400, mentre il rinascimento dalla scoperta dell'America fino al concilio di Trento. Io in primis non sono d'accordo con questa divisione ma, almeno per oggi, teniamocela buona!

Cosa cambia rispetto al tardo Medioevo? In realtà molto poco, almeno inizialmente. Il punto cardine è lo studio del greco antico e la riscoperta di testi e frammenti che servono da ispirazione ai vari autori. Testi, questi, provenienti anche da una tradizione latina non ufficiale, non riportata dalla
Poggio Bracciolini
copiatura dei monaci amanuensi. Troviamo così una serie di studiosi come Poggio Bracciolini, Coluccio Salutati e altri che diventano degli "Indiana Jones" a zonzo per l'Europa, alla ricerca di novità e informazioni in ogni ambito. Il fenomeno più importante, tuttavia, lo si ebbe solo nel 1453 con la presa di Costantinopoli da parte degli Arabi. Ciò diede via a una "migrazione" di studiosi alessandrini verso occidente che portarono una moltitudine di testi che la gente, fino a poco prima, nemmeno si poteva immaginare. Era la nascita del primo movimento filologico nel senso più moderno del termine (Lorenzo Valla, un nome sopra tutti). Era la nascita di un pensiero nuovo, il Rinascimento appunto.

Quest'ondata di cultura e informazione portò maggiore consapevolezza negli studiosi e pure nelle corti che iniziarono a sostentare diversi individui di spicco in un gioco di rivalità culturali. Firenze, Ferrara, Mantova e Napoli divennero il teatro di "sfide" culturali tra Pico della Mirandola, Ariosto, Machiavelli e tantissimi altri. Ho citato tre studiosi appartenenti a tre ambiti diversi (filosofia, letteratura e politica) perché queste discipline, da questo momento in poi, si fusero ancor più che nel Medioevo, portando alla nascita di studiosi a tutto tondo, consci del loro ruolo e della cultura di cui si facevano carico.

In questo senso divenne sempre più forte la spinta a vedere l'uomo al centro del mondo e dell'universo: un antropocentrismo che si opponeva a un teocentrismo Medievale, con Dio centro dell'universo. Ciò portò, almeno inizialmente, a una laicizzazione del sapere influenzata dalla nuova filosofia greca di Platone che si incanalava nella scuola dei neoplatonici fiorentini di Marsilio Ficino, poi portata avanti dal già citato Pico della Mirandola. L'uomo divenne anche centro della vita quotidiana e molti architetti iniziarono a progettare le città sempre più a misura d'uomo. Iniziarono così gli studi per la città ideale di cui, ad esempio, Leonardo da Vinci fu un cultore. Ma con l'idea di persona si sviluppa anche quella di cittadinanza e la politica entra, quindi, a pieno titolo tra le scienze di grandissimo rilievo: citare "il Principe" di Nicolò Machiavelli è quasi superfluo!



In ambito letterario la riscoperta dei poemi medievali d'arme e d'amore influenzò gli scrittori di corte a tal punto da far loro comporre nuove opere, simili ma dai tratti completamente diversi: "Orlando Innamorato" di Boiardo prima e "Orlando Furioso" di Ariosto poi ne sono un esempio lampante! Amore, avventura e mistero, spesso accompagnati da una buona dose di ironia, erano i cardini base su cui si muoveva la letteratura. Tuttavia, parallelamente, a volte incrociando il sentiero di queste opere maggiori, la cultura popolare trovava spazio sia come poema eroicomico ("Morgante" di Pulci, "Baldus" e "Orlandino" di Teofilo Folengo due grandi esempi), sia come poesia pura (il Burchiello e Lorenzo de Medici per citare qualcuno), ma soprattutto nel teatro che vide fiorire moltissime opere di eccellenza. "La Mandragola" di Machiavelli, "la Secchia Rapita" di Tassoni, le opere di Ruzante, Ariosto e Giulio Cedare Croce fanno da modello in quest'ambito, per non parlare dello scomodo Pietro Aretino! La vita di corte, che andava intensificandosi e complicandosi, come abbiamo visto, richiese sempre più un codice di regole comportamentali: nacquero così "Il Galateo" di Della Casa e "Il Cortigiano" di Castiglione.

Ovviamente questo non è che uno scialbo elenco di nomi e di opere di cui, però, non è questa la sede per parlarvi approfonditamente. Il Rinascimento è un periodo complicatissimo, di risonanza Europea, non solo italiana, e come abbiamo visto investe tantissimi ambiti che si mescolano e intrecciano tra di loro. Se volete, quindi, che mi soffermi particolarmente su un determinato autore ditemelo e vedrò cosa posso fare, pur tenendo presente che, comunque, non ho approfondito ancora tutto quanto per ovvi motivi di tempo! In ogni caso sentirete parlare spesso di questi autori nei miei articoli in futuro...



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