sabato 11 gennaio 2014

Collana i "merdalavori", ep.I: l' "Anti-Justine" di Restif de la Bretonne


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<<Inizialmente mi ero riproposto di scrivere dell’ “Anti-Justine”(1798) di Restif De La Bretonne (1734-1806) solo dopo aver dato l’esame martedì. Ma qualche sera fa, sotto una calda doccia meditativa post karate, ho cominciato a pensare a come mettere giù il pezzo e al libro letto quest’estate. Al che mi è saltata la scintilla d’ira funesta. I libri che compro di solito non sono mai scelti a caso: so di cosa parleranno più o meno o, quantomeno, già conosco l’autore anche se non ho mai letto nulla di suo. Poche le volte in cui mi sono lanciato nel vuoto non sapendo nulla. Raramente quindi mi capita di imbattermi in veri obbrobri, come questo, che non riesco nemmeno a finire. E, per rientrare nella categoria, bisogna non solo che sia scritto male, ma anche che non mi trasmetta o dica nulla e che i temi trattati siano praticamente inesistenti. E così è stato per questo libro. Il mio fine parere critico sull’opera?

UNAMMERDA!!!

Partiamo dalla complicatissima trama: c’è un tipo dalla sfilza di nomi impronunciabili che si scopa qualunque essere di sesso anche ignoto che passi dalle sue parti. E quando dico qualunque, intendo veramente QUALUNQUE! Fine. Cioè veramente questo nobile francese, fin da bambino, salta addosso alle sorelle, alla madre e a tutto ciò che ha un buco: più che una famiglia sembra un bordello (e non sto scherzando)! Prendiamo la “Justine” della volta scorsa: trama poverissima (va di qua, stuprata, si sposta di là, stuprata, si risposta da un’altra parte e così via) ma c’è uno schema generale su cui poi incastrare le scene di sesso. Qui no. No assolutamente. I fatti che si susseguono non sono nient’altro che un susseguirsi  quasi convulso di scopate su scopate a cazzo (letteralmente). Non mi credete? Pensate siano esagerazioni? Allora vi riporto il titolo di qualche capitolo così, giusto per farvi un’idea! E subito incontriamo “Il Bambino che Già Rizza”, titolo che ci lascia quantomeno perplessi e poi, capitolo terzo “La Madre Fottuta”, in cui si inizia a intuire l’andazzo dell’opera per passare al dodicesimo  “Il Più Delizioso Degli Incesti”, e chiudiamo questa magnifica raccolta in bellezza con: “Consigli di un Padre Mentre Sta Chiavando la Figlia”. Oh, ma che titoli profondi e ricchi di struggente significato! Inoltre, magari (e dico magari eh, senza troppe pretese), un qualche sprovveduto lettore vorrebbe anche cercare di capire chi sono i personaggi o anche solo intuire il loro grado di parentela, tipo, ma giusto così per dire,  ma no, non chiamiamo in modo normale questi nobili francesi, sarebbe fin troppo semplice, diamogli invece mille mila doppi nomi che  mutano ogni volta che si sposano, così uno non capisce nemmeno da che parte è girato. E le cose sono difficili non perché siamo noi a essere scemi, per carità, ma, per stessa ammissione del traduttore, in una delle note, ci vien detto che non solo i nomi sono ininfluenti in un’opera del genere, ma che lo stesso Restif sbaglia in più punti: nemmeno degli errori di stampa, ecchecazzo! Nemmeno lui sapeva cosa stava scrivendo! Solo a parlarne mi sento bollire il sangue! Ma parliamo della cosa principale: la visione della sessualità per il nostro caro Restif che, a mio parere, è giusto un pochino confusa. Passiamo quindi a:

La Sessualità Secondo Restif De La Bretonne

·       Gli organi sessuali maschili. Il mondo, si sa, è bello perché vario. Ma non tutti la pensano così. Secondo il nostro autore infatti esistono dei tipi ben precisi di peni e questi si ripetono all’infinito, come se fossero fatti in fabbrica o avessero un carattere predeterminato. Abbiamo: peni piccoli mal funzionanti, peni grandi che fanno il loro mestiere, peni giganti che sono troppo abbondanti per entrare in qualunque orifizio e peni giganti che invece si incastrano alla perfezione. Ora. Quando? Quando? QUANDO, CAZZO?? Non funziona così, mi dispiace Restif, ma ce ne possono essere di tutte le taglie e misure, funzionanti e non, e, per fortuna, ci sono anche delle sane vie di mezzo, gli estremi sono contemplati ma qua sono ingigantiti. Giusto qualche sporadica eccezione la troviamo tra le pagine, ma per il resto le categorie sono queste: ma si può?

·       Sperma. Questo termine, ancora tabù per molti, nell’opera non è solamente del banalissimo liquido seminale che serve a sfornare bambini, ma un abbondante condimento (e sappiamo bene di che pasto), come che ne so, l’olio o l’aceto, se non addirittura una zuppa tipica dei paesi nordici, di quelle belle calde da servire nelle gelate serate invernali. Anche qui: esagero? Direi di no, se una delle protagoniste (credo, almeno) tutte le mattine va dal promesso sposo a farsi una scorpacciata di bianco liquame per colazione. D’altra parte, come soddisfarlo altrimenti? È talmente iperdotato che la spaccherebbe a metà! Ma per favore, su dai!

·       La quantità e la frequenza. Come tutti noi ometti sappiamo ci sono dei tempi di recupero tra un’ eiaculazione e l’altra e non possiamo pretendere che, dopo averci dato dentro 3 volte in un pomeriggio, alla quarta esca una fontana tale da ricoprire una persona intera. Inutile dire che qui no, nulla di tutto questo accade! I tempi di recupero tra un’erezione e l’altra sono ridicolamente inesistenti e il ciclo rigenerativo dello sperma infinito e super veloce: basta aspettare due minuti e i testicoli sono già lì che tirano, come le mammelle delle mucche di primo mattino. Io non ti ho conosciuto, caro Restif, ma di sicuro il tuo corpo non funzionava così, no no.

·       La morale. Ciascuno ha i propri limiti, le cose che non farebbe mai nemmeno sotto tortura e che rimangono sepolte in zone inesplorate della nostra mente . Anche i più libertini e sregolati tra di noi a un certo punto, anche se non se ne rendono conto, sono costretti a fermarsi o, quantomeno, a pensare a quello che stanno facendo. Qui no, tutte le azioni meno corrette per la morale sono PAF!, spiattellate sulla pagina, come un toast imburrato che cade per terra, con una velocità assurda e senza il minimo ripensamento da parte dei protagonisti. È una cosa pazzesca come nessuno abbia nemmeno un briciolo di freni inibitori! Ma nemmeno in un cartone animato si ha una leggerezza nel vivere del genere! Mi riferisco soprattutto agli incesti, ma  non solo! Ci sono dei brani, anche abbastanza frequenti, come quello già citato della colazione proteica, in cui la realtà viene appallottolata come un foglio di carta e buttata nel caminetto.

·       La realtà delle cose. La società che viene descritta è completamente sballata. Cioè, non soltanto dal punto di vista prettamente delle pratiche sessuali, di cui ho appena parlato nel punto sopra, ma anche del modo in cui ci si comporta. I mariti, per farvi un esempio molto semplice, non sono scelti dal padre della sposa per la condizione sociale o il reddito ma, ovviamente, e come dargli torto d’altra parte, in base alla grossezza del pene. Ma quando? Dove? E soprattutto: perché? Ma non solo, può capitare pure che un uomo non riesca a soddisfare la moglie per via delle sue dimensioni o perché non gli si rizza. E allora cosa fa? Chiede a un amico o, ancora meglio, a un perfetto sconosciuto, di riempirla al posto suo! E magari si fermasse qui la cosa, no, si deve pure sdraiare accanto alla coppia che scopa! Ma vi pare? E poi come non parlare di chi fa prostituire la moglie solo per vedersela scopata da dei cazzi talmente grossi che finiscono per uccidere la poveretta?


<<Ma come, scusa, queste cose ci sono pure in De Sade eppure lui ti piace, di che ti lamenti che sei pure tu un pervertito?>> potrebbe chiedere qualcuno tra i più simpatici tra voi. Ma il problema qui sta nel fatto che il nostro Restif de la Bretonne non perde tempo a dare una giustificazione della sua filosofia, no, lui è troppo figo, non ne ha bisogno! Mica come quello sfigato di De Sade che si è scritto pagine e pagine di teorie filosofiche scervellandosi per trovare una giustificazione allo stupro e all’omicidio e a tutte le perversioni che abbondano nelle sue opere. Restif scrive quest’obbrobrio per stupire, per far vedere che anche lui non è da meno del suo rivale, che ci si può divertire anche con delle semplici scarpette (infatti il termine “retifismo” viene da lui, ovvero il feticismo per le calzature), per far capire che chiunque può scrivere porcate, mica ci vuole De Sade! Peccato che oltre all’invidia, dietro a quest’opera, non ci sia praticamente nient’altro.


Ah già, ma perché il nome di “Anti-Justine”? Questo titolo, frutto dello sfacciato desiderio di opporsi al marchese rivale, sottintende l’unico abbozzo (aborto) di teoria sessuale: nel sesso bisogna godere entrambi, mica farsi male con mille torture come avviene nella “Jusine”. Tutto qua. Fine. Questo il complicatissimo concetto alla base dell’opera oltretutto non corretto perché non tiene conto della componente perversa degli atti sessuali.


Dunque tiriamo le somme: un’opera nata dall’invidia per il capolavoro del rivale che risulta essere una gran bella merda senza trama, senza motivazioni ma anzi, avulsa da qualunque realtà e normalità di pensiero e azione.


L’edizione in cui ho trovato questo merdalavoro è quella in ogni caso ottima e molto ben curata della ES da €21,00. Manco a dirlo, vi sconsiglio vivamente l’acquisto perché non fa nemmeno sorridere che dici: <<La compro per farmici due risate.>> NO! Fa, solo schifo, nemmeno lontanamente farà comparire una smorfia sul vostro volto se non di disgusto.


Spero che il pezzo vi sia piaciuto! Scusate la volgarità sia per questo brano che per quello scorso ma, visto l’argomento, potevo forse trattenermi? Non vorrei che però questo mio modo di esprimermi lasciasse intendere una leggerezza di contenuti o un modo superficiale di affrontare le cose: solo voglio far capire  tutti in breve quello che ci ho messo mesi e mesi a rielaborare! Inoltre vorrei ricordarvi pure che queste sono miei personali punti di vista, non verità assolute scese in terra. Oltretutto non condanno in toto l'autore ma solo il libro dato che ha scritto anche opere più interessanti e degne. Ovviamente lasciate un commento o scrivetemi per qualunque cosa legata o meno all’argomento trattato, non fatevi scrupoli, sarò felice di seguirvi ciascuno! Dedico questo brano al comitato “Peni Che Non si Riconoscono Nelle Opere Di Restif De La Bretonne” che combatte da diversi anni contro quest’opera e a cui pure il mio aderisce ormai da tempo.


Con il prossimo appuntamento cambiamo radicalmente genere ma non stile! Aspettatevi un’opera stravolgente da un autore che non vi saresti aspettati su un blog come questo! Ciao!>>

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