domenica 14 dicembre 2014

"Il Maiale, il Cugino dell'Uomo"

Bentornati e benvenuti a questo 49° (no, non 49 gradi centigradi) articolo! Oggi andiamo a parlare di nostro cugino, il maiale! Perché, se l'asino è il nostro migliore amico (chi si ricorda quel vecchio articolo? Non ve lo linko perché troppo brutto per me!) e la scimmia nostra nonna, molto lo dobbiamo a questo nostro parente stretto, più di quanto possiamo pensare! Ma, dato che non sono uno zoologo, non posso che fare affidamento a un libro. Nello specifico vi sto offrendo le conoscenze che mi arrivano fresche
fresche da "Il Maiale" di Michel Pastoreau, una piccola opera che troverete facilmente alla Feltrinelli edita per "Ponte Alle Grazie" (13,90€). La visione di questo animale è cambiata parecchio nella storia nelle stesse civiltà in base al periodo storico: presso gli Egizi, infatti, in un primo momento era adorato perché ricondotto, per una serie di motivi, alla divinità benefica principale per poi passare, qualche millennio dopo, dalla parte del malvagio Seth, spesso rappresentato come un maiale nero che prova a divorare il Sole suo nemico.

Ma per parlare del maiale (che non è un cinghiale addomesticato, sono entrambi suini, e quindi della stessa razza, ma di specie diverse) bisogna partire da un momento ovvio: quello del suo addomesticamento. Stiamo parlando, approssimativamente, di un periodo attorno al VII millennio a.C.,
Un maiale Cinese vecchio di 4000 anni!
epoca a cui sono state ricondotte alcune ossa ritrovate in Asia nella zona del mar Caspio (circa). Il maiale addomesticato, a differenza di quello selvatico, non ha dei denti troppo prominenti e ha le ossa modificate, spesso a causa della castrazione: perché il passaggio evoluzionistico abbia preso definitivamente piede ci sono voluti appena 100 anni, un'inezia se confrontata con l'età della terra. La carne di maiale è, sostanzialmente, mangiata ovunque e in tutte le epoche pur essendo soggetta, a volte, ad
In Grecia gli assassini si purificavano col sangue del maiale
alcuni tabù (ma di questi parleremo più avanti): mentre in Grecia e a Roma è molto apprezzata, Cretesi, Fenici ed Ebrei non possono nemmenno vederla da lontano. In particolare, nella cultura latina, era molto usato, almeno inizialmente, come animale da sacrificio di cui mangiare la carne in comunione con gli altri anche se, più è passato il tempo, meno la tradizione è stata portata avanti per via del cristianesimo imperante che, originariamente, proibiva la carne dell'animale come
alimento. Chi aiutò il suino per eccellenza a sopravvivere nel Medioevo furono i barbari Galli e Germani che lo ritenevano, come il cinghiale, un animale forte, coraggioso e valoroso, al pari dell'orso: punto, questo, in comune d'altronde con i Romani che amavano cacciarlo per dimostrare il loro valore.

Dal Medioevo non ci sono arrivati molti resti ossei, cosa che ha fatto pensare gli studiosi di cucina che l'animale non fosse particolarmente
apprezzato: sbagliatissimo, fu al contrario la bestia più diffusa di tutte! In realtà il detto "del maiale non si butta via niente" è più che azzeccato e anche le sue ossa erano utilizzate per qualcosa: la vescica, opportunamente conciata e gonfiata, era usata come palla da calcio! Chiunque possedeva almeno un maiale, aveva un valore inestimabile! Infatti, checchè ne pensiate, in quel periodo il consumo di carne fu particolarmente abbondante, soprattutto
nell'alto medioevo, quando l'influsso barbaro (popolo di tradizione carnivora per eccellenza) si sentiva fortemente. Chi viveva in campagna portava l'animale a scorrazzare nelle foreste all'ombra di faggi e querce e fin lì nessun problema, c'erano più alberi nel nord Italia che persone in Europa! Ma anche chi stava in città (che poi erano dei gruppetti di casupole), aveva il suo suino personale! Solo che, fino al 1700, alla gente non è venuto in
mente di costruire dei porcili (no, sul serio, non ci avevano pensato...)! E quindi, dove stavano i maiali? Ma per strada, ovvio! E, si sa, i simpatici suini hanno il vizio di mangiare qualunque cosa, bambini e cadaveri compresi! Che ci crediate o meno questi animali creavano molti disordini: ci è giunto un editto che imponeva di sbarrare il confine di un cimitero con un'alta palizzata perché gli animali non entrassero dentro a divorare i morti! Ma a volte la combinavano davvero grossa: il 13 ottobre 1131 Filippo di Francia, primogenito del re Luigi VI il Grosso, fu ucciso da un maiale che lo disarcionò da cavallo e lo buttò a terra, ferendolo a morte. Che fare, allora, all'animale? Ovvio, facciamogli un processo!




Nel Medioevo si pesava che anche gli animali avessero un'anima che poteva, come quella degli uomini, essere buona o cattiva: pertanto attraverso un giusto processo magari l'animale poteva redimersi oppure essere condannato a morte. Ci sono giunte diverse descrizioni di come avvenisse la tortura e l'uccisione di queste bestie, ma vi riporterò la testimonianza, narrataci da Pastoreau, più particolare:

QUALORA FOSTE FACILMENTE IMPRESSIONABILI E SENSIBILI NEI CONFRONTI DEGLI ANIMALI NON LEGGETE!

"Il caso meglio documentato di questo genere riguarda la scrofa di Falaise. Agli inizi del 1386, infatti, nella cittadina della Normandia si verificò un evento insolito. Una scrofa di circa tre anni, vestita da uomo, fu trascinata da una cavalla dalla piazza del castello fino al borgo di Guilbray, dove era stato montato un patibolo nella piazza della fiera. Qui, davanti ad una folla eterogenea, composta dal visconte di Falaise e dalla sua gente, dagli abitanti della città, dai contadini venuti dalle campagne circostanti e da una moltitudine di animali, il boia infierì sulla bestia mozzandole il grugno e tagliandole una coscia. Poi, dopo averle fatto indossare una specie di maschera dalle fattezze umane, la appese per le zampe posteriori ad una forca di legno innalzata appositamente, e la lasciò in quella posizione
finché non sopravvenne la morte. Cosa che dovette avvenire da lì a poco, perché dalle ferite del maiale colavano fiotti di sangue. Ma non per questo lo spettacolo terminò: fu fatta tornare la cavalla e, dopo un simulacro di strangolamento, il cadavere della scrofa venne fissato ad un graticcio, così che potesse ricominciare l'infamante rituale del trascinamento. infine, dopo molti giri della piazza, i resti un po' smembrati della povera bestia furono messi su una pira e bruciati. Ignoriamo cosa ne fu fatto delle sue ceneri, ma sappiamo che dopo un certo tempo, su richiesta del conte di Falaise, nella chiesa della Sainte-Trinité fu realizzata una grande pittura murale- purtroppo oggi scomparsa- perché si conservasse memoria dell'evento."



Dietro alla rappresentazione del maiale come persona vi si cela una tradizione vecchia di millenni, di cui vi parlerò fra un attimo (anche se il discorso è ben più complesso), appena finisco di spiegarvi brevemente di come le cose, dal Medioevo al 1700, cambiarono parecchio. Se prima i boschi erano vastissimi e accessibili a tutti, col passare del tempo divennero luoghi privilegiati per la caccia dei nobili e l'allevamento del maiale fu sempre più trascurato, tant'è che il numero di suini in Europa si dimezzò rispetto ai secoli passati. Al contempo la gente iniziò a studiare meglio le varie razze e specie di suini e cominciarono a fare accoppiamenti
tattici, così da migliorare la qualità della carne rendendo più produttivi gli animali: il maiale rosa, così come lo conosciamo oggi, arriva solo nel 1700 mentre prima era grigio/nero (un tipo che, in alcune tradizioni, si è mantenuto). Introdotti i porcili e con lo sviluppo delle città, i maiali iniziarono a non circolare come prima e tutto divenne molto più "tranquillo", se così si può dire. E questa, bambini, è la storia di come si è evoluto l'allevamento (circa) del maiale.



Ma, come potete ben sospettare, non ho affatto finito qui! Nel titolo vi ho parlato del maiale come cugino dell'uomo ma non vi ho ancora detto il perché! Tutto è da ricondursi a una scienza antica più di 2500 anni: non si riusciva, all'epoca, a capire bene che fosse il maiale. Aristotele, il famoso filosofo Greco, fu il primo a classificare gli animali in mammiferi, pesci, rettili e volatili ma, pur capendo che il nostro animale fosse nel primo gruppo, non riuscì ad associarlo a nessun altro essere: lo zoccolo era diviso ma si trattava più di unghie, faceva un sacco di cuccioli e mangiava di tutto. Nessun altro animale gli era simile ad eccezion fatta... per l'uomo! Uomo e maiale divennero, al tempo, inseparabili cugini ed amici e nessuno gli era più simile, nemmeno la scimmia! Quando ancora non si potevano aprire i cadaveri per studiarne l'anatomia si utilizzava, per capire quali organi
interni avessimo, i maiali che, in effetti, presentano caratteristiche molto simili alle nostre in quel senso. Ancora oggi, che piaccia o meno agli animalisti più incalliti, molti trapianti al cuore avvengono grazie a parti prese ai suini senza che ci sia alcun rigetto (anche se lì dipende sempre dal corpo, ma non entriamo nel merito della questione). Ma questa somiglianza non l'abbiamo notata solo noi ma anche popoli molto lontani dall'Europa: nella Papua Nuova Guinea le donne, nelle tribù che si sono conservate ancora oggi a uno stato semi primitivo, ancora allattano sia bambini che maialini, anche
uno per mammella, quasi non vi fossero troppe differenze tra i due.

Bambino e maialino sono da sempre stati molto simili e legati tra loro anche nell'immaginario Medievale Europeo: San Nicola resuscita dei bambini uccisi da un macellaio e venduti come pezzi di maiale. Ancora oggi abbiamo una Peppa Pig, maialina-bambina, che ci ripresenta questo legame come altre prima di lei (chi si ricorda di Miss Piggy?). Il maiale dei cartoni
animati è un simbolo per rappresentare un bambino, un'astrazione concettuale che ci riporta a lui: più è diverso dalla realtà (avete mai visto un maiale che cammina su due zampe con tanto di scarpe e vestitino rosso? Se la risposta è sì vi invidio) più ci riconduce sul sentiero dell'infanzia. Anche nel Medioevo gli animali più presenti sui gonfaloni erano aquile e leoni ma, con l'andare del tempo, questi divennero
sempre più stereotipati quasi fino a sparire, pur rimanendo pieni di valore. Questo discorso vale sia per i bambini quanto, tristemente, per gli adulti. Uno dei tratti distintivi degli ebrei è quello di rifiutare alcuni tipi di alimenti tra cui la carne di questo animale (e sul perché ci torno tra breve) e
tale scelta si oppone nettamente al mondo cristiano cattolico. Durante il periodo nazista molte furono le caricature che li vedevano trasformare in maiali, in quello che loro stessi odiavano, come forma massima di odio e disprezzo. Questa caratterizzazione è presente anche in Orwell, nella "Fattoria degli Animali", dove a trasformarsi sono gli animali in uomini e, sul finale, viceversa: quest'aurea malvagia legata al maiale non è mai scomparsa ed è presente in diversi popoli.



Ebrei e Arabi (e poi tutti i Mussulmani) non erano gli unici popoli ad avere questo tipo di divieto che affonda le sue radici non solo in questioni pratiche. Si dice spesso che il tabù derivi dalle condizioni geografiche e climatiche per cui, a causa della temperatura elevata, la carne non la si riusciva a conservare e si disfaceva. Ma questa motivazione non è in realtà valida: infatti veniva consumata carne anche di altro tipo e, i popoli attorno, il suino lo mangiavano eccome e, anzi, lo adoravano. Tra questi vi erano i Filistei, gli acerrimi nemici del popolo Ebraico, i quali regnavano precedentemente nelle terre di Palestina. Ecco che, dunque, la scelta del rifiuto del maiale assume delle connotazioni strettamente culturali di opposizione a un altro popolo, senza contare che ad essere vietati dalla
Bibbia erano tutti quei cibi che non si riuscivano a classificare all'interno del mondo animale (molluschi e, appunto, suini). E lo stesso discorso vale anche per i cristiani che, inizialmente, avevano lo stesso tipo di divieti! Fu solo con il Medioevo che si presero vino e maiale come simboli da opporre, durante le crociate, agli infedeli mussulmani. Infatti pure noi abbiamo sempre visto il maiale come simile all'uomo in tutti gli aspetti peggiori come, ad esempio, l'ingordigia (è uno dei pochi animali onnivori) e la lussuria (perché la scrofa depone tanti cuccioli). Risale a questo periodo la visione del maiale come sinonimo di iperattività sessuale rimpiazzando il cane, animale impuro per gli antichi Greci e per i Mussulmani ancora oggi, perché si accoppia in pubblico senza ritegno: infatti, dare ad una donna della "cagna" è peggio che della "maiala", tanto per fare un esempio di come le cose cambino ma non tanto come sembra!




Questa era la breve storia del maiale raccontata brevemente da Pastoreau e riassunta ancora di più da me! Un consiglio? Per Natale il libro compratevelo, non costa troppo, è scorrevole e di certo non vi annoierà! Dedico questo articolo a Edo, "futuro magistrato antimafia", grazie al quale mi trovo oggi a parlarvi di questo piccolo capolavoro. Ricordatevi che la storia dell'uomo è fatta, sostanzialmente, da queste piccole cose quotidiane più che dai grandi fatti che si trovano sui libroni scolastici! Se vi è piaciuto quest'articolo condividetelo e venite a trovarmi su fb per rimanere sempre aggiornati! Noi ci si vede il 27 per festeggiare un anno di blog e... il cinquantesimo articolo!

2 commenti:

  1. Conoscevo la storia del maiale di Falaise; era un'epoca in cui ferocia e superstizione dilagavano e il razionalismo era di lè da venire. Interessanti e anche divertenti gli altri aneddotti.

    RispondiElimina
  2. Come dice lo stesso Pastoreau l'ambito del processo agli animali è stato poco studiato dalla storia del diritto e l'argomento richiederebbe, a suo avviso, più attenzione. Il discorso, così risibile ai nostri occhi, acquista invece un rilievo particolare nell'ottica giuridica di quel periodo! Grazie mille per i complimenti, il mio scopo è sempre quello di divertire e interessare il prossimo!

    RispondiElimina