lunedì 25 maggio 2015

Chi ha inventato gli occhiali? Storia di una truffa

Un sacco di oggetti che noi utilizziamo tutti i giorni sono stati inventati tantissimi anni fa: libri, forchette e bottoni sono solo alcuni di questi ma l'elenco potrebbe essere molto più lungo. Oggi, però, volevo soffermarmi su un oggetto in particolare per via della sua storia: gli occhiali.

Una delle prime testimonianze ci arriva da Giordano da Pisa, un religioso, che nel 1305, durante una predica a Santa Maria Novella a Firenze, dice:

"Non è ancora vent'anni che si trovò l'arte di fare gli occhiali, che fanno vedere bene, ch'è una delle migliori arti e de le più necessarie che l'mondo abbia, e è così poco che ssi trovò: arte novella, che mmai non fu. E disse il lettore: io vidi colui che prima la trovò e fece e favellaigli"



Da qui si capisce, se la matematica non è un'opinione, che gli occhiali giravano più o meno dal 1285: ma chi li creò effettivamente? Fu lo stesso Giordano o un suo amico/compagno? Sappiamo infatti che fu un altro domenicano dello stesso convento a fabbricare gli occhiali: Alessandro della Spina. Il suo necrologio del 1313, tradotto dal latino, recita:


"Frate Alessandro della Spina, uomo buono e modesto, era in grado di rifare tutto quello che vedeva. Egli stesso fabbricò gli occhiali che un altro aveva ideato per primo, non volendo però comunicare il segreto. Alessandro, invece, ben lieto e disponibilissimo, insegnò a tutti il modo di costruire gli occhiali"

E fin qui sembrerebbe tutto tranquillo: Alessandro vede un altro fare gli occhiali e li fa pure lui. Però nel 1600 delle aggiunte successive a questo testo da parte di alcuni studiosi ne modificarono completamente il senso. Tra questi Carlo Roberto Dati (1619-1676), allievo e discepolo di Galileo, si immagina, in un suo libro sull'invenzione degli occhiali, che Alessandro
della Spina non avesse riprodotto degli occhiali che aveva visto ma di cui aveva solo sentito nominare aggiungendo un "tutto quello che udiva o vedeva fare" al testo di prima. Questo principalmente per due motivi: far passare gli occhiali come invenzione pisana al 100% vantandosene (se i comuni toscani si odiano oggi figuratevi allora) e fare un paragone con il maestro Galileo che aveva inventato il telescopio, già precedentemente prodotto in Olanda, senza averlo mai visto ma avendone solo sentito parlare. Ma non cominciamo ad accusare il povero Dati: infatti egli stesso non sapeva di aver sbagliato! Fu un altro studioso, Francesco Redi, ad avergli mandato il passo già alterato (cosa che, tra l'altro, era solito fare anche con altri testi)! C'è però da dire anche che il Dati già sapeva che il testo non era proprio perfetto, come ci riporta una lettera inviata precedentemente dal Redi stesso: diciamo che sapeva ma ha fatto finta di non sapere. Ma attenzione, perché la vera truffa comincia solo ora!

Infatti, nel 1684, Ferdinando Leopoldo Del Migliore dichiarò di aver scoperto chi fosse il VERO inventore degli occhiali, quello da cui Alessandro della Spina avrebbe rubato l'idea preso ispirazione. Egli avrebbe scoperto in un sepoltuario (raccolta di epitaffi di sarcofagi poi rimossi) l' iscrizione del sepolcro di un certo Salvino degli Armati, sepolto in Santa Maria Novella a Firenze, che recitava:

+ QUI DIACE SALVINO D'ARMATO DEGL'ARMATI DI FIR. INVENTOR DEGL'OCCHIALI. DIO GLI PERDONI LA PECCATA. ANNO D. MCCCXVII (1317)

Tutto molto bello, sì, se non fosse per il fatto che NESSUNO ad oggi abbia mai visto questo sepoltuario né, tanto meno, il sepolcro! Anche questa truffa fu ideata per motivi politici: si voleva infatti dare più risalto a Firenze,
in modo che torreggiasse sulla Pisa di Alessandro dalla Spina (l'avete capita, vero? eh?). Ma il nostro Ferdinando Leopoldo commise vari errori sia nella ricostruzione del testo (che utilizza termini finto antichi come "inventor" per far sembrare il testo originale quando, invece, nel 1300 quella parola era ancora sconosciuta) anche per la data di morte di Salvino: egli infatti visse realmente ma morì nel 1340! La data proposta (1317) è stata usata solo per farla combaciare con l'ipotesi del Redi sulla data di invenzione degli occhiali, collocata tra il 1280 e il 1311. Nonostante questi palesi errori ad un minimo approfondimento... tutti gli credettero! Fu ricreato il suo busto con tanto di lapide e fu posto in un chiostro di Santa Maria Maggiore, sempre a Firenze, che poi divenne Scuola Salvino degli Armati; in seguito fu trasportato in una chiesa e posto su un sarcofago del 1200.

La nostra storia si potrebbe chiudere qui se non fosse che nel 1925 Isidoro Del Lungo, uno studioso, pubblicò un articolo in cui ricostruiva interamente la vicenda che oggi vi ho raccontato smascherando la truffa. A sua volta Chiara Frugoni in "Medioevo sul Naso" (di cui vi ho parlato QUI) ci riassume la vicenda come ve l'ho raccontata: se volete andarvi a vedere un approfondimento sapete dove trovarlo! Per chiudere la storia riporto una testimonianza, tratta dalle sue "Prose", sull'uso degli occhiali da parte di un uomo che sicuramente avete studiato Tutti: Francesco Petrarca! Noi ci vediamo venerdì con una recensione!

"Non mi vanto di aver avuto una gran bellezza, ma in gioventù potevo piacere: di colore vivo, tra bianco e bruno, occhi vivaci e per lungo tempo di una grandissima acutezza, che contro ogni aspettativa mi tradì, passati i sessanta, in modo da costringermi ricorrere con riluttanza all'aiuto delle lenti."

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