venerdì 29 maggio 2015

Recensione Lampo (07): I Romanzi della Tavola Rotonda

Parlarvi dell'opera che ho letto in quest'ultimo periodo non è semplice: "I Romanzi della Tavola Rotonda" sono quell'insieme di 9 romanzi che tutti più o meno conoscono ma che nessuno ha mai letto. Non penso che ci sia qualcuno di voi che non abbia almeno sentito parlare del film Disney "La Spada nella Roccia" (e se così fosse mi chiedo dove sia vissuto fin'ora) che, ovviamente in maniera edulcorata e "disneiana", parla dell'ascesa al potere di re Artù, uno dei più grandi cornuti della storia della letteratura. L'altra cosa che infatti spesso si conosce è l'amicizia, da intendersi in senso Medievale (un po' come il "conoscersi" della Bibbia), tra il cavaliere Lancillotto e Ginevra, la moglie del re. Inoltre chiunque per strada ha sentito nominare, anche solo per sbaglio, il nome di "Mago Merlino" molto conosciuto per essere uno stregone simpatico dalla lunga barba bianca e un po' meno per essere il figlio immortale e demoniaco di uno stupro del Diavolo e sulla madre indifesa. A parte, forse, il nome Morgana anche se non direttamente riferito al personaggio dei romanzi il vuoto cosmico.



In effetti questi 9 romanzi, almeno qua in Italia, sono molto difficilmente reperibili perché fanno parte di uno dei tanti titoli della collana "Oscar" che la Mondadori ha "dimenticato" di ristampare. Il cofanetto da 20€ lo potete trovare o online (penso) o in qualche mercato dell'usato o libreria con agganci particolari. In ogni caso se siete interessati più ai fatti che allo stile o ai valori non rimarrete delusi: sempre la Mondadori ha stampato un trovabilissimo "I Romanzi Cortesi" di Chretien de Troyes che narrano gli stessi fatti filtrati, però, dall'ideale cortese del 1200: comunque per la storia in sé va benissimo. Ma vediamo ora insieme di che parlano questi romanzi.


Le gesta che ci vengono narrate riguardano tre generazioni di guerrieri leggendari: quella di Uter Pendragon, quella di suo figlio Artù e, infine, quella di Galahd, figlio di Lancillotto, e Perceval. Se il personaggio che lega la prima alla seconda generazione è lo stregone Merlino, è invece Lancillotto a fare da ponte tra le altre due. I personaggi sono di pura fantasia: non è come Carlo Magno che è un monarca realmente esistito anche se, probabilmente, un corrispettivo di Artù ci fu. Essendo però personaggi appartenenti al mito è in esso che vivono e non possono varcare il mondo della realtà: così sono tutti destinati a morire o a scomparire per sempre in attesa di tempi migliori.

I nostri cavalieri compiono le loro gesta in una cornice atemporale e aspaziale, viaggiando per tempi indefiniti in territori potenzialmente infiniti. Non conoscono quasi mai la morte ma l'amore è questione quotidiana. E attenzione, scordatevi tutti i discorsi di sesso post-matrimoniale: i cavalieri erano noti per darci dentro come ricci in calore con qualunque dama richiedesse i loro "favori". Una sessualità decisamente più libera di quella che potremmo pensare noi oggi ma che sottostà a tutta una serie di regole non scritte: quelle della cavalleria. Tra i peccati raccomandati da questo sistema di leggi dette e non-dette allo stesso tempo non era prescritto l'adulterio: la regina Ginevra tradisce allegramente, fino a 75 anni (!!!) re Artù... che a sua volta se l'è cornificata per bene! Non solo, ma tra le sue numerose conquiste può anche annoverare... la sua sorellastra che darà alla luce Mordret, usurpatore e nemico mortale del padre. Una famigliola felice, insomma!

In ogni caso Tutti, a parte 3 eroi, saranno sporchi e impuri per i loro peccati e non potranno nemmeno vedere il sacro Graahl, l'oggetto del desiderio supremo (dopo la "prugna", s'intende) di tutti i cavalieri della Tavola Rotonda. Ma di quest'ordine e di questo calice ne ho parlato non troppo tempo fa, in un articolo che se volete potete trovarvi QUI!

Tenete conto, se mai vi capiterà di trovarveli tra le mani, che sono testi che hanno alle spalle centinaia di anni ed erano intesi per una tradizione orale, non scritta. Per questo ci saranno molti passaggi in cui non si comprenderà
Lui rimane il mio re Artù preferito comunque
bene il perché di una determinata scelta da parte di uno dei protagonisti, apparentemente astrusa e insensata ai nostri occhi. Pure io, a volte, non comprendevo troppo cosa stesse accadendo ma, per lo più, le situazioni non sono per niente complesse, anzi molto semplici e facilmente comprensibili. Secondo me (ma non faccio testo) è interessante leggerli proprio perché tutti sanno cosa sono (circa) ma nessuno li ha mai affrontati e presentano caratteri più arcaici e "rozzi", se vogliamo, della riscrittura di Chretien de Troyes.


So che ho detto tutto e niente ma voleva essere solo una breve recensione: della letteratura medievale mi occuperò non settimana prossima ma quella ancora dopo continuando la mia collana, ferma da mesi, della "piccolo viaggio nella storia della letteratura". Intanto nei prossimi giorni vedremo anche che fine ha fatto Medea, che è ferma da un po' di tempo...

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