martedì 30 giugno 2015

L'Anima della Riscoperta (2): la "Justine" di De Sade


Salve, e bentornati tutti quanti all' "Anima dell Riscoperta", la serie in cui riscrivo, in versione più accurata, i vecchi articoli. Oggi è il turno della "Justine" di De Sade (1740-1814) cercando, se possibile, di essere meno volgare della volta scorsa (che, appositamente, non vi linko) !
Per essere raffigurato circondato da diavoli il "divin" marchese
era visto proprio bene dai suoi contemporanei!
La trama, in realtà, è molto semplice: Justine e Juliette, giovanissime, si ritrovano improvvisamente orfane e senza soldi. Mentre la prima cerca di rimanere casta e pura, l'altra si prostituisce e concede ad ogni tipo di corruzione, dall'infanticidio alla frode: così facendo diventa ricca e felice, in barba a bigotti e perbenisti! La sorella che, invece, cerca di mantenersi virtuosissima incappa in ogni tipo di disavventura: accusata di crimini che non ha commesso, stuprata e torturata ripetutamente, finisce in balia dei più
grandi pervertiti della Francia del 1700, ovviamente tutti nobili o ecclesiastici. Le sue disavventure sono un susseguirsi di catastrofi e disperazione, sofferenze e avversità, finché non si imbatte di nuovo in Juliette. Questa ha pietà della povera ragazza e la ospita trattandola al meglio delle proprie possibilità, dandole tutto quello di cui la vita l'ha privata. Ma per Justine la pacchia dura poco (e qua son costretto a dirvi il finale ma, credetemi, è molto importante e, se non volete rovinarvelo, chiudete immediatamente la recensione) : infatti, durante un temporale, Dio (o la Natura) lancia un fulmine che la centra in pieno: la nostra protagonista morirà carbonizzata all'istante, lei che non aveva mia fatto male nemmeno al più spietato dei suoi boia.
Il messaggio di fondo mi sembra chiaro: la morale è relativa ma, a volersi mantenere sempre e comunque casti, puri e ingenui, si finisce male; soprattutto quando si ha a che fare con una società corrotta dove, come diceva il filosofo inglese Hobbes (1588 d.C-1679 d.C), “Homo homini lupus” ossia “ogni uomo è per l’altro uomo come un lupoe non ci si può fidare di nessuno. La sorella Juliette, invece, priva di ogni scrupolo morale e ben educata all’ arte del piacere, vive tranquillamente e felicemente, ricca e desiderata. Come è meglio atteggiarsi, dunque? Santa ma martire o peccatrice e felice? La risposta non è così semplice: De Sade ha voluto fornirci un modello di vita da seguire o, piuttosto, un anti-modello?

Il volume si apre con una dedica fatta dall’ autore a una sua cara amica, in cui dice di aver voluto sottolineare che, se condite da disavventure e mali, le virtù hanno un valore molto più elevato:
-Oh, come mi rendono più fiera di amare la Virtù questi episodi del Crimine! Come essa è sublime tra le lacrime! Come la abbelliscono le sventure!- Oh Constance! Se pronuncerai queste parole le mie fatiche saranno coronate!.
Ora, dobbiamo veramente credere al nostro sadico romanziere? D’altra
parte, nelle ultimissime righe, egli esclama rivolto ai lettori:
Possiate convincervi, al pari di lei, che la vera felicità si trova solo in seno alla virtù e che se Dio, secondo piani che non sta a noi sondare, permette che essa sia perseguitata sulla terra, è solo per risarcirla in cielo con più dolci ricompense!
Sebbene questa frase parli chiaro, non è così esplicita la sua vera morale. Quasi tutte le sue opere, volutamente generalizzando, sono raccolte di perversioni sessuali senza un messaggio di fondo "positivo": possibile che abbia voluto concentrare tutta la questione in così poche righe? Oppure sono da leggere in senso ironico? Oppure è da leggere in senso ironico tutta la sua produzione letteraria? Oppure l'introduzione è stata scritta per pararsi da possibili attacchi? Eppure, alla fine, fu condannato e incarcerato comunque e non per le sue opere... Riscrivendo l'articolo, dopo più di un anno, non sono riuscito a trovare una risposta: aiutatemi voi con un commento qua sotto e venendomi a trovare sulla mia pagina Facebook!
La “Justine”, come qualunque opera di De Sade, è consigliabile solo a un pubblico strettamente adulto, che abbia lo stomaco forte e non si scandalizzi di fronte a certi temi Le scene di sesso sono più che abbondanti ma, data la crudezza dei fatti descritti e la loro inverosimiglianza, non provocano un eccessivo eccitamento. L’edizione BUR è venduta a 8,00 mentre quella della Garzanti €13,00, entrambe facilmente reperibili!

Nessun commento:

Posta un commento