lunedì 22 giugno 2015

Piccolo Viaggio nella Storia della Letteratura (3): la Nascita del Volgare Italiano.

Parlare della storia della lingua italiana in un articolo ha lo stesso senso di chiedere, a un esame, "Mi parli della storia del diritto in Cina": a me è successo, ma questa è un'altra storia. Ovviamente quello che leggerete, come per tutta questa serie di articoli, altro non è che un breve, pallido e scarno riassunto di come è nata (e non sviluppata) la nostra lingua. Nulla che di solito non si faccia al liceo, eh, ma perché non farci una ripassatina tutti assieme (me compreso)? Le indicazioni sono le stesse che sono valse per gli articoli precedenti (se andate qua all'ultimo, così capite anche dove siamo arrivati, trovate tutti i link che vi servono): prendetele, leggetele e mettetevele in tasca che si ricomincia!



I primi documenti in lingua italiana volgare che possediamo sono, in massima parte, brevi brani letterari dopo documenti giuridici. Ai tempi tutti i testi ufficiali erano redatti in latino: magari non proprio quello dell'antica Roma, ma di sicuro non in italiano (che da adesso chiamiamo "volgare",
"Cantico delle Creature" o "Cantico di Frate Sole"
ovvero del popolo, per comodità). Da qui l'incredibile importanza di questi ritrovamenti che attestano che nel parlato di tutti i giorni si usava un'altra lingua, diversa da quella ufficiale. Questo lo sapeva bene s. Francesco (1181-1226) che compose molte sue preghiere (tra cui il celeberrimo "Cantico di Frate Sole") in volgare, così che fossero comprensibili e capibili da molte persone. Questa cosa non faceva di certo impazzire la chiesa che voleva, invece, mantenere il latino anche per i testi sacri: in questo modo la gente non capiva quello che sentiva e non poteva farsi un'idea propria. Scelta lungimirante, devo dire, ma così è stato fino a cinquant'anni fa più o meno!

Ma se la novità di s. Francesco è straordinaria, il volgare come lingua usata in opere letterarie non era una rivoluzione così forte. Tra le varie attestazioni va segnalato il filone della letteratura popolare, messa per iscritto di racconti che provenivano da una tradizione orale millenaria di portata anche extra-europea. Questo è il caso del celebre "Novellino" di fine 1200, un testo che raccoglieva 50 brevi racconti, pieni di saggezza popolare, in un italiano acerbo rispetto a quello che abbiamo noi... ma pur sempre volgare! In realtà il testo è veramente interessantissimo e andrebbe assolutamente letto: a tal proposito ne esiste una buona versione curata dalla BUR che potete trovare molto facilmente per pochi euro. Tuttavia la lingua è Molto distante da quella di un Boccaccio. Ovviamente ho preso ad esempio solo un testo di prosa ma, volendone citare anche altri, vi è il "Milione" del buon Marco Polo di cui parlai un annetto fa in questo articolo, se avete voglia di darci un'occhiata.

Ma per avere dei testi letterari "alti" bisogna ricollegarci a dove eravamo arrivati l'ultima volta parlando di Medioevo. Infatti la crociata contro gli Albigesi e i Catari nel sud della Francia (1209-1229) portò, oltre a uno dei più grandi massacri della storia, anche alla fuga di poeti verso l'Italia. E se Sordello da Goito (1200-1269), col suo "Compianto in Morte di ser Blacatz" (in cui invita gli ospiti del funerale a nutrirsi del cuore del defunto, alla faccia dell'allegria), è l'unico che si sposta a nel nord Italia, a Mantova, tutti gli altri invece trovano rifugio presso la corte di Federico II in Sicilia. Ed è qui che, sotto l'ala di questo sovrano illuminato dagli orizzonti molto vasti, si sviluppò la scuola dei poeti siciliani che conta, tra i vari nomi, Cielo d'Alcamo, Giacomo da Lentini (1210-1260), Stefano Protonotaro e Pier della Vigna (1190-1249). Inutile dirlo, tutti scrissero in un volgare italiano particolarmente elevato e mirabile, nettamente superiore ai loro predecessori!
La scuola siciliana e Federico II: per carità, svilupparono la poesia
ma la pittura...
Questo movimento piacque così tanto che si trasferì in area Toscana dando origine prima ai Siculo-Toscani (Guittone d'Arezzo e Buonagiunta Orbicciani) e poi ai Toscani veri e propri, guidati dal grande Guido Cavalcanti (1258-1300). Questa scuola, per il suo stile particolarmente sonoro (tutte le composizioni, ricordiamolo, erano accompagnate da musica) e i temi d'amore che riprendevano lo stile cortese medievale, viene chiamata del "Dolce Stil Novo". Tra i vari esponenti troviamo anche un nome a noi leggermente noto: sto parlando, ovviamente, del fiorentino
Dante Alighieri (1265-1321). Ma attenzione, non ci interessa ora vedere tutto quello che scrisse quest'uomo ma solo un paio di opere in particolare (se no finiamo domani con l'articolo). Al signor Alighieri il volgare piaceva tanto, ma così tanto, che decise di scriverci su un trattato, il "L'Eloquenza in Lingua Volgare" ("De Vulgari Eloquentia"): qui egli illustra, in latino, agli altri dotti che non volevano accettare il volgare come lingua per i loro studi alti, che in realtà questo idioma era altrettanto bellissimo e nobilissimo e poteva essere usato per qualunque tipo di opera. Infatti Dante lo nobilitò come mai nessuno prima (e dopo) nell'ambito dei poemi (che son diversi dalla poesia) con la Divina Commedia, di cui mi sembra ridicolo parlarvi ora.



Ma poesia e prosa ancora non avevano trovato una loro perfezione formale: a dargliela furono solo, rispettivamente, il "Canzoniere" di Francesco Petrarca (1304-1374) e il "Decameron" di Giovanni Boccaccio (1313-1375), due opere che, insieme alla Commedia, fondano le tre colonne portanti della nostra lingua. E quindi, se adesso siamo qua io a a scrivere su un blog e voi a comprendere quello che vedete... non pensate che dovremmo ringraziare qualcuno?


La prossima volta (che non ho idea di quando sarà al momento) vediamo insieme Umanesimo e Rinascimento mentre già dopodomani, se riesco (al limite venerdì), uscirà la nuova recensione dell'ultimo libro che ho letto: non vedo l'ora di parlarvene! Come sempre per rimanere costantemente aggiornati sulle ultime novità il canale principale è la pagina Facebook: fateci un salto se vi va, no?

Nessun commento:

Posta un commento